giovedì, Aprile 25

Gli italiani alla conquista del Mediterraneo

A partire dalla fine del X secolo nuovi intraprendenti protagonisti iniziarono ad imporsi per il controllo commerciale (e conseguentemente politico) del Mar Mediterraneo. Si tratta di quelle entità politiche che storicamente saranno definite come le Repubbliche marinare.

Amalfi, la prima

I primi a comprendere appieno l’importanza del Mare Nostrum furono gli amalfitani che dal 959 creeranno una colonia permanente in Egitto, a Fustat. Si creerà così una rotta commerciale Amalfi-Costantinopoli-Alessandria che si fortificherà ulteriormente quando i mercanti amalfitani installeranno una base anche nella capitale bizantina. L’ascesa amalfitana però non dura molto, diversi sono i fattori frenanti, il consolidamento della presenza normanna nel Sud Italia e l’ascesa di altre, più agguerrite città marinare saranno i fattoi chiavi della marginalizzazione del ruolo di Amalfi nel Mediterraneo.

Pisa e Genova

Pisa, Genova e soprattutto Venezia si imporranno con una politica più spregiudicata nel controllo delle rotte commerciali del mondo mediterraneo. Tutto succede piuttosto repentinamente, subito dopo l’anno Mille, prima di questo periodo il ruolo di queste città è tutto sommato poco rilevante, addirittura Genova, nel 935, subisce un terribile raid saraceno.

Il primo passo di queste città, oltre ad un rafforzamento del proprio tessuto politico ed organizzativo, è costituito da una campagna di pirateria contro i mussulmani altrettanto, se non più spietata, di quella condotta dai saraceni. Le analogie tra queste Repubbliche finiscono qui però, diverse sono le realtà urbane ed economiche delle singole città. Genova ha un entroterra povero e quindi si espande gioco forza sulla costa e il mare rappresenta l’unica possibile via per lo sviluppo della città. Pisa, al contrario, può contare su un buon retroterra agricolo che necessita di un porto per esportare le derrate alimentari prodotte e importare beni pregiati.

L’espansionismo pisano

Pisa è particolarmente aggressiva, nel 1005 attacca Reggio Calabria. Nel 1034 saccheggia Bona, l’attuale Annaba, nel Nord Africa; e nel 1063 Palermo. Nel 1087 in alleanza con Genova conquista la città di al-Mahdia. Non sono però i mussulmani gli unici obiettivi dell’aggressività pisana, nel 1135 saccheggia la rivale Amalfi. La politica espansionista pisana sembra non aver freni, nel 1052 la città toscana si impossessa della Corsica, sempre nello stesso periodo occuperà la parte orientale della Sardegna e nel 1115 per un breve periodo metterà le mani sulle Baleari.

Venezia da “feudo” bizantino ad “alleata” di Costantinopoli

La storia di Venezia è molto diversa. Città che nasce da esigenze di sopravvivenza di alcune popolazioni locali, fonda la sua economia sul commercio del sale e del legname, sulla pesca e sulla tratta degli schiavi che si procura con incursioni piratesche sulle coste dalmate e della Slavonia. Sotto il controllo politico dell’impero bizantino, Venezia inizia un lento percorso di autonomia rispetto a Costantinopoli. Il 967, con l’elezione indipendente del primo Doge, segna una tappa decisiva per il futuro della città lagunare.

L’anno decisivo è il 1082 quando l’imperatore Alessio I Comneno concesse la bolla d’oro e i primi, fondamentali privilegi commerciali alla città in cambio di aiuto militare, si tratta di una “rivoluzione copernicana”, Venezia fornisce la copertura militare ad un impero sempre più in difficoltà. Si ribalta, in altre parole il suo ruolo, da città sottomessa a città indipendente e provvisoriamente alleata di Bisanzio.

Il business delle Crociate

Con l’undicesimo e il dodicesimo secolo, le crociate aprono opportunità insperate per Venezia, Genova e Pisa. I nuovi stati cristiani che sorgono in Medio Oriente ospitano nei propri porti le flotte delle repubbliche marinare costruendo rapporti commerciali da cui diventano, progressivamente sempre più dipendenti. I rapporti di forza nel Mediterraneo sono mutati e gli italiani di fatto sono diventati i protagonisti indiscussi degli equilibri politici ed economici di questo grande bacino.

Questo risultato è reso possibile da molteplici fattori, certamente l’intraprendenza di queste città ma anche i progressi nel campo della nautica e della cantieristica navale che relegheranno Costantinopoli e i potentati mussulmani a ruoli sempre più da comprimari.

Per saperne di più:

L’elezione del Doge nella repubblica veneziana

Venezia centro del commercio e della finanza internazionale nel XII secolo

La Repubblica di Amalfi dallo splendore alla decadenza

Fonti:

Mascilli Migliorini, Luigi; Feniello, Amedeo; Francesca Canale Cama. Storia del mondo

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