giovedì, Settembre 19

La sonda Maven svela dov’è finita l’acqua di Marte

Un nuovo studio effettuato dall’American association for the advancement of science, ha provato a spiegare dove possa essere finita tutta l’acqua che era presente su Marte. Infatti, il pianeta rosso che adesso è un pianeta freddo, arido e con uno strato di ghiaccio sotterraneo, molto tempo fa presentava condizioni molto diverse. Marte, era un pianeta caldo e umido, di cui ancora rimangono ben visibili le tracce degli antichi letti dei fiumi e dei crateri, un periodo in cui l’acqua scorreva abbondante sulla superficie.

Gli scienziati ritengono che la maggior parte dell’acqua marziana ha subito un processo di conversione, che tutt’oggi è ancora in atto. I modelli creati dagli scienziati indicano che la maggior parte dell’acqua è stata trasformata in idrogeno quando si trovava ad una bassa altitudine, ancor prima di essere trasportata nell’atmosfera superiore, arrivando così a disperdersi nello spazio.

La sonda Mars atmosphere and volatile evolution, la Maven, che da settembre 2014 sta studiando l’atmosfera marziana, ha permesso l’analisi delle misurazioni, effettuate mentre si trovava nell’atmosfera superiore del pianeta fino a quasi 150 km dalla superficie.

Gli scienziati sono rimasti molto sorpresi nel trovare tracce di acqua nell’atmosfera, ad altitudini molto più elevate di quel che in realtà si aspettavano.

I dati che sono stati raccolti dalla sonda orbitale Maven, hanno messo in luce come l’acqua presente su Marte, riesca a disperdersi nello spazio molto più velocemente del previsto, sopratutto a causa delle tempeste di sabbia, che risultano essere responsabili di un aumento di concentrazione delle molecole d’acqua ad alta quota, arrivando anche a venti volte di più rispetto alla media.

Nell’immagine si può osservare come Marte cambi aspetto durante le tempeste di sabbia

Gli scienziati sono riusciti a scoprire che Marte, ha perso in un miliardo di anni l’equivalente in acqua di un oceano, una quantità che poteva essere in grado di ricoprire l’intero pianeta con un oceano della profondità di 60 centimetri. Gli scienziati hanno anche stimato che in complesso Marte, abbia perso una quantità d’acqua tale da poter avere un oceano profondo centinaia di metri.

I risultati ottenuti, che sono stati pubblicati sulla rivista Science, hanno messo in luce in quale modo l’acqua viene trasportata nell’atmosfera superiore, dove poi subisce una conversione in idrogeno atomico a causa delle reazioni chimiche che avvengono con gli ioni atmosferici, arrivando così a disperdersi nello spazio. I ricercatori ritengono che sia stato proprio questo processo a far scomparire l’acqua da Marte, una condizione che tutt’oggi continua ad esserci.

Gli scienziati hanno anche scoperto che l’evento risulta molto più evidente mentre avvengono le tempeste di sabbia. Inoltre, spiegano che: Il trasporto dell’acqua nell’atmosfera sembra essere mediato attraverso le tempeste di sabbia stagionali, condizione che probabilmente ha avuto un ruolo molto importante nell’evoluzione del clima marziano, dal suo stato caldo e umido, presente miliardi di anni fa, al pianeta freddo e secco che oggi vediamo”.

Molti astrofisici da tempo sono concordi nel ritenere che nonostante Marte possegga ancora delle riserve d’acqua nel sottosuolo e ai poli, purtroppo la maggior parte di essa è evaporata nello spazio. Inoltre, a causa delle piccole dimensioni del pianeta rosso il nucleo si è raffreddato molto più velocemente degli altri pianeti, arrivando così a perdere in maniera precoce il suo campo magnetico, che riusciva a proteggerlo dai raggi cosmici e dalle radiazioni solari.

Un fattore che ha influito sulla dispersione dell’acqua è la ridotta forza gravitazionale, una condizione che ha facilitato il raggiungimento negli strati più alti dell’atmosfera, luogo in cui una parte dell’acqua subiva una condensazione per poi ricadere sulla superficie, mentre l’altra evaporava negli strati esterni.

Gli scienziati ritengono che la quantità di acqua presente nell’atmosfera cambi in base alle stagioni. Infatti, risulta un aumento sostanziale durante le tempeste di sabbia, che avvengono principalmente durante l’estate meridionale, periodo in cui si raggiunge la quantità massima di acqua presente nell’atmosfera.

https://www.dday.it/redazione/37586/che-fine-ha-fatto-lacqua-di-marte-maven-svela-il-mistero

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