giovedì, Settembre 19

La New Space Economy e le sue “mini-fabbriche” in orbita

La New Space Economy sta facendo molta strada, con un alto fattore di crescita previsto per almeno i prossimi 15 anni. Nei nuovi progetti sono previste fabbriche di farmaci in orbita all’interno di mini-satelliti, la possibilità di poter inviare un Sos nello spazio, e moltissime altre tecnologie in grado di acquisire dall’orbita terrestre informazioni di alta qualità.

Queste sono tutte informazioni che sono state illustrate dal fisico Roberto Battiston, che ha tracciato il bilancio dell’evento online dedicato al tema e organizzato da Fiera di Roma e da Fondazione “Edoardo Amaldi” con il patrocinio dell‘Agenzia Spaziale Italiana, la Asi.

Della stessa ricerca sulle prospettive della nuova economia che unisce le attività dei nuovi servizi per la Terra con le tecnologie spaziali, se ne sta occupando anche la ricerca effettuata dall’osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano.

Le informazioni che sono state raccolte indicano che in tutto il mondo la nuova economia spaziale possiede ben 90 miliardi di investimenti governativi, e non solo. Infatti, sta attirando a se un numero sempre più crescente di startup, che per farci un’idea della quantità, solo nel 2020 ammontano a ben 4,8 miliardi di dollari a livello internazionale.

Queste nuove tecnologie e finanziamenti stanno creando un cambiamento che porta inderogabilmente a dover impostare delle nuove regole e una divisione di incarichi a livello europeo. A tal proposito sta per nascere l’Unione europea per il programma spaziale, la Euspa, che andrà a sostituire l’agenzia Gsa, la European GNSS Agency, che si occupa di gestire il programma di navigazione satellitare europeo Galileo. Inoltre, ad aumentare le sue competenze ci sarà la gestione del programma Copernicus per l’osservazione della Terra, che sarà totalmente in linea con il mandato ricevuto dalla Commissione Europea.

Per quanto riguarda il ruolo nel settore dei programmi scientifici l‘Agenzia Spaziale Europea, l’Esa, manterrò il suo ruolo. Secondo Roberto Battiston, anche in questo settore si avrà un ruolo di propulsione, così da riuscire a incentivare nuove idee imprenditoriali, come ad esempio gli spinoff e le startup, com’è stato dimostrato dall’apertura del Phi-Lab presso il centro dell’Esa in Italia, l’Esrin.

Allo studio, rimanendo sempre nell’ambito europeo, sono sotto analisi dei servizi di navigazione satellitari, che consentiranno di inviare dei segnali di emergenza a dei satelliti di ultima generazione.

In Italia esistono molte attività imprenditoriali riguardanti l’osservazione terrestre, come la costellazione dei satelliti Cosmo SkyMed, ormai alla seconda generazione, il programma Prisma, che consente di effettuare le analisi multi-spettrali dell’immagine, e infine con il progetto Platino, in cui si stanno progettando delle costellazioni di satelliti low-cost, per poter fornire dei dati di altissima qualità a prezzi modici.

L’Italia possiede un posto di rilievo nella New Space Economy, e lo dimostra il lancio del razzo Vega, con il quale sono stati inviati in orbita 53 satelliti grazie allo speciale dispenser Ssms, lo Small Spacecraft Mission Service. In particolar modo uno dei satelliti che è stato mandato in orbita, il Dido 3, fa parte di una delle grandi promesse della New Space Economy.

Il micro-satellite Dido 3, che è stato progettato dall’azienda SpacePharma per l’Asi e dall’agenzia spaziale israeliana, è capace di creare reazioni biologiche in microgravità attraverso il controllo di un computer direttamente dalla Terra.

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2020/12/16/mini-fabbriche-in-orbita-per-la-new-space-economy-_3c028668-d72d-40a1-af85-e7bf59e3f23f.html?fbclid=IwAR3CQq9uZchnBM1Rc5EVlfIFqI581BoKK2vUzC290_7xcoe9XJhLePf8QsA

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