giovedì, Settembre 19

L’eclissi solare che consacró Einstein

Più di cent’anni fa accadeva uno degli episodi più famosi e determinanti nella storia della scienza: l’eclissi solare del 29 maggio 1919 che fornì la prima prova empirica dell’esattezza dell’ardita teoria della Relatività Generale, che Einstein aveva formulato tre anni prima e che aveva inaugurato una rivoluzione culturale nell’ambito dell’astrofisica, stravolgendo i concetti di spazio e tempo, e superando la vecchia fisica di Newton.


La novità della teoria di Einstein consisteva nel fatto che la gravità non veniva più considerata come forza a distanza tra i corpi, bensì l’effetto della curvatura imposta dalla massa alla geometria dello spaziotempo“.

La teoria necessitava di una conferma sperimentale, ossia la possibilità di misurare un fenomeno di curvatura dello spaziotempo provocato da una massa molto grande, come quella del Sole appunto. La teoria prevedeva, infatti, che la luce delle stelle in prossimità del Sole sarebbe stata piegata per effetto della curvatura dello spaziotempo, e, cambiando così la sua traiettoria, le stelle ci sarebbero apparse in posizioni diverse quando il Sole era in prossimità, rispetto a quelle che si sarebbero viste di notte.


Per provare la teoria, era quindi necessario fare un confronto tra le posizioni in cui le stelle sarebbero apparse con e senza il Sole, e per poter osservare il primo scenario era necessaria un’eclissi. L’astronomo, fisico e matematico inglese Arthur Eddington è, in quel momento, uno dei pochi a conoscere in dettaglio la teoria della relatività e a averne compreso la portata rivoluzionaria e, nonostante fosse in corso la Prima Guerra Mondiale, decise di organizzare due spedizioni per il giorno in cui era previsto ci fosse un’eclissi solare: la prima a Sobral, nella giungla amazzonica brasiliana, la seconda all’isola di Principe, situata nel golfo di Giunea.


A Sobral il cielo era sereno e gli scienziati riuscirono a ottenere 8 lastre fotografiche utili, sull‘isola di Principe, dove era presente lo stesso Eddington, invece, proprio mentre l’eclissi cominciava, scoppiò un temporale, e sì riuscì a scattare alcune foto, di qualità non eccelsa, ma che ugualmente entreranno nella storia.


Dopo alcune mesi da quelle spedizioni, il 6 Novembre dello stesso anno, Eddington annunciò nella sede della Royal Society di Londra, che Einstein aveva ragione: il confronto con le posizioni delle stelle in un altro momento dell’anno, quando il Sole non si trova tra l’osservatore e le stelle stesse, aveva permesso di rilevare che queste erano diverse, e di calcolare che la deflessione della luce delle stelle, ossia il suo spostamento angolare, era pari a 1,98”, in perfetto accordo con le previsioni della Relatività.


La prova fornita dalla deflessione della luce non fu l’unica prova a sostegno della Relatività, ma certamente la più spettacolare, tanto da guadagnarsi le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, e da consacrare definitivamente Einstein come un’autentica star della scienza. Dopo aver ricevuto il telegramma contenente i risultati dell’esperimento dell’eclisse, lo stesso fisico tedesco, rivolgendosi a una studentessa, affermò: “Mi sarebbe dispiaciuto per il buon Dio, perché la teoria è corretta”.


Fu così che un fenomeno astronomico conosciuto fin dall’antichità permise di sovvertire la visione classica della fisica e a inaugurare un’autentica rivoluzione in ambito scientifico…


Fonti:
www.ilfattoquotidiano.it
www.scienze.fanpage.it
www.media.inaf.it

1 Comment

  • Antonio

    Nuovo articolo su argomento di astrofisica, trattato con la sua consueta chiarezza e padronanza da questo giovane studioso. Esposto in modo tale da poter esser compreso non solo da specialisti. Bravo Giovanni….

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