giovedì, Settembre 19

L’amara estate del ’41

L’estate del 1941 rappresenta l’apogeo delle vittorie tedesche, dall’Africa settentrionale, ai Balcani per finire all’invasione sovietica, le armate naziste sembrano invincibili. Per contro l’illusione italiana di poter condurre una “guerra parallela” a quella dell’alleato naufraga miseramente sotto il peso di ripetute sconfitte che costringono Hitler a soccorre l’esercito di Mussolini su quasi tutti i fronti dove opera da solo.

Il primo giugno 1941 è anche il giorno in cui nasce la prima manifestazione di guerra partigiana. I tedeschi impiccano uno studente greco sull’acropoli perché sorpreso con le armi in pugno. Da allora la resistenza armata di civili e soldati sbandati si svilupperà dapprima in Yugoslavia, poi in Unione Sovietica e molto dopo anche in paesi occidentali come la Francia e dal ’43 l’Italia.

L’opinione pubblica italiana ormai ha capito che le sorti della guerra per le proprie forze armate non stanno andando nel senso della retorica che i media di regime strombazzano. Il 10 giugno Mussolini, reduce da un incontro sul Brennero con Hitler, pronuncia uno dei discorsi meno incisivi e più brutti della sua carriera oratoria.

Gli italiani avevano però ben altri problemi, ad iniziare dalla continua lievitazione dei prezzi per i prodotti di prima necessità. Il burro costava 44 lire al chilo, le mele 6,50, le arance 5,90 e le ciliegie 10 lire. La carne, a parte le frattaglie, introvabile.

Dopo il ferro e il rame, viene lanciata anche la raccolta forzosa dello stagno. Nelle città iniziano a scomparire anche i taxi, a Milano ne rimangono in funzione soltanto 100 e devono essere prenotati molte ore prima del servizio.

Il regime per “controbilanciare” la guerra sul campo che sta andando piuttosto male, lancia la “guerra contro i forestierismi“. La Reale Accademia delle parole con un ampolloso comunicato dichiara:

«La parola affiche è sostituita da cartellone o manifesto. Alcool diventa alcole; arquebuse (liquore): archibuso; bitter sarà amaro; cachet, nel senso farmaceutico, cialdino, nel senso cinematografico comparsa, avventizio. Il termine corvée diventerà secondo i casi comandata, servizio di fatica, faticaccia. Curacao diventerà curassò; festival sarà festivale; dry: secco; dessert sarà alla frutta oppure fin di pasto; film: filmo, filmi oppure pellicola; il garage diventerà rimessa; il gin: gineprino; dossier: incartamento; linotype: linotipo; parquet: pavimento di legno tassellato; triplesec: trisecco. Sport resterà invece sport sostantivo maschile invariabile».

Quell’estate fu caratterizzata da un’anomala ondata di caldo che anticipo il tradizionale esodo estivo. I treni furono presi d’assalto, anche perché il traffico automobilistico privato era stato praticamente azzerato. Il 1 luglio infatti era stata vietata la circolazione automobilistica privata ad eccezione di quella aziendale.

Coloro che poterono permettersi delle vacanze in quella torrida estate preferirono non allontanarsi troppo dalle loro residenze. Il pericolo dei bombardamenti aerei indusse ad esempio i milanesi a disertare il mare e preferire mete più vicine come i laghi, la montagna e soprattutto la campagna. Nei primi quattro giorni del mese di luglio alla stazione centrale di Milano funzionarono ininterrottamente 38 sportelli. Furono venduti 400.000 biglietti con un incasso record di due milioni di lire.

E di quei giorni anche la fine di un “privilegio” goduto fino a quel momento dagli universitari che potevano esercitare il rinvio alla chiamata alle armi fino al conseguimento della laurea o al compimento del 26mo anno di età.

I primi giorni di luglio ebbe inizio anche la mietitura degli orti di guerra. Particolare attenzione fu prestata, da parte degli uffici di propaganda del regime, ai lavori agricoli svolti in quei giorni nella cosiddetta Fattoria della Fiera di Milano. Il raccolto eseguito dagli stessi dipendenti dell’Ente fieristico ammontò a 200 quintali di grano e orzo e 35 quintali di granoturco.

Lo stesso fu fatto dagli italiani che avevano coltivato orti cittadini che il regime aveva incentivato a mantenere persino sui terrazzi condominiali. Nonostante questo il prezzo dei generi alimentari continuava ad aumentare. Grassi, zucchero e caffè erano introvabili ed iniziavano a scarseggiare anche le sigarette.

Nel mese di luglio la razione della carne scese a 105 grammi lordi la settimana (33 grammi di osso) e il prezzo salì da 26 a 60 lire il chilo. In compenso i ristoranti furono autorizzati a servire tutti i giorni piatti di frattaglie (fegato, trippa ecc.).

Nel mese di agosto i soldati delle divisioni Pasubio, Celere e Torino, ammassati nei carri bestiame, intraprenderanno un viaggio di 2300 km per giungere sul fronte orientale, dove andranno incontro ad una delle più drammatiche e sfortunate spedizioni dell’esercito italiano.

Sono in 50 000 e fanno parte del CSIR, il Corpo di spedizione italiano in Russia. L’equipaggiamento è drammaticamente inadatto ed insufficiente, gli automezzi al seguito sono circa 5000, in gran parte corriere riciclate, 4600 cavalli e muli, 80 aeroplani. I carri armati pochissimi e obsoleti ( i soldati li chiamavano ironicamente “modello Upim“), l’artiglieria quasi inesistente ed i pochi pezzi anticarro da 47 mm non erano in grado di perforare la corazzatura dei carri armati sovietici.

Gli scarponi erano quelli standard che venivano usati sia nel deserto libico che nelle gelide steppe russe, l’arma individuale il moschetto ’91. Il 7 agosto muore mentre collaudava un bombardiere il ventiquattrenne figlio del Duce, Bruno Mussolini. Questa lutto riuscì a rinfocolare le simpatie un po’ annacquate del popolo italiano verso il Duce del Fascismo ed il regime.

Gli italiani sono però sempre di più concentrati sulle difficoltà delle vita quotidiana: la lievitazione dei prezzi, l’insufficiente sussidio alle famiglie dei richiamati in guerra (che Mussolini d’imperio eleverà a 8 lire ma solo per le famiglie più bisognose) e la cura degli animali da cortile.

Il regime infatti, per cercare di lenire la cronica mancanza di carne e uova aveva incoraggiato anche i cittadini che avevano un minimo di spazio adatto ad allevare animali da cortile. Era intervenuto anche duramente presso i proprietari immobiliari affinché non ostacolassero questa prassi. E così decine di migliaia di italiani avevano preso ad allevare nelle terrazze conigli, polli e piccioni.

L’estate del ’41 si avvia alla conclusione con la celebrazione della Mostra Internazionale (che di internazionale ha ormai ben poco) del Cinema di Venezia. Il 31 agosto alla presenza di Goebbels e Pavolini, si sfidano i film prodotti, oltre che da Italia e Germania, da una decina di paesi occupati dalle forze dell’Asse.

L’Italia ovviamente fa la parte del leone con film quali “La Corona di ferro” di Alessandro Blasetti; “Ore 9: lezione di chimica” di Mario Mattoli; “I mariti” di Camillo Mastrocinque ; “La nave bianca” di Roberto Rossellini. Le dive dell’epoca sfilano sul tappeto rosso, la più ammirata è Doris Duranti, amante di Pavolini.

L’estate finisce con pesanti bombardamenti su Torino, Milano e Palermo che fiaccano il morale del “fronte interno”. Si moltiplicano gli atti di sciacallaggio dopo ogni incursione aerea, ma i giornali minimizzano il fenomeno preferendo concentrarsi sul mercato nero sempre più fiorente.

A fine settembre il governo impone una nuova stretta sulla ristorazione e applica forti imposte sulla compravendita immobiliare e soprattutto ordina l’ammasso totalitario di tutti i prodotti della terra (ad eccezione delle fave). Infine la notizia che angoscerà di più gli italiani. dal 1 ottobre il pane sarà razionato: ogni cittadino avrà diritto a 200 grammi di pane al giorno salvo gli operai (300 grammi) e gli addetti ai lavori pesanti (400 grammi).

Questo provvedimento è il frutto del fallimento della cosiddetta battaglia del grano che aveva visto lo stesso Mussolini come testimonial di eccezione.

L’estate del ’41 finisce con gravidi presagi per l’autunno e l’inverno che incombono.

Fonti:

Come eravamo in guerra di A. Petacco

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