giovedì, Settembre 19

La tragica fine di Sam Cooke

Sam Cook nasce nel cuore segregazionista dell’America, a Clarksdale, in Mississipi il 22 gennaio 1931. Quando diventerà famoso aggiungerà una “e” al cognome, ritendendo questo “aggiustamento” una nota chic.

I primi passi

Era uno degli otto figli del reverendo Cook ed il suo primo incontro con la musica, da giovanissimo, sarà con il gospel. Negli anni Cinquanta è leader del gruppo dei Soul Stirrel, una delle band più promettenti del nuovo gospel.

Cooke è un bel ragazzo, occhi vivaci, lineamenti gentili, la pelle color mogano un sorriso ammaliante con denti bianchissimi. La voce in leggero falsetto ha tutte le carte in regola per passare al pop.

La svolta

Nel 1960 era passato da una piccola etichetta alla RCA, la casa di Elvis, sfornando una serie di successi come Chain Gang e What A Wonderful World. L’anno dopo fonda una sua etichetta discografica, la SAR, aiutato dal manager Roy Crain e dall’amico J.W. Alexander.

Si tratta di un gesto audace ma Cooke vuole affrancarsi dal cliché del “bello romantico” e cercare una sua strada originale nel nuovo mondo della cultura nera. Da questo percorso scaturiranno canzoni dal forte sapore civile come “A change is Gonna come” (un cambiamento è in corso) che gli varranno la simpatia dei neri d’America.

Cooke allaccerà una grande amicizia con un’altra grandissima icona “black”, il pugile Cassius Clay. In qualche modo questo giovane cantante dal “falsetto gentile” inizia a diventare una presenza scomoda per la parte più conservatrice della società americana.

La tragica morte

Poi accade l’impensabile. L’11 dicembre 1964 a Los Angeles Sam Cooke cena in un noto ristorante italiano, conosce una ragazza dai tratti orientali e la porta a bordo della sua Ferrari 250 GT rossa in un infimo motel da 3 dollari al giorno, l’Hacienda, sito nella parte sud della città.

La proprietaria di questo sordido albergo sente delle urla di donna provenire dalla stanza che ha affittato a quel giovane afroamericano. Dopo aver bussato alla porta, si dirige verso il telefono per chiamare la polizia.

Quell’uomo scarmigliato e stravolto la insegue verso il bancone e secondo la versione della Franklin la colpisce con un pugno. La donna estrae una pistola dal cassetto del bancone e spara tre colpi all’indirizzo del suo assalitore, che crolla senza un lamento. Solo all’arrivo della polizia scoprirà l’identità dell’uomo che ha ucciso “per legittima difesa”: Samuel Cook, in arte Sam Cooke,

Il più famoso cantante black della sua generazione aveva soltanto 34 anni. Molti dubbi rimarranno su questa ricostruzione degli eventi che condussero alla tragica morte di Cooke e durante i suoi funerali, una settimana prima di Natale a Chicago, davanti a una folla immensa, mentre Ray Charles cantava Angels Keep Watching Over Me, scoppieranno numerosi tumulti che la polizia faticherà a sedare.

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