Il relitto di una supernova è stato da poco individuato. Ad intercettarlo è stato il telescopio spaziale eROSITA, attraverso i raggi X. La supernova è stata denominata Hoinga, e ad oggi è la più grande mai individuata prima.
I ricercatori ritengono che i resti identificati siano il più grande “relitto” appartenente ad una supernova mai osservato ai raggi X. I resti sono stati rilasciati da un’esplosione di una stella massiccia, che era giunta alla fine del suo ciclo vitale. L’area interessata copre una dimensione di cielo corrispondente a circa 90 volte di più delle grandezze apparenti della Luna piena.
Relitto della supernova e eROSITA
La scoperta è avvenuta attraverso la prima mappa a tutto cielo creata dal telescopio spaziale eROSITA, dell’Istituto Max Planck per la fisica extraterrestre. I dati radio di archivio, grazie alla collaborazione scientifica del gruppo di eROSITA con ricercatori australiani, hanno confermato l’individuazione.
La collaborazione è stata formata per esplorare la nostra galassia a differenti lunghezze d’onda, da quelle radio a bassa frequenza fino ai più energetici raggi X.
Il nome Hoinga attribuitogli è stato ispirato dal nome medievale della città natale del ricercatore tedesco, che ha guidato lo studio internazionale. Nel team era presente anche Luciano Nicastro, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’INAF, di Bologna.
I risultati della scoperta saranno a breve pubblicati su Astronomy and Astrophysics. Luciano Nicastro, ha spiegato che: “Il telescopio a raggi X eROSITA, è in grado di scandagliare con un’enorme sensibilità l’intera volta celeste ogni sei mesi. Questa sua caratteristica lo rende unico nel suo genere. Inoltre, ci permette di osservare oggetti e fenomeni che altri telescopi, anche i più potenti, difficilmente riescono a fare”.
Immagine ripresa da eROSITA
I ricercatori, attraverso il telescopio spaziale eROSITA, ritengono di poter individuare i resti delle supernovae, che fino adesso gli sono sfuggiti. È stato stimato che solo nella nostra galassia ce ne siano ben 1.200 osservabili, mentre ad oggi ne conosciamo solamente 300 circa.
Werner Becker, dell’Istituto Max Planck, ha spiegato che: “Siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che il primo resto di supernova sia spuntato subito”.
La supernova Hoinga
Gli astronomi, subito dopo aver effettuato l’identificazione di Hoinga attraverso i dati raccolti da eROSITA, hanno immediatamente cercato conferma della natura dell’oggetto osservato.
La risposta è arrivata grazie alle osservazioni fatte attraverso le onde radio. É stato grazie a ciò che i ricercatori sono riusciti ad individuare il 90% di tutti i resti di supernova conosciuti.
Natasha Walker-Hurley, dell‘International Centre for Radio Astronomy Research in Australia (ICRAR), conclude affermando che: “L’emissione radio registrata in 10 anni di osservazioni, ha chiaramente confermato che Hoinga è un resto di supernova. È quindi possibile che potrebbero esserci molti altri oggetti simili ancora in attesa di essere scrutati da occhi attenti”.
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