giovedì, Settembre 19

Chi è in realtà il serial killer?

La figura del serial killer è entrata nell’immaginario collettivo attraverso le raffigurazioni prodotte nei vari ambiti estetico-artistici in cui si è cimentato l’uomo. Troviamo romanzi e film thriller in cui questa figura è sempre più articolata e complessa ma allo stesso tempo inquietante.

Serial Killer o pluriomicida?

Il pubblico è sempre più curioso, ma in realtà chi è il serial killer? Ricorreremo alla criminologia per approfondire questo tema. Quest’ultima lo definisce come colui che commette una serie di omicidi (due o più) in tempi e luoghi diversi. La maggior parte delle volte il soggetto agisce da solo e spesso il motivo è psicologico o comportamentale.

Solitamente la scena del crimine mostra in particolare caratteri sadici e a sfondo sessuale. L’aggettivo seriale rimanda alle caratteristiche comuni delle vittime che possono essere fisiche, etiche, sociali, comportamentali, anagrafiche o ad esempio culturali. Per comprendere a fondo questa figura è necessario distinguerla da quella del pluriomicida. Quest’ultimo uccide più soggetti, vittime che non hanno tra di loro alcun legame e può decidere di smettere nel caso in cui si presentano delle situazioni sfavorevoli.

Le 5 categorie di serial killer

A livello generale la criminologia distingue cinque tipi di serial killer: il visionario, il missionario, l’edonistico, il killer del controllo del potere e il lust killer. Il visionario agisce su comando di voci allucinate, da lui identificate come un demone che lo spinge a uccidere e distruggere. Se il soggetto è sotto effetto di droghe o alcol le allucinazioni possono essere anche visive.

In genere sono affetti da patologie mentali come ad esempio la schizofrenia paranoide.  Il missionario invece, è fermamente convinto di compiere una missione di cui beneficerà la sua comunità o l’intera umanità, come ad esempio liberare il mondo dalla prostituzione. Di solito ha una personalità quasi paranoide e le sue convinzioni sono ben radicate. L’edonistico prova un piacere sadico nel commettere l’atto omicida, ha il profondo desiderio nel mostrare la propria superiorità e dominio sulla vittima, che considera come un oggetto.

Il killer del controllo del potere si avvale del sesso come strumento per esercitare il potere e il controllo sulla vittima di cui arriva a decidere il destino. Molto probabilmente sono soggetti che hanno subito abusi e violenze durante l’infanzia. Arriviamo all’ultima figura, quella del lust killer, che mentre cerca di ottenere un soddisfacimento sessuale e sadico prova un senso di potere che copre i suoi conflitti interiori più profondi.

Il modus operandi

Abbiamo quindi distinto le principali categorie di serial killer, ma lui in sostanza come agisce? La scienza criminologica distingue diverse fasi che spiegheremo qui di seguito. Parte tutto dalla fase aurorale quando il killer vive il crimine nella sua mente e lo immagina. A questa segue una fase di puntamento e quindi la ricerca della vittima che nella fase di seduzione verrà raggirata a tal punto da fidarsi del killer. Nella fase della cattura la vittima che in quel momento si trova sola, viene presa con la forza e il killer si prepara alla fase omicidiaria in cui raggiungerà il massimo livello di eccitazione. Dopo l’omicidio la fase di eccitazione decresce sino a diventare totemica (spesso gli autori del delitto conservano parti del corpo delle vittime) e depressiva (quando si accorge che il suo gesto non ha modificato nulla di ciò che lo circonda e i suoi disagi permangono). Dopo aver analizzato brevemente questa curiosa figura, concludo con una frase di Erasmo da Rotterdam:

Non c’è un solo individuo non affetto da qualche forma di follia. La differenza tra i sani e i malati di mente è l’intensità della follia’.

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