giovedì, Settembre 19

Individuati, per la prima, i raggi X di Urano

Individuati, per la prima volta, i raggi X di Urano. Gli astronomi li hanno rilevati attraverso il Chandra X-ray Observatory, della NASA. La scoperta effettuata potrà agevolare gli scienziati ad avere maggiori informazioni su Urano. Infatti, questo gigante di ghiaccio del sistema solare risulta ad oggi un pianeta ancora molto enigmatico. Il documento, che descrive questi risultati, è apparso su Journal of Geophysical Research.

Urano è il settimo pianeta per quanto riguarda la distanza dal Sole, e presenta due serie di anelli attorno al suo equatore. Questo pianeta, che risulta essere quattro volte il diametro della Terra, ruota su un lato. Questa sua caratteristica lo rende diverso da tutti gli altri pianeti presenti nel sistema solare.

I raggi X di Urano

Gli astronomi, ad oggi, considerando che Voyager 2 è stata l’unica navicella spaziale mai volata vicino ad Urano, preferiscono affidarsi ai telescopi situati a breve distanza dalla Terra. Gli strumenti utilizzati, per poter analizzare questo freddo e distante pianeta, sono Chandra e il telescopio spaziale Hubble. Gli astronomi sanno con certezza che Urano è composto quasi interamente da idrogeno ed elio.

I ricercatori, nella nuova ricerca, si sono avvalsi delle osservazioni di Chandra effettuate su Urano nel 2002 e poi di nuovo nel 2017. Attraverso queste analisi sono riusciti ad individuare una chiara rilevazione di raggi X dalla prima osservazione. Mentre, in quelle successive un possibile flare di raggi X.

Gli astronomi hanno elaborato un grafico che mostra un’immagine a raggi X di Chandra di Urano del 2002, che è stata poi sovrapposta ad un’immagine ottica del telescopio Keck-I, ottenuta in uno studio separato nel 2004. Quest’ultima è riuscita a mostrare Urano con lo stesso orientamento delle immagini riprese durante le osservazioni di Chandra del 2002.

Cosa avrà causato l’emissione di raggi X da parte di Urano?

Gli astronomi ritengono che la causa sia principalmente legata al Sole. Infatti, sono riusciti ad osservare che sia Giove che Saturno producono una diffusione di luce ai raggi X emessa dal Sole. Questo fenomeno avviene in modo simile a come l’atmosfera terrestre disperde la luce del Sole.

Gli autori inizialmente si aspettavano che la maggior parte dei raggi X rilevati provenissero anche dalla dispersione. Invece, grazie ai nuovi indizi, sembra che sia presente almeno un’altra fonte di raggi X.

Se dovessero arrivare ulteriori osservazioni che confermerebbero l’ipotesi, ciò comporterebbe delle implicazioni molto intriganti per quanto riguarda la comprensione di Urano.

I raggi X di Urano: possibili cause

Secondo gli astronomi una possibilità per poter spiegare il fenomeno osservato è che gli anelli di Urano producano essi stessi dei raggi X, come accade anche sugli anelli di Saturno.

Urano è completamente circondato da particelle cariche, come elettroni e protoni, nei pressi del suo ambiente spaziale. Se queste particelle energetiche dovessero entrare in collisione con gli anelli, potrebbero far brillare gli anelli ai raggi X.

Un’altra possibilità invece è che almeno alcuni dei raggi X provengano dalle aurore che si formano su Urano. Questo è un fenomeno che è già stato precedentemente osservato su questo pianeta, ma ad altre lunghezze d’onda.

Le aurore sui pianeti del sistema solare

Le aurore sulla Terra, che ci permettono di osservare spettacoli di luce colorati nel cielo, si verificano quando le particelle ad alta energia interagiscono con l’atmosfera. I raggi X, che vengono emessi nelle aurore terrestri, sono prodotti dagli elettroni, che viaggiano lungo le linee del campo magnetico del pianeta fino ai suoi poli.

Un altro pianeta che possiede le aurore è Giove. Anche su questo pianeta i raggi X delle aurore provengono da due fonti. La prima sono gli elettroni che viaggiano lungo le linee del campo magnetico, esattamente come sulla Terra. La seconda, invece, sono gli atomi e le molecole, caricati positivamente, che piovono nelle regioni polari di Giove.

Gli scienziati, tuttavia, sono molto meno sicuri di ciò che causa le aurore su Urano. Le osservazioni di Chandra serviranno ad aiutare a comprendere questo mistero.

Conclusioni

Urano risulta essere un bersaglio particolarmente interessante per le osservazioni a raggi X. Questo a causa degli orientamenti insoliti del suo asse di rotazione e del suo campo magnetico. Infatti, mentre gli assi di rotazione e il campo magnetico degli altri pianeti del sistema solare sono quasi perpendicolari al piano della loro orbita, l’asse di rotazione di Urano è quasi parallelo al suo percorso attorno al Sole.

Urano, inoltre, presenta un’inclinazione su un lato, mentre invece il suo campo magnetico è rivolto di una diversa quantità e non situato al centro del pianeta. Queste caratteristiche potrebbero rendere le sue aurore non solo molto complesse ma sopratutto molto variabili.

Gli astronomi ritengono che riuscire a determinare le sorgenti dei raggi X li potrebbe aiutare a comprendere come altri oggetti, come nel caso di buchi neri in crescita e delle stelle di neutroni, possano emettere i raggi X.

Fonte:

https://www.nasa.gov/mission_pages/chandra/images/first-x-rays-from-uranus-discovered.html

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