Benito Mussolini ha ventisei anni quando è costretto a ritornare in Romagna dopo una turbinosa esperienza come agitatore politico nel Trentino asburgico. Vi si era recato su invito del socialista Cesare Battisti il 6 febbraio 1909 e verrà espulso dalle autorità austriache il 10 settembre dello stesso anno per via delle sue feroci polemiche con “i cattolici austriacanti di Alcide De Gasperi”.
Le difficoltà economiche di Mussolini
Prima di trasferirsi nella provincia austriaca il futuro Duce del Fascismo era stato in Svizzera, dove aveva studiato con Vilfredo Pareto (1848-1923), si era fatto un nome come oratore focoso e blasfemo. Per intenderci è il periodo in cui inizia i suoi violenti discorsi anticlericali con la celebre battuta ad effetto: «Dio, se veramente esisti, ti concedo due minuti per fulminarmi!».
L’idea di scrivere un romanzo, per l’esattezza un feuilleton viene suggerita a Mussolini dalla sua precaria situazione economica. Espulso da Trento, torna a vivere con il padre Alessandro. L’ex fabbro, ormai vedovo, gestisce in quel periodo una trattoria in via Giove Tonante, a Forlì, e convive con una vecchia amica che ha una figlia di nome Rachele. La madre fa la cuoca, Rachele la cameriera. Anche Benito, per campare, si adatta a fare il cameriere. I futuri sposi si innamorano fra i tavoli dell’osteria.
Il romanzo a puntate
Il romanzo scritto da Mussolini si intitola “Claudia Particella, l’amante del Cardinal Madruzzo“, un romanzo à sensation, come lo definisce lo stesso autore, che viene pubblicato in appendice dal “Popolo” di Trento, per cinquantasette giorni di seguito a partire dal 20 gennaio 1910 e che riscuoterà un grande successo tra i lettori.
La tiratura del quotidiano si impenna vertiginosamente tanto che Cesare Battisti chiede a Mussolini di allungare al massimo la storia e gli aumenta il compenso da quindici a venticinque lire ad episodio. Il successo inaspettato per lo stesso Mussolini gli fa balenare l’idea, per un certo periodo di tempo, che il suo futuro sia quello di uno scrittore professionista.
Un futuro da scrittore?
Inizia a raccogliere materiale per scrivere un romanzo centrato sulla Casa d’Austria. Dagli appunti conservati fra le sue “carte segrete” conosciamo anche i titoli dei quattro romanzi d’appendice che intende realizzare. Sono: La tragedia di Mayerling, Il fucilato di Queretaro, L’imperatrice Elisabetta e Franz Joseph intimo. Completa soltanto “La tragedia di Mayerling“, che poi non pubblica. Si tratta di un manoscritto di quaranta pagine, già pronto per essere passato in tipografia, che lui scrive presumibilmente nella prima metà del 1910.
Uno stile magniloquente
Sono tutti feuilleton, con uno stile inconfondibile per l’epoca. A titolo esemplificativo riportiamo un brano tratto da Claudia Particella:
Don Benizio accompagnò gli altri preti in sulla porta. Ritornato nella stanza, non poté trattenere un gesto di trionfo. Mentre si svestiva per andare a dormire, pensieri di vendetta, di conquista, di godimento, gli turbavano il cervello. «A domani! A domani!» diceva fra sé… «La pecorella non potrà sfuggirmi… impiegherò i mezzi buoni e cattivi… l’eloquenza gentile e la minacciosa, farò delle promesse… delle grandi promesse… Ah, Claudia… domani tu sarai mia! Lo voglio!» E la donna – dalle nudità lungamente agognate, quali appaiono nei furori di un erotismo coartato, ai forzati della castità – la donna bella e impudica che domani gli avrebbe gettato le braccia al collo, Claudia dagli occhi neri come quelli del diavolo, dagli omeri rotondi, dai capelli odorosi, dalla bocca paradisiaca, dalla pelle bianca e tenera, Claudia la cortigiana turbò il sonno di don Benizio, coll’incubo dei desideri insoddisfatti, colla speranza di carezze ignorate, di voluttà ineffabili sino all’esaurimento, sino all’esasperazione. La carne di questo prete fremeva, come freme un dio silvano nel mirare una ninfa nuda che si specchi nell’acqua di un ruscello limpido e silenzioso…
Fonti:
Le carte segrete di Mussolini, di A. Petacco