giovedì, Settembre 19

Il contadino medievale

Esiste una netta cesura tra contadini ed abitanti delle città nel Medioevo. La società contadina è chiusa e frammentata, quella cittadina, perlomeno nella parte borghese è mobile e aperta. Le case dei contadini sono sparse ed isolate, collocate per lo più nel mezzo dei campi, oppure ai bordi di una radura o di una foresta.

Le abitazioni dei contadini sono molto simili alle diverse latitudini europee. Si tratta per lo più di semplici capanne, a nord, nei climi più freddi, interamente costruite in legno, le mura sono formate di assi che costituiscono un rudimentale telaio intonacato con un impasto di fango, argilla e paglia. Nella Francia centro-meridionale questa rudimentale malta è sostituita da un impasto anche più semplice.

In Italia si usano molta paglia, frasche e fango. Il tetto è generalmente forato per consentire l’uscita del fumo ed è per lo più fatto di stoppie, più raramente di ardesia o tegole. Per proteggersi dal freddo le aperture sono ridotte al minimo, in genere una porta ed una finestra chiuse dall’interno con imposte di legno.

Tutta la casa, nella maggior parte dei casi, è formata da un unico vano con nicchie ove sono sistemati i letti, mentre la parete di fondo accoglie il focolare. I muri sono nudi, il soffitto è basso, il pavimento di terra battuta è coperto di paglia o fieno. E in questa unica stanza che si lavora, si riceve, si prendono i pasti ivi cucinati e spesso si dorme e si fa sesso.

Il mobilio è ridotto all’osso. Un elemento fondamentale è la madia, che in base alla sua grandezza, determina il relativo benessere della famiglia. Completa il sommario arredamento, una o due panche, qualche sgabello ed uno o due letti dove dormono insieme dalle due alle dieci persone. I mobili sono rozzi ma solidi, spesso costruiti con legno di quercia che garantisce la possibilità di essere trasferiti alle future generazioni.

In caso di contadini abbastanza abbienti è possibile che la casa si dotata di un solaio al quale si accede attraverso una scala esterna. Qui il contadino conserva il grano, la frutta, il vino ovvero gli alimenti più preziosi che garantiscono la sussistenza della sua famiglia. Ci sono anche contadini decisamente benestanti. In questo caso le loro abitazioni sono integrate da un granaio, una rimessa per attrezzi e carri, una stalla, un ovile, una o più porcilaie e talvolta anche una scuderia.

La grande massa però dei lavoratori delle campagne non ha niente di tutto questo ed è costretta ad ammassare fieno, gli scarsi utensili ed i pochi animali da cortile posseduti all’interno stesso della capanna in cui la famiglia abita. Dietro la casa si trova l’orto: i più poveri vi piantano solo un po’ d’insalata e qualche radice; quelli benestanti vi coltivano verdure, frutta, viti e piante tessili.

Gran parte della giornata le famiglie contadine la passano all’aperto lavorando nei campi ritirandosi nelle misere capanne all’imbrunire. La grande maggioranza dei contadini non effettua migliorie ed abbellimenti della propria casa, in parte per il motivo appena esposto ed in parte la necessità di acquisire nuovi terreni da coltivare e la rotazione delle colture rendono la sua vita semi nomade. Anche nell’ambito della signoria rurale poi, i contadini vagano da una tenuta all’altra e le loro abitazioni relativamente precarie mutano di luogo mantenendo le loro prerogative di estrema povertà.

Fonte:

Il Medioevo giorno per giorno, di A. Gatto

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