giovedì, Settembre 19

Plutone: la sua tenue atmosfera è a rischio

Plutone, la sua tenue atmosfera è a rischio. Costituita principalmente da azoto e da piccole quantità di metano e monossido di carbonio, l’atmosfera di Plutone sta iniziando ad eclissarsi. Il nono pianeta del sistema solare è oggi al centro di una ricerca eseguita dal Southwest Research Institute.

La ricerca svolta, che è stata divulgata al 53° convegno della Divisione di Scienze Planetarie dell’American Astronomical Society, si fonda sulle informazioni fornite dall’evento di occultazione avvenuto nel 2018. Inoltre, sono stati utilizzati i dati raccolti dalla sonda New Horizons della NASA.

La ricerca

I ricercatori hanno confrontato le due serie di informazioni. In questo modo hanno scoperto che l’atmosfera di Plutone, man mano che il pianeta si allontana dal Sole, comincia a congelarsi sulla sua superficie.

L’evento di occultazione, ossia quando il pianeta nano si è trovato a passare di fronte ad una stella molto distante, è avvenuto la notte del 15 agosto del 2018. L’evento è durato solamente due minuti. Nonostante il breve lasso di tempo, i ricercatori sono riusciti comunque a determinare il profilo della densità dell’atmosfera. 

Il team di ricerca del Southwest, non si è fatto trovare impreparato. Infatti, aveva raccolto precedentemente tutte le informazioni sull’evento di occultazione di Plutone, schierando i telescopi situati tra gli Stati Uniti e il Messico. In questo modo ha potuto immortalare il breve momento in cui l’atmosfera di Plutone è stata retroilluminata dalla stella. Questa non è la prima volta che un’occultazione viene sfruttata per una ricerca.

L’atmosfera di Plutone

I mutamenti che avvengono nell’atmosfera di Plutone sono stati attentamente monitorati, attraverso questo evento, a partire dal 1988. Le informazioni ottenute ad agosto del 2018 sono state confrontate con quelle raccolte del fly-by di New Horizons, riprese nel 2015

Il fly-by di New Horizons, ha permesso di tracciare un esatto profilo della densità atmosferica, di plutone. Questo è risultato coerente con la tendenza al raddoppiamento del suo volume ogni dieci anni. Invece, per quanto riguarda i dati raccolti nel 2018, è stata evidenziata una battuta d’arresto di questo trend.

I telescopi schierati per l’evento di occultazione hanno rilevato che un fenomeno definito “lampo centrale”, un evento creato dall’atmosfera di Plutone mentre rifletteva la luce in un’area situata proprio al centro dell’ombra.

Il lampo avvenuto nel 2018 è stato il più intenso mai vista prima durante un’occultazione. Questo evento ha fornito dei dati molto interessanti ai ricercatori. L’atmosfera di Plutone viene sostenuta dalla pressione dei vapori della sua superficie ghiacciata. Di conseguenza anche un minuscolo cambiamento di temperature, di queste coltri glaciali, può modificare, in maniera decisamente, rilevante la densità atmosferica di Plutone.

Il pianeta nano, situato ad una distanza che varia tra le 30 e le 50 unità astronomiche, impiega 248 anni per completare un’orbita intorno al Sole. Plutone, durante gli ultimi 25 anni, si è allontanato dal Sole, ricevendo così un irraggiamento inferiore. Nonostante ciò, fino al 2018 la sua densità atmosferica e la pressione di superficie hanno continuato a crescere.

 La Sputnik Planitia

Conclusioni

I ricercatori pensano che la crescita sia avvenuta a causa di un fenomeno di inerzia termica. Questo tipo di processo potrebbe essere correlato alle riserve di ghiaccio azotato presenti sul “volto” del pianeta, luogo in cui la temperatura non si è mai abbassata a causa del calore mantenutosi al di sotto di esse.

La parte maggiore di queste riserve è la Sputnik Planitia, un ghiacciaio scintillante che costituisce l’area ovest della Tombaugh Regio. Le nuove informazioni raccolte hanno evidenziato in maniera netta un raffreddamento. Questo è risultato molto utile per poter approfondire le caratteristiche degli strati sub-superficiali di Plutone, soprattutto per il fenomeno di trasferimento di calore.

I dati raccolti agevoleranno i progettisti atmosferici a migliorare la loro comprensione degli strati del sottosuolo di Plutone, soprattutto in relazione alle composizioni coerenti con i limiti osservati del trasferimento di calore.

FONTE:

https://www.globalscience.it/29887/plutone-atmosfera-a-rischio-2/?fbclid=IwAR2Ek1ZbimAMB0HuOF8uwP66Jk5QIUgbCkjO3N2RMZOLSfgTJJ3mjVRY9_g

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