venerdì, Settembre 20

L’inarrestabile ascesa delle megalopoli

Nel 1800, meno del 2 per cento della popolazione mondiale viveva in città; nel 1900 questa quota era ancora solo il 5 per cento. Nel 1950 ha raggiunto il 30 per cento, e il 2007 è stato il primo anno nel quale la metà dell’umanità abitava in contesti urbani. Il processo di urbanizzazione e di spopolamento delle aree rurali sembra ormai inarrestabile.

Secondo un report dell’ONU del 2016 nel nostro pianeta ci sono almeno 512 città con una popolazione superiore ad 1 milione di abitanti e 31 di queste con oltre 10 milioni di abitanti. Queste ultime città hanno una definizione particolare: megalopoli. Come mai queste enormi estensioni metropolitane hanno tanto potere attrattivo a discapito non soltanto delle campagne ma anche dei paesi e delle piccole città?

La risposta è piuttosto semplice ed in gran parte gira intorno all’economia. Le economie di scala portano con sé risparmi in termini di tempo e organizzazione; le interazioni tra i produttori, i fornitori, e i consumatori sono piú facili da gestire; le aziende hanno accesso a grandi bacini di lavoratori e di competenze diverse; e le opportunità nelle grandi città attraggono talenti, spesso da tutto il mondo. Inoltre alcune di queste megalopoli si sono per così dire “specializzate” a livello globale, in specifiche nicchie dell’ecosistema economico.

Pensiamo a Londra e New York capitali internazionale della finanza o a Shenzhen nella provincia del Guangdong, la capitale mondiale dell’elettronica di consumo. Queste megalopoli sono anche sedi delle più prestigiose università e centri di formazione e ricerca e quindi producono talenti e competenze di cui il mercato del lavoro è sempre più “affamato”.

Per contro il sovraffollamento, l’inquinamento ambientale, la gestione complessa del traffico e dei rifiuti rappresentano l’altra faccia della medaglia. Ma quali sono le megalopoli più popolose del pianeta? Non è facile rispondere a questa domanda perché i diversi livelli amministrativi nei quali possono essere “catalogate” queste enormi estensioni urbane ci ritornano cifre diverse.

Ad esempio Tokyo, certamente la megalopoli più grande del mondo, si può dividere in ben otto diversi livelli amministrativi e statistici che portano da un minimo di 10 milioni di abitanti (la città vecchia) a ben 45 milioni di persone come area metropolitana della capitale della nazione. Quella a cui fa riferimento il “comune” è la grande area metropolitana di Tōkyō (Tōkyō daitoshi-ken), definita come il territorio collegato dal trasporto pubblico entro un raggio di distanza massima di 70 chilometri dalle torri gemelle dell’edificio governativo metropolitano (Tōkyō tochō) a Shinjuku: un’area che ospita oggi circa 39 milioni di persone.

L’espansione delle megalopoli nel corso dell’ultimi decenni si è decisamente spostata verso l’Asia. Fino al 1900 nove delle dieci città più grandi del mondo si trovavano in Europa e negli Stati Uniti. Ancora a metà del ventesimo secolo le megalopoli erano soltanto due: New York e Tokyo. Nel 2020 le megalopoli sono diventate 35 ed ospitano complessivamente 500 milioni di abitanti.

Tōkyō (con una popolazione maggiore del Canada, e una produzione economica che equivale a circa la metà di quella complessiva della Germania) rimane al primo posto, e venti delle trentacinque megalopoli (circa il 60 per cento) si trovano in Asia. Sei in America Latina, due in Europa (Mosca e Parigi), tre in Africa (Il Cairo, Lagos, Kinshasa), e due nel Nordamerica (New York e Los Angeles).

Nessuna di queste megalopoli è in testa ad un numero sufficientemente ampio di indicatori usati per “misurare” la qualità della vita e se la capitale nipponica si posiziona bene per quanto riguarda il trasporto pubblico e la pulizia oppure le megalopoli cinesi sono espressioni di una nuova architettura e di faraonici progetti pubblici, tutte, anche quelle dei paesi più ricchi pagano un significativo tributo alla qualità della vita ed alla salute dei loro cittadini.

E l’ONU ha previsto l’emergere di dieci ulteriori megalopoli per il 2030: sei in Asia (incluse Ahmadâbâd e Hyderābād in India), tre in Africa (Johannesburg, Dar es Salaam, Luanda), e Bogotá in Colombia.

Fonte:

I numeri non mentono di V. Smil

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