giovedì, Settembre 19

La tragica vita di Tim e Jeff Buckley

Un padre ed un figlio, entrambi musicisti, il primo audace sperimentatore, il secondo che  riscosse grande successo principalmente in Francia e in Australia, entrambi con le vite spezzate nel fiore degli anni, il padre a 28 anni, il figlio a 30.

Parliamo di Tim Buckley, il padre e di suo figlio, Jeff. Tim è poco più di un adolescente quando a 19 anni, il 25 ottobre del 1965 sposa la sua compagna di scuola Mary Guibert. E’ un classico matrimonio “riparatore” Mary infatti è incinta. L’unione è osteggiata dalle due famiglie che ritengono i ragazzi troppo giovani e mal assortiti per una scelta così importante.

Il padre della sposa non si fa vedere alla cerimonia. Il padre dello sposo sì, stringe la mano ai ragazzi e con un largo sorriso fredda i due giovani, dicendo a proposito del matrimonio: “Durerà sei mesi”. Non sbaglierà di molto. Il primo scricchiolio tra i due sposini avviene quando si scopre poche giorni dopo che Mary non è incinta, si è trattato di un raro caso di gravidanza isterica. Per Tim è un vero sollievo, può dedicarsi totalmente al suo sogno diventare un musicista rock con la band costituita con gli amici Larry Beckett e Jim Fielder.

Tim Buckley

Il giovane, di origine italoirlandese è alla spasmodica ricerca del suo primo contratto. E l’occasione finalmente capita durante un provino organizzato dal manager Herb Cohen, vengono scartati Larry e Jim, ma Tim fa un’ottima impressione e firma il suo primo contratto con la casa discografica Elektra di Jac Holzman, e ad agosto 1966 eccolo in studio al Sunset Sound per un primo album di dodici canzoni tutte originali.

Nel frattempo la moglie avverte che il matrimonio con Tim fa acqua da tutte le parte, ma innamorata gioca la carta di una gravidanza, stavolta vera, per tenere a se il marito. Nasce così il 17 novembre 1966 Jeff Buckley. Il bambino non riuscirà però a “salvare” il matrimonio. I due divorziano un mese e mezzo prima del parto. Tim riconoscerà il bambino ma sarà un padre assente, che vedrà rarissimamente il figlio negli otto anni e mezzo che gli rimangono da vivere.

Nel dicembre del 1966 esce il suo primo LP l’omonimo Tim Buckley. In supporto al disco cominciò un lungo tour negli Stati Uniti, durante il quale partecipò anche allo show televisivo di Johnny Carson. Il disco avrà un modesto successo commerciale che però gli consentirà di pubblicare il suo secondo lavoro GOODBYE & HELLO, che Tim va a realizzare nel giugno dell’anno dopo.

Questo album, considerato dalla critica uno dei suoi migliori lavori contiene anche la canzone I Never Asked to Be Your Mountain, che verrà reintepretata dal figlio Jeff, nel 1991, durante un concerto in memoria del padre. I suoi lavori futuri passarono dal folk, alla musica psichedelica, a contaminazioni jazz sempre con una grande capacità di sperimentare ed innovare. In seguito allo scarso successo commerciale dei suoi dischi, dopo la pubblicazione dell’album  Starsailor,  Buckley sospese temporaneamente l’attività musicale, cadendo preda della depressione e sviluppando una dipendenza per l’alcool e le droghe.

Ed è proprio un overdose di eroina ed alcol ad uccidere Tim, il 29 giugno 1975 a Santa Monica in California. Torniamo indietro di qualche anno per seguire la vita di Jeff. Cresciuto di fatto senza il padre, il giovane dovrà molto al patrigno Ron Moorhead (che verrà ricordato dallo stesso Buckley per il suo contributo nella sua crescita personale e musicale) e al fratellastro Corey, con i quali si trasferì più volte in diverse città dell’Orange County, nella California del Sud.

Diplomatosi nel 1984 aveva suonato in vari gruppi jazz della scuola. Seguirà una lunga gavetta che lo porterà fino a NewYork, ma sarà l’ex manager del padre Herb Cohen, che a Los Angeles, lo aiuterà a registrare la sua prima demo di brani originali. Il vero esordio nella musica avverrà nel citato concerto in memoria del padre a New York, nella chiesa di St. Ann di Brooklyn il 26 aprile 1991 dove Jeff canterà un paio di pezzi.

Jeff Buckley

La sua carriera proseguì tra alti e bassi, riscuotendo particolare successo soprattutto in Francia ed Australia. Ma un destino tragico stroncherà la vita di Jeff all’età di 30 anni. La sera del 29 maggio 1997 mentre a bordo di un furgone guidato dal suo roadie Keith Foti, si stava dirigendo presso gli studi di registrazione, costeggiando le rive del Wolf River, un affluente del Mississippi, chiese all’autista di fermarsi, avendo voglia di fare un bagno.

Non era la prima volta che Jeff faceva dei bagni nei fiumi. Stavolta si butta con tutti i vestiti addosso e nuota fino ai piloni del ponte dell’autostrada, sembra secondo la testimonianza dell’autista, canticchiando il ritornello di  Whole Lotta Love dei Led Zeppelin, quando un battello che stava transitando probabilmente provocò un gorgo che inghiottì il musicista.

Il corpo di Jeff Buckley fu ritrovato soltanto cinque giorni dopo, avvistato da un passeggero del traghetto American Queen. Jeff Buckley aveva raggiunto il padre Tim il cui non rapporto lo aveva segnato per tutta la sua breve vita.

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