giovedì, Settembre 19

Perseverance festeggia il primo anno su Marte

Il rover della NASA ha portato a termine numerosi obiettivi. Tra questi sono inclusi una lunga serie di record, compiuti da quando è arrivato su Marte un anno fa, più precisamente il 18 febbraio del 2021. Il rover ha ancora in serbo molte altri importanti risultati, mentre si appresta a dirigersi verso la sua prossima destinazione.

Perseverance, con un peso di circa 1 tonnellata, è attualmente il rover più pesante mai atterrato su Marte. Il rover è riuscito a raccogliere ben sei campioni di roccia e fornisce una stazione per Ingenuity, il primo elicottero presente su Marte. Inoltre, ha anche testato il MOXIE, acronimo di Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment, il primo prototipo di generatore di ossigeno giunto sul pianeta rosso.

Perseverance ha da poco battuto un importante record, per la maggior distanza percorsa da un rover su Marte in un solo giorno, percorrendo quasi 320 metri il 14 febbraio del 2022, corrispondente al 351° giorno marziano, o sol, della missione. 

La prima campagna scientifica

Il rover sta per concludere la sua prima campagna scientifica all’interno del cratere Jezero, un luogo che molti miliardi di anni fa conteneva al suo interno un lago, un posto che presenta delle rocce molto antiche che i ricercatori vogliono analizzare da vicino. Le rocce sono degli elementi in grado di conservare e registrare le tracce degli ambienti che, in un tempo lontano, ospitavano l’acqua, e quindi utili per la ricerca di segni di un’antica vita microscopica.

Perseverance, attraverso il suo braccio robotico e un sistema di raccolta di campioni, ha raccolto e conservato dei nuclei di roccia dal fondo del cratere, segnando così il primo passo verso la campagna Mars Sample Return.

Thomas Zurbuchen, amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA, ha spiegato che: “I campioni raccolti da Perseverance forniranno una cronologia chiave sulla formazione del cratere Jezero”.

Prossimi obiettivi

Perseverance durante le prossime settimane dovrà raccogliere altri due campioni di roccia “Ch’ał”, chiamato con il termine Navajo per “rana”, un insieme di rocce scure e pietrose, degli oggetti rappresentativi di ciò che è stato visto dai ricercatori su gran parte del fondo del cratere.

I ricercatori ritengono che i campioni di roccia possano, una volta tornati sulla Terra, fornire una datazione sia per la formazione del cratere Jezero che del lago che un tempo vi risiedeva.

Esistono molti modi per riuscire a fornire una data approssimativa di un pianeta o di un satellite, come ad esempio il numero di crateri. Le superficie più antiche hanno avuto molto più tempo a disposizione per poter accumulare crateri da impatto di varie dimensioni. 

I ricercatori, nel caso della Luna, hanno potuto perfezionare le loro stime analizzando i campioni lunari dell‘Apollo. Queste indagini sono risultate molto utili per riuscire a restringere le stime dell’età della superficie di Marte. I campioni raccolti sul pianeta rosso permetteranno ai ricercatori di migliorare le stime e comprendere meglio la storia geologica di Marte.

Le difficoltà della missione

Il rover ha incontrato molte sfide durante il suo percorso. Il primo tentativo di carotaggio, infatti, non è andato a buon fine, rivelando purtroppo un nucleo roccioso vuoto. Queste evento ha provocato un’ampia campagna di test, per comprendere meglio le rocce che risultano essere troppo fragili.

Con Perseverance è stato sempre presente il suo compagno di volo Ingenuity. Anche l’elicottero ha dovuto superare delle difficoltà, come essersi bloccato per quasi un mese a causa di una tempesta di sabbia, per poi riuscire a riprendere recentemente i suoi voli. 

Ingenuity è riuscito a portare a termine ben 19 voli, nonostante ne fossero stati previsti solamente 5, fornendo così immagini molto importanti del terreno marziano e aiutando il team di Perseverance a pianificare il percorso da seguire.

Ultime informazioni

Perseverance dovrà raggiungere quest’estate un altro importante luogo, un delta a forma di ventaglio formato da un antico fiume, che alimentava il lago che era presente nel cratere Jezero. Questo, secondo i ricercatori, è un luogo in cui potrebbero essersi accumulati dei sedimenti nel tempo, elementi in grado di intrappolare potenzialmente della materia organica e delle possibili biofirme, ossia segni di vita, che potrebbero essere stati presenti in passato. 

FONTE:

https://www.nasa.gov/feature/jpl/nasa-s-perseverance-celebrates-first-year-on-mars-by-learning-to-run

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights