giovedì, Settembre 19

Ecco la lista degli asteroidi che in questo mese “sfioreranno” la Terra

È certo che in un futuro lontano e indeterminale un oggetto cosmico di notevoli dimensioni colpirà la Terra provocando gravi danni ed estinzioni di massa su scala planetaria. Non sappiamo se questo accadrà tra 200, 2.000 o 20.000 anni, ma che sia un’eventualità che merita un’attenzione intergenerazionale dell’umanità è fuori discussione.

Un’attività di sorveglianza non è necessaria soltanto per eventi di tipo catastrofico ma anche per irruzioni di piccoli oggetti cosmici in grado comunque di provocare disagi e pericoli anche su scala geografica ridotta, come è avvenuto per la pioggia di meteoriti in Russia e il passaggio ravvicinato dell’asteroide 2012 DA14, entrambi avvenuti il 15 febbraio scorso.

Soltanto in questo mese di marzo sono previsti passaggi “ravvicinati” di numerosi oggetti cosmici. Di seguito pubblichiamo la lista.

La prima colonna indica il nome dell’oggetto, la seconda il giorno del “passaggio ravvicinato”, la terza a che distanza l’asteroide passerà dal nostro pianeta (ad esempio il primo oggetto passerà a una distanza pari a 7,5 volte la distanza dalla Terra alla Luna). La penultima colonna indica la velocità stimata dell’oggetto, espressa in km per secondo e infine l’ultima colonna, la dimensione in metri. Gli asteroidi molto piccoli in genere bruciano completamente nell’atmosfera e quindi non costituiscono alcun pericolo.

Ci sono poi oggetti, come l’asteroide lungo appena 5 metri, che ieri 2 marzo, è passato tra noi e il nostro satellite naturale nell’assoluta indifferenza generale. Il sistema di monitoraggio degli asteroidi della NASA rileva circa 3.000 di questi oggetti cosmici l’anno. La prossimità alla Terra di questi oggetti non implica necessariamente una probabilità d’impatto, ma è necessaria una continua e accurata sorveglianza. Solo stimando le possibilità di collisione con la Terra dei NEA (Near Earth Asteroids, NEA)e più in generale dei NEO (Near Earth Objects) è possibile elaborare una strategia di “difesa” da tali eventi.

L’osservazione di questi oggetti deve essere corredata da un’attenta analisi delle loro traiettorie, per corrispondere a questa esigenza la NASA ha sviluppato un algoritmo di monitoraggio dell’impatto di nuova generazione chiamato Sentry-II. Questo algoritmo che sostituisce il Sentry-I è utilizzato dal CNEOS (Center for Near Earth Object Studies della NASA), la struttura predisposta per l’agenzia spaziale statunitense alla sorveglianza di oggetti cosmici potenzialmente pericolosi.

Un altro sistema, anche questo statunitense, che in qualche misura integra le funzioni di CNEOS è GEODSS (Ground-based Electro-Optical Deep Space Surveillance) un sistema di sorveglianza spaziale optoelettronico-terrestre che permette di monitorare oggetti piccoli fino alle dimensioni di una pallina da tennis a più di 30.000 km nello spazio, quindi svolge un ruolo fondamentale nel monitoraggio degli oggetti orbitanti nello spazio profondo. Infatti oltre 1.200 oggetti, compresi i satelliti geostazionari per le telecomunicazioni, sono nello spazio a più di 4000 km dalla Terra.

Il sistema si basa su un gruppo di telescopi e relative fotocamere posizionati a Socorro, nel New Mexico, Hawaii e Diego Garcia. Poiché si tratta di un sistema ottico, le condizioni meteorologiche locali influiscono sulla sua efficacia.

I telescopi si muovono sulla volta celeste alla stessa velocità a cui sembrano muoversi le stelle, ciò mantiene le stelle su posizioni fisse nella porzione di cielo osservata. Quando i telescopi rallentano le fotocamere del GEODSS scattano istantanee in rapida successione della visuale tenuta al momento; quattro computer poi sovrappongono le immagini ottenute e gli oggetti rilevati in posizioni fisse, le stelle, vengono cancellati mentre gli oggetti spaziali, naturali o artificiali, che lasciano una traccia tipo scia vengono analizzati per capire tipologia e posizione.

Quest’ultimo sistema è però particolarmente orientato per scopi di sorveglianza militare contro i satelliti spia delle altre nazioni.

Fonti:

Ansa

alcune voci di Wikipedia

astrospace.it

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