venerdì, Settembre 20

Il colpo di stato di Pipino, il Breve

In un precedente articolo, “I Franchi, il popolo dei liberi” abbiamo succintamente narrato l’espansione di una serie di tribù germaniche, unite sotto la dinastia dei merovingi in una confederazione che assumerà successivamente il nome che li ha resi famosi nella storia d’Europa.

I Re avevano una funzione religiosa e di rappresentanza mentre il potere politico e militare era saldamente nelle mani dei maggiordomi di palazzo. Questa posizione però diverrà ben presto insostenibile per l’avvento di due fattori, la conversione al cristianesimo dei Franchi e la supremazia dei Pipinidi, alla testa della confederazione. La conversione dei Franchi alla religione cattolica avvenne sotto il regno di Clodoveo I, quando egli nel 493 sposò la cattolica Clotilde, nipote del re borgognone Gundobado, e nel 496, dopo una decisiva vittoria sugli Alamanni a Tolbiaco, si convertì egli stesso al cattolicesimo. Questo fatto creò tra i Franchi dominatori e la popolazione gallo-romana un vincolo duraturo, che fece la forza del regno di Clodoveo. 

Il colpo decisivo ai Re senza potere dei Franchi fu sferrato dal padre di Carlo Magno, Pipino quando il futuro imperatore aveva sette od otto anni. Pipino detto il Breve aveva ormai maturato la convinzione di unificare nella sua persona, la duplice funzione di re e maestro di palazzo e per portare a termine questo “colpo di stato” si rivolse all’alleato naturale dei Franchi: il Papa.

L’autorità politica e morale del Vescovo di Roma era largamente riconosciuta nella cristianità e Pipino cercava nel pronunciamento del Papa, la legittimazione necessaria per assurgere a Re dei Franchi. Perciò Pipino scrisse a papa Zaccaria, chiedendogli se era bene che tra i Franchi il nome di re toccasse a uno che in realtà non aveva alcun potere; e il papa, rifacendosi all’autorità di Agostino e di Gregorio Magno, rispose che il titolo di re spettava a chi esercitava l’effettiva autorità.

Zaccaria era il novantunesimo Papa della Chiesa cattolica, nato a Santa Severina nel 679, nel 751 avvertiva che la presa della Chiesa sui Longobardi si era fatta inconsistente e quindi aveva colto al volo la richiesta di legittimazione di Pipino, fornendogli la copertura morale e “giuridica” per le sue pretese. Forte del parere papale, nel novembre del 751 Pipino si fece acclamare re dall’assemblea dei magnati del regno, e ungere con l’olio santo dai vescovi delle Gallie, mentre il legittimo re era spedito a finire i suoi giorni nel silenzio d’un monastero.

La deposizione di Childerico III fu eseguita secondo l’uso germanico: gli furono rasati i capelli, simbolo della funzione sacerdotale che avevano interpretato fino all’avvento del cristianesimo . Invece l'”unzione” del nuovo re fu fatta con uno speciale olio benedetto. Tale atto, estraneo al mondo germanico o romano, si rifaceva all’unzione dei re d’Israele presente nella Bibbia. La nuova sacralità arrogata dai carolingi era “più alta” della tradizionale sacralità con risvolti pagani arrogata dai re della dinastia merovingia che finiva in quel freddo novembre del 751.

Nel frattempo Papa Zaccaria era morto e il suo successore Stefano II minacciato dai Longobardi che premevano su Roma, si fece promettere che il nuovo re dei Franchi sarebbe intervenuto con la forza in Italia, a stroncare per sempre quella minaccia, e in cambio andò in Gallia, nel 754, per ripetere la cerimonia dell’unzione reale. In quell’occasione fu stipulato un “patto d’amicizia” tra il Regno dei Franchi e il Papato che sarà rinnovato dai successori di Pipino, che si vide attribuire anche il titolo di Patrizio dei Romani. Sappiamo che Pipino faticò a convincere i nobili Franchi della necessità di un possibile conflitto con i Longobardi ma prevalse il dovere di salvaguardare la vera fede e colui che in terra ne era il custode supremo.

Da quel momento i Pipinidi, che presto sarebbero diventati i Carolingi, consapevoli della posizione di preminenza che avevano ottenuto su tutta la cristianità occidentale erano pronti a mettere all’incasso questa nuova legittimazione.

Fonti:

treccani.it

alcune voci di Wikipedia

Carlo Magno di A. Barbero

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights