giovedì, Settembre 19

Ecco cosa si sa sui terremoti lunari

Ecco cosa si sa sui terremoti lunari. Esistono faglie tettoniche attive sulla nostra Luna? Le analisi dei dati forniti dai sismografi operativi sulla Luna fino al 1977 hanno rivelato che esiste sul nostro satellite un’attività sismica ancora in atto. Questi dati rivelano quindi che il nostro satellite è più attivo di quanto si pensasse.

La Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), la sonda della NASA presente in orbita attorno alla Luna dal 2009, ha inviato moltissime immagini ad alta risoluzione sulla Terra. Le immagini hanno rivelato alcune strutture geologiche che indicavano che il nostro satellite stesse raggrinzendo.

Nelle immagini sono presenti le fannoglie tettoniche, ossia delle lunghe fratture che spaccano la crosta del nostro satellite, dei fenomeni di cui non si è potuto però dire se sono attualmente attivi.

I dati dei terremoti lunari

Un team di ricercatori americani e canadesi ha deciso di rielaborare i dati dei terremoti che sono stati registrati dai sismografi lasciati sulla Luna dagli astronauti delle missioni Apollo. La ricerca, che è stata pubblicata su Nature Geoscience, ha fatto emergere che l’epicentro di alcuni sismi si trova in prossimità delle faglie.

L’epicentro di otto dei 28 terremoti registrati cade esattamente in prossimità di fratture, a non più di 30 chilometri distanza. Queste informazioni indicano che sul nostro satellite è presente un’attività tettonica. I sismografi presenti sulla Luna hanno operato dal 1969 al 1977, ultimo anno in cui gli strumenti furono definitivamente dichiarati degradati.

Nicholas Schmerr, uno degli autori dello studio, ha dichiarato che: “Il fatto che in quel periodo alcune faglie hanno prodotto dei sismi, indica che molto probabilmente sono ancora attive. Visto che non abbiamo mai fin’ora registrato attività geologica su altri pianeti del sistema solare, è straordinariato che sulla Luna, invece, c’è ancora molta attività”.

I sismografi sono arrivati sulla Luna con le missioni Apollo 11, 12, 14, 15 e 16. Quello trasportato dall’Apollo 11 funzionò solamente per tre settimane, mentre gli altri rimasero attivi fino al 1977.

Conclusioni

I terremoti registrati, secondo le elaborazioni, ebbero una magnitudo compresa tra 2 e 5. Thomas Watters, del Center for Earth and Planetary Studies, dello Smithsonian Institution di Washington, Usa, che ha partecipato alla ricerca, ritiene che: “Molto probabilmente gli otto sismi a cui facciamo riferimento sono stati prodotti da faglie in scorrimento, una forza che è stata rilasciata dalla tensione accumulata per compressione, dovuta sia alla contrazione del satellite sia alle forze di marea prodotte dalla Terra”.

La sonda LRO della NASA ha rilevato quasi 3.500 scarpate, alcune delle quali caratterizzati dalla presenza di massi alla base. Questo indica che sono avvenute delle frane dai versanti delle strutture, molto probabilmente dovute a dei terremoti che hanno fatto tremare la superficie. 

Le ricerche sui lunamoti, quando torneremo sulla Luna, saranno di importanza prioritaria, per poter comprendere l’evoluzione, sia passata che futura, del nostro satellite.

FONTE:

https://www.focus.it/scienza/spazio/terremoti-faglie-tettoniche-attive-sulla-luna

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