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Cento anni di Margherita Hack: 12 giugno 1922 – 12 giugno 2022

Sono trascorsi già 100 anni dalla nascita della grande astrofisica e divulgatrice scientifica, scomparsa per complicazioni cardiache il 29 giugno 2013, all’età di 91 anni.

Sono tantissimi i modi possibili di definire Margherita Hack: vegetariana, animalista, sportiva, in quanto adorava il ciclismo e da giovane ha giocato con successo a pallacanestro e praticato atletica leggera, atea convinta, che rispondeva a domande sul credo e sulla religione con frasi storiche come “Dio è solo nella nostra testa” oppure “Non credo al paradiso come un condominio”, ma soprattutto una scienziata. Una grande scienziata.

Margherita nacque il 12 giugno 2022 a Firenze, figlia di Maria Luisa Poggesi e Roberto Hack, in un’Italia che si stava apprestando ad entrare nello sciagurato ventennio fascista. I genitori di Margherita aderirono entrambi alla Società Teosofica, filosofia di origine indiana vicina al Buddismo, che pratica il rispetto per tutte le forme di vita, senza mai imporre nessun obbligo di credo alla figlia, ma contribuendo comunque alla sua crescita spirituale.

Il 19 febbraio 1944, quando la seconda guerra mondiale stava ancora devastando il nostro paese, sposò colui che sarebbe stato suo marito per oltre settant’anni, il letterato Aldo De Rosa, dichiaratamente cattolico, con rito religioso, nonostante il suo fervente ateismo (si dice che quella fu la prima ed ultima volta in cui entrò in una chiesa in vita sua). La coppia non ebbe figli, ma adottò nel corso degli anni molti animali. Una delle più grandi passioni della Hack.

Nel 1945, si laureò in fisica presso l’Università di Firenze, discutendo una tesi sperimentale realizzata presso l’osservatorio astronomico Arcetri, riguardante le stelle variabili Cefeidi (importanti tipi di stelle usate per calcolare la scala delle distanze cosmiche grazie alla loro peculiare caratteristica di variare la luminosità nel tempo). Ad Arcetri, il contatto con l’astrofisica sperimentale, piacque molto alla Hack, che decise di fare della spettroscopia stellare il suo principale ambito di ricerca.

Il primo incarico lo ebbe nel 1954 presso l’osservatorio astronomico di Merate, in provincia di Lecco, il quale dipendeva, come succursale, dall’osservatorio astronomico di Brera.

Ma la svolta significativa venne nel 1964, quando divenne la prima donna a dirigere l’osservatorio astronomico di Trieste. Posizione che ricoprì fino al 1987.

Polaris A, la famosa stella polare, è una Variabile Cefeide, le prime stelle studiate da Margherita

La Hack occupò la cattedra di docente ordinario di astrofisica presso l’università di Trieste fino al 1992. In quel periodo collaborò con molte università straniere in qualità di ricercatore in visita. Negli Stati Uniti collaborò con l’Università di Berkeley e la Princeton University e molti gruppi di lavoro della NASA. In Europa, invece, lavorò con l’Institut d’Astrophysique di Parigi, gli Osservatori di Utrecht e Groningen in Olanda. A seguito dei suoi studi, arrivò a pubblicare oltre 250 articoli su riviste astronomiche internazionali ed anche libri di testo considerati tutt’oggi fondamentali.

La Hack è stata anche una grande divulgatrice scientifica, sin dal 1978, quando era ancora direttrice dell’osservatorio astronomico di Trieste, fondò la rivista scientifica bimensile “L’Astronomia” il cui primo numero risale al 1979, oltre a dirigere la rivista “Le Stelle” insieme a Corrado Lamberti.

Margherita Hack ci ha lasciato ormai da 9 anni, ma la sua eredità è enorme. Decine di libri, interviste, documentari, l’hanno resa famosa al grande pubblico che si rivolgeva a lei, e alla sua dote di esposizione chiara e lineare, per cercare di comprendere argomenti altrimenti difficili. Grazie Margherita, ognuno di noi conserverà sempre di te un caro ricordo.

Fonti: http://www.margheritahack.it/cenni_biografici.php

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