venerdì, Settembre 20

Le “altre” donne del Medioevo

L’età di mezzo è fondamentalmente un lunghissimo periodo contrassegnato da una società patriarcale e maschilista. Per la grande maggioranza delle donne il destino era segnato fin dalla nascita, crescere rapidamente, spesso senza alcuna istruzione e convolare a nozze, in età ancora giovanissima, magari attraverso un matrimonio “combinato” dalla propria famiglia e da quella dello sposo.

Una volta sposata la donna medievale passa dalla tutela del padre a quella del marito, trascorre la vita, circondata di figli e affaticata da mille faccende che la fanno sfiorire rapidamente, sicché spose poco più che trentenni si considerano in età già avanzata. Spesso poi sono costrette a portare avanti la cura della casa e dei campi da sole poiché il marito è di sovente fuori per affari o per far la guerra e nel caso delle Crociate questa separazione poteva essere definitiva o comunque protrarsi per molti anni.

Nella società le donne avevano un ruolo del tutto marginale, segregate dallo strabordante potere maschile. Eppure nonostante questo sconfortante panorama generale i casi di donne che hanno rivestito potere e successo nel Medioevo non sono pochi. Si tratta come è facilmente intuibile di donne eccezionali che hanno saputo con grande personalità e tenacia superare gli enormi limiti sociali e culturali frapposti all’emancipazione femminile.

Le religiose

Nella vita ecclesiastica ad esempio ella domina e se raggiunge lo stato di badessa specie in un complesso monastico importante eserciterà un vero e proprio potere politico, oltre che religioso, nella comunità di riferimento. È il caso di Roswitha di Gandersheim (935-974 circa), nipote di Ottone I, badessa dell’abbazia di Gandersheim, in Sassonia, dove entrò molto giovane e vi rimase per tutta la vita.

Poetessa e autrice di sensuali opere teatrali o meglio dialoghi drammatici, visto che al tempo dell’autrice era scomparsa la concezione di teatro e di rappresentazione drammatica, Roswitha ricoprì un autorevole ruolo politico, sociale e morale, oltre che ovviamente religioso. Sempre per rimanere tra le badesse influenti non possiamo non accennare a Eloisa, (1092-1164 circa), figlia nata dalla scandalosa unione di Hersint di Champagne, Signora di Montsoreau (fondatrice dell’Abbazia di Fontevraud), con il siniscalco di Francia Gilberto di Ghirlanda. Famosa per la sua liaison intellettuale e sentimentale con Pietro Abelardo, divenne badessa dell’oratorio del Paraclèto che sotto la sua guida divenne uno dei centri culturali più importati della Francia nord-orientale.

Le “politiche”

Anche sul fronte prettamente politico si annoverano figure straordinarie come Teodora (500-548 circa) che sposò l’imperatore d’Oriente Giustiniano I, in parte coadiuvandolo nella gestione del potere. Se Teodora ricoprì l’incarico di imperatrice consorte, arricchendolo di un effettivo potere, ancora meglio di lei farà Irene, detta l’Ateniese che sarà l’unica donna a fregiarsi del titolo di Basileus e non quello di basilissa (riservato appunto alle imperatrici consorti).

Irene (752-803) con un colpo di stato ai danni del figlio Costantino VI si impossesserà del trono e governerà l’impero bizantino per cinque anni, prima di essere detronizzata, a sua volta, da un colpo di Stato orchestrato dal ministro delle Finanze Niceforo.

E ancora Adelaide, moglie di Lotario II e poi di Ottone I, Teofane, consorte di Ottone II e madre di Ottone III, regine come Amalasunta, figlia di Teoderico, Eleonora di Aquitania, regina di Francia e di Inghilterra, Giovanna i e Giovanna II d’Angiò, Maria di Borgogna, figlia di Carlo il Temerario, principesse e governanti come Marozia o Teodora senatrix, rivestono ruoli di primo piano e sbrigano importanti affari politici, organizzano la vita dello Stato o della loro città, guidano la diplomazia e perfino, in taluni casi, gli eserciti.

Le sante

Senza dimenticare donne animate da una fede mistica e incrollabile, a cui successivamente la Chiesa cattolica conferirà lo status di santità, come Caterina da Siena, Francesca Romana, Brigida di Svezia, Chiara di Assisi e Giovanna d’Arco. tutte in grado di lasciare un segno ineliminabile nel tempo vissuto.

Dipinto di fantasia, Giovanna d’Arco

Le “donne d’azione”

E per finire questa del tutto personale e non esaustiva carrellata, un cenno merita anche quella che potremmo definire la categoria delle “donne d’azione”. Nel 1173 la Repubblica marinara di Ancona, era stata posta da alcuni mesi sotto assedio dall’arcivescovo di Magonza Cristiano di Buch, per conto dell’imperatore Federico Barbarossa. Si era al tempo delle lotte tra le forze imperiali e le città italiane che non intendevano sottomettersi al dominio degli imperatori.

L’assedio durava ormai da quattro mesi, durante questo periodo con un’audace sortita gli anconetani erano riusciti a gettare una botte contenente della resina e della pece davanti alle palizzate degli attaccanti, allo scopo di impedirne l’ingresso in città. Il problema era che accendere la botte equivaleva a compiere una missione suicida. Ci penserà Stamira, una vedova, che uscendo temerariamente dalle mura di Ancona, a colpi d’ascia spaccherà la botte, dandole fuoco, in questo modo gran parte delle macchine degli assedianti andarono in fumo. Purtroppo l’eroica donna pagò con la vita il temerario gesto.

Dipinto di fantasia del 1881, Eleonora di Arborea

Un’altra donna che non esitò nel fare politica a guidare forze armate in difesa degli interessi familiari fu Eleonora d’Arborea, Dopo che una rivolta fomentata dalla Casa di Aragona costò la vita a Ugone III e sua figlia, signore del Giudicato di Arborea, uno dei quattro stati indipendenti che si formarono in Sardegna alla dissoluzione in occidente dell’impero bizantino, Eleonora d’Arborea (1347-1403) diventò Judicissa de facto per conto del figlio Federico Doria. Si trattò di un impegno durissimo che costò la prigione al marito di lei, segregato per 7 anni da Pietro il Cerimonioso e che costrinsero questa donna dal carattere di ferro a difendere i diritti della propria famiglia con una guerra tra il Giudicato e il Regno di Sardegna che si concluse, il 24 gennaio 1388, dopo lunghe trattative.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Il Medioevo giorno per giorno di A. Gatto

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