venerdì, Settembre 20

L’algoritmo di Netflix e la lotta ai tumori

È il 2010 quando una piccola compagnia di noleggio DVD, chiamata Netflix, concepisce l’idea di creare una piattaforma per lo streaming online on demand. Fu l’inizio di una rivoluzione nel consumo di contenuti digitali che aprirà la strada negli anni a molti altri player, tanto da far diventare questa modalità di fruizione, la più importante e “appetitosa” dei media.

Nel 2020 Netflix è arrivata a circa 180 milioni di abbonati nel mondo, possiede un catalogo vastissimo e ha una capitalizzazione che supera i 150 miliardi di dollari. Il segreto di questo successo dipende da vari fattori, uno dei più importanti è certamente l’algoritmo che guida e suggerisce i contenuti ai singoli clienti, consentendogli di non smarrirsi nell’immensa offerta della piattaforma. Netflix sa bene che maggiore è il tempo speso a cercare un contenuto, maggiore è la probabilità che l’utente abbandoni la piattaforma per andare a fare qualcos’altro. 

Per questo si affida ad un algoritmo che ci fa apparire continuamente suggerimenti, ci ricorda che sono uscite le nuove stagioni delle serie tv che seguiamo e ci profila costantemente in modo da “anticipare” le nostre preferenze. Quando utilizziamo Netflix, vengono continuamente generati dati sul tipo di film o serie tv che guardiamo, sulla frequenza con la quale li guardiamo e sui giudizi positivi o negativi che diamo loro: dati che vengono poi analizzati da un algoritmo, che identifica schemi ricorrenti e permette a Netflix di darci consigli pertinenti.

L’algoritmo iniziale di Netflix si chiamava Cinematch e si basava su tre tipi di dati:

  • I film, etichettati secondo diverse categorie (genere, anno di creazione, ambientazione, etc)
  • I gusti dell’utente, ossia il voto dato ai film visti in precedenza
  • I gusti degli altri utenti, ossia i voti dati ai film dagli altri utenti

Da allora è stato migliorato e implementato più volte allo scopo di migliorarne affidabilità e prestazioni. Quello che non potevamo immaginare è che l’algoritmo di Netflix diventasse fonte di ispirazione per un gruppo di ricerca nella lotta ai tumori, formato dallo University College di Londra e dall’Università della California a San Diego.

I ricercatori hanno messo a punto un algoritmo che funziona nello stesso modo di quello di Netflix, con questo software hanno cercato schemi ricorrenti nei Dna di 9.873 pazienti con 33 diversi tipi di cancro: l’algoritmo ne ha individuati 21, che potranno ora formare la base da cui partire per mettere a punto terapie di intervento e di cura nella lotta al cancro.

Lo studio pubblicato sulla rivista Nature evidenzia come ci sono notevoli somiglianze nei cambiamenti che si verificano nei cromosomi quando il tumore compare e si sviluppa e attraverso queste “firme” è possibile delineare nuove strategie e nuovi piani terapeutici per molti tumori.

Da Netflix alla ricerca in campo medico, il filo conduttore passa per sempre più sofisticati strumenti di intelligenza artificiale.

Fonti:

Ansa

Impactschool Magazine

Wikipedia

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