giovedì, Settembre 19

Asteroide Bennu: superficie come una “piscina di palline di plastica”

Asteroide Bennu: superficie come una “piscina di palline di plastica”. La sonda spaziale OSIRIS-REx, della NASA, ha raccolto un campione dall’asteroide Bennu ad ottobre del 2020. Il campione ha permesso ai ricercatori di effettuare delle analisi, fornendo così dei risultati sorprendenti della superficie dell’asteroide.

La sonda spaziale sarebbe finita per affondare sulla superficie di Bennu, se non avesse utilizzato i suoi propulsori, così da indietreggiare subito dopo aver afferrato il campione dell’asteroide.

Le ultime scoperte sulla superficie di Bennu sono state pubblicate il 7 luglio con degli articoli presenti sulle riviste Science and Science Advances. Questi risultati vanno ad aggiungersi al complicato intrigo che ha tenuto gli scienziati con il fiato sospeso durante la missione OSIRIS-REx. Questo perché Bennu si è dimostrato costantemente imprevedibile.

La superficie di Bennu

Le particelle che compongono la superficie di Bennu posseggono delle caratteristiche e sono legate l’una con le altre in maniera molto particolare. In altre parole, se una persona riuscisse a calpestare Bennu avvertirebbe pochissima resistenza, come se si entrasse in una piscina di palline di plastica.

Kevin Walsh, membro del team scientifico OSIRIS-REx del Southwest Research Institute, con sede a San Antonio, ha affermato che: “Su Bennu abbiamo trovato molto spazio vuoto in superficie”.

L’asteroide ha rivelato la sua prima sorpresa a dicembre del 2018, quando la sonda spaziale della NASA è arrivata su Bennu. Il team di OSIRIS-REx ha trovato una superficie disseminata di massi, invece che una sabbiosa, quella che all’inizio si aspettavano sulla base delle osservazioni effettuate dai telescopi terrestri e spaziali.

I ricercatori hanno anche scoperto che Bennu rilasciava delle particelle di roccia nello spazio. Dante Lauretta, ricercatore principale di OSIRIS-REx, ha spiegato che: “Le nostre aspettative sulla superficie dell’asteroide erano completamente sbagliate”.

Le caratteristiche di Bennu

L’ultimo indizio sul fatto che Bennu non fosse in realtà quello che sembrava è arrivato dopo che OSIRIS-REx ha raccolto un campione e lo ha trasmesso alla Terra, fornendo così delle splendide immagini ravvicinate della superficie dell’asteroide.

Dante Lauretta, ha spiegato che: “Quello che abbiamo visto era un enorme muro di detriti che si irradiava dal sito di campionamento. Siamo rimasti tutti sorpresi”.

I ricercatori sono rimasti molto sorpresi dall’abbondanza di ciottoli. Ancora più sorprendente, vista la delicatezza con cui ha toccato la superficie, è stato che la sonda ha lasciato un grande cratere largo 8 metri. Il cratere è stato individuato attraverso le immagini della superficie di Bennu, che hanno permesso di “vedere quanto fosse grande il pasticcio che abbiamo combinato” secondo Dante Lauretta.

I ricercatori della missione hanno analizzato il volume di detriti visibili nelle immagini, sia prima che dopo il campionamento. Inoltre, hanno anche esaminato i dati di accelerazione raccolti durante l’atterraggio del veicolo spaziale.

I dati hanno rivelato che quando OSIRIS-REx ha toccato l’asteroide ha sperimentato una resistenza minima. Ron Ballouz, uno scienziato di OSIRIS-REx, ha spiegato che: “Quando abbiamo acceso i propulsori per lasciare la superficie, stavamo ancora affondando nell’asteroide”.

Ron Ballouz e il team di ricerca hanno eseguito centinaia di simulazioni al computer, per dedurre la densità e la coesione di Bennu, sulla base delle immagini dei veicoli spaziali e delle informazioni sull’accelerazione. Gli ingegneri hanno variato le proprietà di coesione della superficie nelle simulazioni, fino a trovare quella che corrispondeva di più ai dati reali.

Conclusioni

Le informazioni precise sulla superficie di Bennu possono aiutare gli scienziati a interpretare meglio le osservazioni remote di altri asteroidi, corpi che potrebbero essere utili nella progettazione di future missioni sugli asteroidi e per lo sviluppo di metodi per proteggere la Terra dalle possibili collisioni.

Asteroidi come Bennu, oggetti tenuti insieme a malapena dalla gravità o dalla forza elettrostatica, possono frantumarsi nell’atmosfera terrestre e quindi rappresentare un pericolo differente rispetto agli asteroidi solidi.

Patrick Michel, scienziato dell‘OSIRIS-REx e direttore della ricerca presso il Centre National de la Recherche Scientifique della Côte d Osservatorio Azur a Nizza, Francia, ha concluso dichiarando che: “Penso che siamo ancora all’inizio della comprensione di cosa siano questi corpi, e perché si comportano in modi così controintuitivi”.

VIDEO:

FONTI:

https://www.nasa.gov/feature/goddard/2022/surprise-again-asteroid-bennu-reveals-its-surface-is-like-a-plastic-ball-pit

https://news.arizona.edu/story/osiris-rex-scientists-taking-asteroid-sample-was-punching-ball-pit

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