giovedì, Settembre 19

La Germania dopo Pearl Harbor

Il progressivo avvicinamento tra Il Terzo Reich di Hitler e il Giappone fa un salto di qualità il 27 settembre 1940 con la sottoscrizione del “Patto Tripartito” sottoscritto  dalla Germania nazista, dal Regno d’Italia e dall’Impero giapponese  volto a riconoscere le rispettive aree di influenza in Europa e Asia. In Italia esso fu subito battezzato “Roberto“, acronimo di Roma-Berlino-Tokyo. Secondo il trattato, a guerra vinta, all’Italia e alla Germania sarebbe spettato l’egemonia sull’Europa e al Giappone sarebbe spettato il controllo dell’Asia.

Il Patto firmato a poco più di un anno dall’attacco giapponese a Pearl Harbor saldava gli interessi espansionistici delle tre potenze firmatarie. Nei successivi tredici mesi la tensione politica e militare tra l’impero del Sol Levante e gli Stati Uniti era progressivamente cresciuta e una volta che il governo nipponico aveva deciso che non era conveniente unirsi alla guerra russo-tedesca, l’esito era scontato. Si trattava soltanto di tempo ma la guerra tra Giappone e Stati Uniti era inevitabile.

Di questo Hitler e l’intelligence nazista erano pienamente consapevoli, quello che il dittatore nazista non sapeva era quando il confronto politico-diplomatico si sarebbe tradotto in guerra aperta. Nonostante il formale trattato di alleanza Berlino non apprenderà dal governo giapponese l’avvenuto attacco alla base navale americana di Pearl Harbor. Sembra che la notizia di Pearl Harbor sia arrivata a Berlino con un certo ritardo; la sezione stampa del ministero degli Esteri si imbatté nell’annuncio dell’attacco mentre monitorava le trasmissioni della BBC.

Il funzionario che aveva intercettato la trasmissione informò uno dei collaboratori di von Ribbentrop, il Ministro degli Esteri tedesco, Franz von Sonnleithner che ritenne necessario chiamare il Ministro che stava vedendo un film nel cinema privato della sede del dicastero. Inizialmente si pensò che la trasmissione poteva essere un depistaggio della propaganda britannica. Quasi nello stesso momento il capo dei servizi stampa del partito nazista Otto Dietrich sentì la stessa notizia dalla radio dell’Agenzia Reuters e si precipitò alla Tana del Lupo per informare Hitler dell’attacco giapponese.

Il dittatore nazista dopo aver letto il foglio consegnatogli da Dietrich chiese: “La notizia è vera?“. Rassicurato dal capo dei servizi stampa del partito nazista, Hitler si affrettò a uscire dall’edificio e corse da solo per un centinaio di metri, senza cappello né cappotto nonostante la rigidissima temperatura, fino al bunker dell’OKW per comunicare la notizia in prima persona all’alto comando militare tedesco. Fu l’unica volta che il generale Wilhelm Keitel gli vide fare una cosa del genere durante tutta la guerra.

La speranza di Hitler, che sottovalutava la straordinaria potenza economica statunitense, era che la guerra del Pacifico avrebbe sottratto mezzi e risorse allo sforzo bellico inglese e russo, ponendo le condizioni per una vittoria delle forze dell’Asse. Si trattò come sappiamo di un calcolo politico e militare fallace.

Hitler stavolta non intendeva aspettare che fossero gli Stati Uniti a dichiarare guerra al Terzo Reich, voleva mandare un chiaro messaggio al governo giapponese che la Germania avrebbe fatto di tutto per non lasciar solo l’impero del Sol Levante contro gli americani. Il Furher si affrettò quindi a rientrare a Berlino oltre che per preparare la dichiarazione di guerra agli USA, per un aggiornamento sulle nuove dinamiche globali del conflitto che imponevano l’adozione di strategie adeguate allo sviluppo asiatico degli avvenimenti.

Due giorni dopo Pearl Harbor, tedeschi e italiani fissarono un incontro sul tema India a Berlino, con il leader nazionalista in esilio Subhas Chandra Bose. Da Roma fu convocato Mohamed Shedai, altro nazionalista indiano caldeggiato dall’Italia. L’idea era quello di minare dall’interno, ricorrendo ai movimenti nazionalistici e indipendentistici, il cuore dell’impero coloniale britannico. Qualche giorno dopo Hitler rese pubblico l’incontro con il gran mufti, anche questo in evidente chiave anti britannica nel Medio Oriente.

Quattro giorni dopo l’attacco giapponese agli Stati Uniti, l’incaricato d’affari tedesco, Dr. Hans Thomsen, e il primo segretario della Ambasciata tedesca, il signor von Strempel, chiamarono il Dipartimento di Stato alle 8:00 A.M. L’11 dicembre 1941. Il segretario di Stato, altrimenti impegnato, li avvisò che sarebbero stati ricevuti dal capo della divisione europea del Dipartimento di Stato, il signor Ray Atherton. Atherton incontrò i rappresentanti tedeschi alle 9:30 AM che gli consegnarono il testo della Dichiarazione di Guerra. Il testo così recitava:

Sig. Incaricato d’affari:
Il governo degli Stati Uniti ha violato in modo flagrante e in misura sempre crescente la maggior parte delle norme di neutralità a favore degli avversari della Germania, e di essere colpevoli di molti gravi atti provocatori verso la Germania sin lo scoppio della guerra in europa, provocata dalla dichiarazione di guerra britannica contro la Germania il 3 settembre 1939, fino a ricorrere ad aperti atti di aggressione militare.

L’ 11 settembre 1941, il Presidente degli Stati Uniti ha dichiarato pubblicamente che egli aveva ordinato alla Marina americana e all’Aeronautica militare di sparare a vista a qualsiasi nave da guerra tedesca. Nel suo discorso del 27 ottobre 1941, ancora una volta ha espressamente affermato che tale provvedimento era in vigore. Agendo sotto quest’ordine, le navi della Marina americana, sin dall’inizio del settembre 1941, hanno sistematicamente attaccato forze navali tedesche. Di conseguenza, cacciatorpediniere americane, come ad esempio, il Greer, il Kearney e la Reuben James, hanno aperto il fuoco su sottomarini tedeschi. Il Segretario della Marina Militare americana, il signor Knox, ha egli stesso confermato che le cacciatorpediniere americane hanno attaccato sottomarini tedeschi.
Oltre a ciò, le forze navali degli Stati Uniti, sotto gli ordini del loro governo e violando leggi del diritto internazionale hanno trattato e sequestrato navi mercantili d’alto mare tedesche come fossero navi nemiche.

Il governo tedesco stabilisce pertanto i seguenti fatti:
Anche se la Germania da parte sua si è rigorosamente attenuta alle norme del diritto internazionale nei rapporti con gli Stati Uniti nel corso del presente conflitto, il governo degli Stati Uniti ha inizialmente proceduto a violazioni della neutralità ed infine ha proceduto con aperti atti di guerra contro la Germania . Il governo degli Stati Uniti ha, di fatto creato uno stato di guerra.
Il governo tedesco deve, di conseguenza, cessare le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti d’America, e dichiara che in queste circostanze determinate dal presidente Roosevelt anche la Germania, a partire da oggi, si ritiene di essere in stato di guerra con gli Stati
Uniti d’America.
Voglia accettare, Sig. Incaricato d’Affari, le espressioni della mia più alta considerazione.
11 dicembre 1941.

Ribbentrop.”

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