venerdì, Settembre 20

Collisione letale: l’impatto di Manson oggi

Manson è una cittadina della contea di Calhoun, immersa nelle grandi distese pianeggianti dell’Iowa (USA) con una popolazione di circa 2.000 anime. Cosa ha di particolare questa anonima cittadina del Middle West americano? L’unica cosa per la quale si ricorda sui libri o sulla rete è un evento accaduto circa 74 milioni di anni fa, quando un meteorite impattò a nord di Manson provocando un cratere dal diametro di 35 chilometri. Il corpo celeste era un meteorite roccioso dal diametro di due chilometri circa. Cosa accadrebbe se un oggetto simile impattasse sulla Terra oggi? Lo scenario che stiamo per descrivere si basa su solide simulazioni scientifiche è tracciano un quadro estremamente allarmante.

L’ingresso nell’atmosfera terrestre

Per valutare le devastazioni che un meteorite o una cometa possono provocare al nostro pianeta, le dimensioni sono certamente un fattore importante ma diversi altri parametri possono contribuire ad incrementare il potere distruttivo di simili collisioni, quali l’angolo di ingresso, la velocità, la traiettoria, la massa e la densità dell’oggetto stesso, e anche dal fatto che la collisione sia frontale o laterale. Ciò premesso se un meteorite della natura e della velocità stimata di quello di Manson colpisse oggi la placida cittadina americana le conseguenze sarebbero letteralmente catastrofiche.

Il meteorite penetrerebbe l’atmosfera ad una velocità tale da impedire all’aria sottostante di spostarsi per fargli largo. L’aria verrebbe quindi compressa raggiungendo in pochi istanti la temperatura di 60.000 gradi Kelvin, circa dieci volte la temperatura della superficie solare. Nell’attimo stesso del suo ingresso nell’atmosfera tutto quello che si trova nella traiettoria di questo proiettile cosmico (infrastrutture ed esseri umani, piante e animali) verrebbe vaporizzato all’istante. La cittadina di Manson e il meteorite stesso si annienterebbero istantaneamente ma la deflagrazione solleverebbe 1000 chilometri cubici di roccia, terra e gas surriscaldati. Nel raggio di 250 chilometri, ogni essere vivente non ucciso dal calore al momento dell’ingresso del bolide nell’atmosfera, perirebbe in seguito all’esplosione.

L’onda d’urto

Immediatamente dopo l’esplosione partirebbe un’onda d’urto viaggiante quasi alla velocità della luce che spazzerebbe via tutto quello che incontrasse nel suo cammino. Per le persone distanti oltre il raggio immediato dell’esplosione, ovvero a 300 o 400 chilometri dall’evento, il primo segno della catastrofe sarebbe un bagliore accecante, seguito in un range temporale di qualche secondo fino a due minuti da un’apocalittica visione. Un muro di oscurità riempierebbe il cielo viaggiando a migliaia di chilometri orari. Il suo avvicinarsi sarebbe spaventoso e silenzioso in quanto la velocità supererebbe di molto quella del suono.

L’area di distruzione totale

Nel giro di qualche minuto, su un’area estesa da Denver a Detroit, comprendente quelle che un tempo erano Chicago, St. Louis, Kansas City, le Twin Cities (in pratica l’intero Midwest), ogni palazzo, grattacielo e qualunque struttura con una dimensione verticale sarebbe raso al suolo o incenerito, e tutti gli esseri viventi morirebbero. Per un raggio di 1500 chilometri dall’epicentro le persone e le cose sarebbero travolte e uccise da una valanga di di detriti e rocce, micidiali proiettili che non lascerebbero scampo. Oltre questo raggio la devastazione immediata tenderebbe a diminuire.

Gli effetti globali dell’impatto

Questi però sarebbero soltanto gli effetti iniziali dell’impatto del meteorite. Da quel momento si innescherebbero le conseguenze globali e terribili per il resto del pianeta e dell’umanità. Terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami flagellerebbero la Terra in un susseguirsi di cataclismi devastanti. In poco più di un’ora l’intero pianeta sarebbe coperto da una nuvola oscura, mentre rocce fiammeggianti precipiterebbero dappertutto innescando incendi a ripetizione. È stato calcolato che dopo solo 24 ore almeno un miliardo e mezzo di persone sarebbero morte.

Tutte le comunicazioni salterebbero e per i superstiti si aprirebbe un tempo, sfortunatamente breve, di crisi drammatica. Ogni fuga di fatto sarebbe preclusa per le dimensioni globali della catastrofe. La quantità di ceneri e fuliggine provocate da vulcani e dagli innumerevoli incendi oscurerebbe il Sole per mesi, forse per decine di anni. È facile prevedere che per gli effetti delle condizioni climatiche, di inquinamento dell’atmosfera e di grave crisi alimentare diversi altri miliardi di esseri umani morirebbero nei mesi successivi, portando forse l’umanità sul baratro dell’estinzione.

Quante sono le probabilità per un evento simile

Molti di questi oggetti cosmici hanno orbite che sono estremamente difficili da prevedere e il preavviso che potremmo avere rispetto all’impatto di un meteorite di queste dimensioni e caratteristiche potrebbe essere molto breve, se non inesistente. L’enorme cometa Shoemaker-Levy 9 era in orbita attorno a Giove dal 1929, ma fu solo dopo mezzo secolo che qualcuno si accorse di lei, poco tempo prima che i suoi frammenti si schiantassero sul gigante gassoso che domina il Sistema Solare.

L’unica consolazione per homo sapiens è che secondo le analisi statistiche eventi catastrofici del genere avvengono una volta ogni milione di anni circa.

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