giovedì, Settembre 19

I pianeti, una “formula antietà” per le stelle

I pianeti, una “formula antietà” per le stelle. L’informazione è stata fornita dal Chandra della NASA. I pianeti porterebbero quindi le loro stelle ospiti ad essere più giovani della loro reale datazione. Cerchiamo di comprendere meglio di cosa si tratta. La ricerca che descrive questi risultati è stata pubblicata su Royal Astronomical Society ed è presente online.

La nuova ricerca

La nuova ricerca è stata eseguita su più sistemi ed ha utilizzato l’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA. Attualmente, questa è la migliore prova che alcuni pianeti, in maniera apparentemente, sono in grado di rallentare il processo di invecchiamento delle loro stelle ospiti.

I ricercatori hanno individuato le proprietà anti-invecchiamento dei “gioviani caldi”, ossia gli esopianeti giganti gassosi che orbitano attorno ad una stella ad una distanza inferiore a quella che c’è tra Mercurio ed il Sole. Il risultato ottenuto dalla ricerca è stato, per la prima volta, documentato sistematicamente, fornendo così le informazioni più convincenti, mai ottenute prima, per quanto riguarda questo fenomeno esotico.

Nikoleta Ilic del Leibniz Institute for Astrophysics Potsdam (AIP) in Germania, che ha condotto questa nuova ricerca, ha spiegato che: “In medicina, hai bisogno di molti pazienti presenti in uno studio per poter sapere se gli effetti sono reali o una sorta di anomalia. Lo stesso concetto può essere valido in astronomia, e questo studio ci dà la certezza che questi gioviani caldi stanno davvero agendo sulle loro stelle su cui orbitano, corpi più giovani di loro”.

Un Giove caldo, ad esempio, può potenzialmente influenzare la sua stella ospite dalle forze di marea, facendo sì che la stella ruoti molto più rapidamente, rispetto ad una corpo che non possiede un pianeta simile. Una rotazione più rapida può rendere la stella ospite molto più attiva e farle produrre più raggi X, condizioni che sono generalmente associati alla “giovinezza stellare”.

I dettagli della ricerca

Esistono anche molti altri fattori che possono determinare la vitalità di una stella. Tutte le stelle tendono a rallentare la loro rotazione e attività, inoltre subiranno meno esplosioni, man mano che queste invecchiano.

In realtà, è molto difficile riuscire a determinare una datazione precisa della maggior parte delle stelle. Per questo motivo è stato difficile per gli astronomi identificare se una stella risulta essere insolitamente attiva. Questo perché viene molto influenzata da un pianeta situato vicino, un corpo che la fa agire in maniera molto più “giovanile” di quanto non lo sia in realtà, o perché invece è semplicemente giovane.

La nuova ricerca condotta da Chandra e guidata da Nikoleta Ilic ha affrontato questo questione, osservando i sistemi a doppia stella, formazioni definite anche “binari”, strutture in cui le stelle sono ampiamente separate tra di loro, di cui solo una di esse possiede un gigante caldo in orbita.

I ricercatori sono a conoscenza che le stelle presenti nei sistemi binari si formano contemporaneamente. La separazione tra le stelle è troppo grande perché esse si possano influenzare a vicenda, o che il gigante caldo riesca a influenzare l’altra stella. Questa condizione crea la possibilità di utilizzare la stella, che non possiede un pianeta nel sistema, come soggetto di controllo.

La coautrice Katja Poppenhaeger, anche lei di AIP, ha spiegato che: “È quasi come usare due gemelli in uno studio in cui uno di loro vive in un quartiere completamente diverso, ma che influisce sulla loro salute. Confrontando una stella con un pianeta vicino al suo gemello che invece non ne possiede, possiamo studiare le differenze di comportamento di due corpi che hanno la stessa età”.

Il team di ricerca ha utilizzato i raggi X per poter determinare le datazioni delle stelle. I ricercatori hanno cercato delle prove concrete dell’influenza presente tra il pianeta e la stella, studiando quasi tre dozzine di sistemi ai raggi X. La ricerca è arrivata fino a 10 sistemi osservati da Chandra e sei dall‘XMM-Newton dell’ESA, in cui molti sono stati osservati da entrambi gli strumenti. I ricercatori, in questo modo, hanno scoperto che le stelle con il gigante caldo tendevano ad essere più luminose ai raggi X, e di conseguenza erano più attive delle loro stelle compagne che non possedevano il pianeta.

Conclusioni

La coautrice Marzieh Hosseini, anche lei di AIP, ha concluso affermando che: “In casi precedenti c’erano alcuni risultati molto intriganti, ma ora abbiamo finalmente prove statistiche che alcuni pianeti stanno effettivamente influenzando le loro stelle, mantenendole così molto più giovani. Si spera che gli studi futuri aiuteranno a scoprire altri sistemi, consentendo così di comprendere meglio questo effetto”.

FONTE:

https://www.nasa.gov/mission_pages/chandra/news/nasas-chandra-planets-can-be-anti-aging-formula-for-stars.html

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