giovedì, Settembre 19

Juno e l’esplorazione delle lune gioviane

Juno e l’esplorazione delle lune gioviane. La sonda le ha osservate durante una missione estesa. La missione dedicata a Giove, dopo aver rivelato in miniera dettagliata le lune Ganimede ed Europa, ha puntato gli occhi sulla luna Io. La sonda spaziale della NASA, si sta preparando per il primo di una serie di incontri ravvicinati con il luogo più vulcanico del sistema solare, la luna di Giove Io, un evento programmato per oggi 15 dicembre.

La missione Juno dovrebbe riuscire ad ottenere delle immagini della luna gioviana Io, un obiettivo che fa parte dell’esplorazione delle lune interne di Giove. La sonda spaziale Juno a energia solare, che si trova attualmente nel secondo anno della sua missione estesa per indagare Giove, ha effettuato con successo un sorvolo ravvicinato di Ganimede nel 2021 e di Europa all’inizio di quest’anno.

Scott Bolton, Principal Investigator di Juno, del Southwest Research Institute di San Antonio, ha spiegato che: “Il team è davvero entusiasta che la missione estesa di Juno, possa aver incluso lo studio delle lune di Giove. Con ogni sorvolo ravvicinato, siamo stati in grado di ottenere una grande quantità di nuove informazioni. I sensori presenti su Juno sono progettati per studiare Giove. Nonostante ciò, siamo rimasti entusiasti di quanto bene riescano a svolgere l’ulteriore compito di osservare le lune di Giove”.

I fly-by di Juno

I fly-by di Ganimede sono stati recentemente pubblicati sul Journal of Geophysical Research e Geophysical Research Letters. Negli articoli sono descritte le scoperte inerenti l’interno della luna, la composizione della superficie e la sua ionosfera. Inoltre, è descritta la sua interazione con la magnetosfera di Giove, tutti dati ottenuti durante il sorvolo.

I risultati preliminari del sorvolo di Juno su Europa, effettuato il 9 settembre, hanno rivelato le prime osservazioni 3D del guscio di ghiaccio di Europa. Il Microwave Radiometer (MWR) di Juno, durante i sorvoli, ha prodotto immagini in terza dimensione della luna gioviana, fornendo così uno sguardo rivoluzionario al di sotto della crosta di ghiaccio d’acqua di Ganimede ed Europa. Il sorvolo ha permesso di ottenere dati sulla struttura, la purezza e la temperatura fino ad una profondità di circa 15 miglia, o 24 chilometri, al di sotto della superficie.

Le immagini a luce visibile ottenute dalla JunoCam della sonda spaziale, come anche le precedenti missioni su Giove, indicano che la superficie di Ganimede è caratterizzata da una miscela di terreno scuro più antico, un terreno e crateri più giovani, oltre a delle caratteristiche lineari, elementi che si possono potenzialmente associare all’attività tettonica.

Scott Bolton, ha spiegato che: “Quando abbiamo combinato i dati MWR con le immagini della superficie, abbiamo scoperto che le differenze tra questi vari tipi di terreno non sono solo superficiali. Il terreno più giovane appare più freddo del terreno scuro. La regione più fredda campionata è stata un cratere da impatto. L’analisi iniziale del team scientifico suggerisce che il guscio di ghiaccio conduttivo di Ganimede, potrebbe avere uno spessore medio di circa 30 miglia o più, con la possibilità che il ghiaccio possa essere significativamente più spesso in alcune regioni”.

I dettagli

Gli strumenti Juno’s Magnetic Field (MAG) e Jovian Auroral Distributions Experiment (JADE), durante l’avvicinamento della sonda spaziale a Ganimede avvenuto a giugno del 2021, hanno registrato dati che mostrano prove della rottura e della riforma delle connessioni del campo magnetico tra Giove e Ganimede. Lo spettrografo ultravioletto di Juno (UVS) ha osservato eventi simili con le emissioni aurorali ultraviolette della luna, che apparivano come due ovali che avvolgono Ganimede.

Thomas Greathouse, uno scienziato di Juno di SwRI, ha spiegato che: “Niente è facile, o piccolo, quando hai di fronte il pianeta più grande del sistema solare. Questa è stata la prima misurazione di una complicata interazione con Ganimede, dati che ci danno un primo allettante assaggio delle informazioni che ci aspettiamo di apprendere dal JUICE, il JUpiter ICy moons Explorer dell’ESA (Agenzia spaziale europea), e dalle missioni Europa Clipper della NASA”.

La sonda spaziale Juno, con le sue tre lame giganti che si estendono per circa 20 metri dal suo corpo cilindrico a sei lati, è una meraviglia dell’ingegneria dinamica, uno strumento che ruota per mantenersi stabile mentre compie orbite di forma ovale attorno a Giove.

Conclusioni

La luna di Giove Io, il luogo più vulcanico del sistema solare, diventerà l’oggetto dell’attenzione del team di Juno per il prossimo anno e mezzo. L’esplorazione della luna del 15 dicembre sarà il primo di nove passaggi ravvicinati, due dei quali ad appena 930 miglia, o 1.500 chilometri di distanza. I ricercatori di Juno useranno questi sorvoli per poter eseguire la prima campagna di monitoraggio ad alta risoluzione sulla luna incrostata di magma. Questo permetterà di studiare i vulcani di Io, e in quale modo le eruzioni vulcaniche interagiscono con la potente magnetosfera e l’aurora di Giove.

VIDEO:

Questa animazione illustra in quale modo il campo magnetico, che circonda la luna di Giove Ganimede, (rappresentato dalle linee blu) interagisce e interrompe il campo magnetico che circonda Giove (rappresentato dalle linee arancioni).

FONTE:

https://www.nasa.gov/feature/jpl/nasa-s-juno-exploring-jovian-moons-during-extended-mission

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