lunedì, Settembre 16

Juno: a breve il suo prossimo flyby sulla luna di Giove, Io

Juno: a breve il suo prossimo flyby sulla luna di Giove, Io. La sonda spaziale, alimentato ad energia solare, a breve darà un’occhiata alla luna gioviana. L’evento avverrà il prossimo 30 luglio. La sonda spaziale Juno, domenica 30 luglio, sorvolerà la luna infuocata di Giove, Io. Juno si avvicinerà ancora di più rispetto alle volte precedenti, arrivando a 13.700 miglia, quindi 22.000 chilometri dalla luna.

I ricercatori raccoglieranno i dati raccolti con il JIRAM, acronimo di Jovian InfraRed Auroral Mapper, di costruzione italiana e altri strumenti scientifici. Questi forniranno una grande quantità di informazioni sulle centinaia di vulcani in eruzione presenti sulla luna, che riversano lava fusa e gas solforosi su tutta Io. Scott Bolton, Principal Investigator di Juno, del Southwest Research Institute di San Antonio, ha spiegato che: “Sebbene JIRAM sia stato progettato per osservare l’aurora polare di Giove, la sua capacità di identificare le fonti di calore si sta rivelando indispensabile nella nostra caccia ai vulcani attivi su Io”.

Il ricercatore continua spiegando che: JIRAM e altri strumenti a bordo di Juno, man mano che ci avviciniamo ad ogni sorvolo, ci permettono di aggiungere alla nostra libreria di dati sulla luna altre informazioni, permettendoci non solo di approfondire meglio le caratteristiche della superficie, ma anche di capire come cambiano nel tempo”.

Juno: caratteristiche e obiettivo

La sonda Juno, lanciata nel 2011, ha iniziato a studiare il sistema gioviano dal 2016. Lo strumento inizierà il terzo anno della sua missione estesa il prossimo 31 luglio. La luna gioviana presenta molti punti caldi.

Io, che è poco più grande della luna terrestre, è un corpo in costante tormento. A queste caratteristiche si aggiunge l’influenza del più grande pianeta del sistema solare, che lo attrae da sempre gravitazionalmente. Ovviamente, la gravità di Giove influenza gli fratelli galileiani di Io, che sono Europa, insieme alla più grande luna del sistema solare, ossia Ganimede.

Il risultato dell’azione gravitazionale è che Io viene continuamente stirata e schiacciata. Queste azioni si legano alla creazione della lava, che è stata vista eruttare dai suoi numerosi vulcani. L’imager JunoCam, durante l’ultimo sorvolo di Juno avvenuto il 16 maggio, ha scattato una foto da una distanza di 22.100 miglia, quindi 35.600 chilometri. Le immagini hanno mostrato la presenza di una macchia nella regione di Volund della luna, vicino all’equatore.

Juno: ultimi dati

Jason Perry dell’HiRISE Operations Center dell’Università dell’Arizona ha spiegato che: “Quando l’ho confrontato con le immagini a luce visibile scattate nella stessa area durante i flyby di Galileo e New Horizons, nel 1999 e nel 2007, ero entusiasta di vedere i cambiamenti a Volund, dove il campo di lava si era espanso ad ovest. Mentre un altro vulcano appena a nord di Volund presentava flussi di lava recenti che lo circondavano. Io è noto per la sua estrema attività vulcanica, ma dopo 16 anni è così bello vedere di nuovo questi cambiamenti da vicino”.

Lo JIRAM, durante lo stesso passaggio del 16 maggio, ha trovato una formazione fumante tutta sua. L’imager ad infrarossi, costruito dall’Agenzia Spaziale Italiana, è stato in grado di catturare Loki Patera, una formazione larga 202 chilometri, la più grande depressione vulcanica su Io. I dati di JIRAM, a meno di 6 miglia, quindi 10 chilometri, per pixel, rivelano quello che potrebbe essere un vulcano attivo. Il team spera in un’altra occhiata con il prossimo passaggio ravvicinato.

Alessandro Mura, co-ricercatore dell‘Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma, ha dichiarato che: “I dati mostrano che la lava potrebbe gorgogliare in superficie nella porzione nord-ovest e creare un lago di lava a sud e ad est. Qualsiasi vulcanologo ti dirà che è importante determinare se un lago di lava ha una fonte stabile di materiale da una camera sotterranea. Questi dati, e quelli che raccoglieremo sui prossimi voli ravvicinati, saranno fondamentali per comprendere il tipo di vulcanismo che si sta verificando su Io”.

Ulteriori informazioni

I dati all’avanguardia raccolti da Juno hanno fornito le informazioni per svolgere un seminario di una settimana su Giove e le sue lune. Scott Bolton, insieme ad altri membri, ha incontrato 49 studenti e scienziati all’inizio della carriera provenienti da tutta Europa presso l’Università di Roma per partecipare al seminario.

Il ricercatore conclude affermando che: “I contributi delle comunità scientifiche e ingegneristiche europee sono stati fondamentali per il successo della nostra missione. Questo è solo un piccolo modo per restituire alla comunità dei contributi. Durante il workshop, studenti e ricercatori all’inizio della carriera hanno avuto modo di lavorare con i membri del team scientifico di Juno, per sviluppare alcuni entusiasmanti progetti scientifici basati sui nostri dati. Sulla base di ciò che ho visto e dell’entusiasmo di questi giovani, il futuro dell’esplorazione planetaria è luminoso qui in Europa”.

VIDEO:

FONTE:

https://www.nasa.gov/feature/jpl/nasa-s-juno-is-getting-ever-closer-to-jupiter-s-moon-io

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