lunedì, Settembre 23

Il mal di testa

Uno dei più diffusi ed enigmatici dolori che colpiscono un numero impressionante di persone è quello che definiamo un po’ genericamente “mal di testa”. Alcuni esperti classificano il mal di testa in quattordici diverse categorie, fra cui emicrania, cefalea post-traumatica, cefalea da infezione, disturbo dell’omeostasi etc.

La distinzione però più accredita è quella che distingue il mal di testa, in due macro categorie: i mal di testa “primari” come l’emicrania e la cefalea tensiva di cui non si conosce la causa diretta e i mal di testa “secondari” che hanno origine da un altro evento scatenante tipo un’infezione o un tumore. Secondo uno studio norvegese pubblicato nel 2022 ben il 52% della popolazione mondiale è affetto da almeno un disturbo di mal di testa ogni anno, con il 14 per cento che soffre di emicrania. Esiste anche un risicato 4% di persone che affermano di non aver mai avuto un mal di testa nella loro vita.

L’enigma delle emicranie

Tra tutte le cefalee, la più sconcertate è l’emicrania. Questa patologia il cui termine deriva etimologicamente dal francese (significa “mezza testa”) colpisce circa il 15% della popolazione mondiale con un rapporto di 3 a 1 a favore delle donne. Ogni emicrania è diversa dall’altra. Il neurologo britannico Oliver Sacks ne ha descritte qualcosa come un centinaio. Anche i sintomi premonitori di un attacco d’emicrania sono del tutto personali. Ci sono persone che prima dell’insorgere dell’emicrania stanno molto bene, anzi insolitamente bene, mentre altri precedono lo scatenarsi della fase acuta di questa patologie con diversi giorni di malessere, al punto da risultare sfibrati quando, finalmente, l’emicrania si placa.

Il mal di testa è il dolore del cervello?

Questo è uno degli errori più comuni che possiamo fare. Il cervello di per sé non è sensibile al dolore, poiché manca di recettori adatti, perciò il dolore è percepito per via della perturbazione delle strutture sensibili che si trovano intorno al cervello. Nove zone della testa e del collo hanno queste strutture: il cranio (più esattamente, il periostio del cranio), muscoli, nervi, arterie e vene, tessuti sottocutanei, occhi, orecchie, seni paranasali e le mucose.

Ancora oggi le cause di determinate emicranie sono del tutto sconosciute. Recentemente è stato ipotizzato che il sintomo cefalea sia dovuto al malfunzionamento di una proteina Gi (inibitrice) presente sulla membrana di tutte le cellule dell’organismo, la cui funzione sarebbe quella di selezionare le informazioni dirette al cervello. Un suo malfunzionamento permetterebbe quindi l’arrivo di stimoli in grado di scatenare le crisi cefalalgiche. Si tratterebbe di un difetto genetico.

Quali cure per le emicranie ricorrenti

Per le emicranie e i mal di testa tensivi sono stati valutati diversi tentativi di cura. Per diversi anni è stata sostenuta l’efficacia dell’agopuntura ma sembra ormai accertato che nei casi (rari) di effettivo miglioramento di questa sindrome si sia in presenza dell’effetto placebo. Per contrastare gli effetti di questi tipi di emicrania croniche vi sono due tipi di trattamento, ovvero il trattamento acuto abortivo e il trattamento preventivo. Mentre il primo è finalizzato ad alleviare immediatamente i sintomi, il preventivo si focalizza sul controllo delle cefalee croniche.

In entrambi i casi sono utilizzati farmaci specifici, in particolare per la profilassi  solo l’amitriptilina, la fluoxetina, il gabapentin, la tizanidina, il topiramato e la tossina botulinica di tipo A (BoNTA) sono ritenuti validi trattamenti di profilassi per la cefalea cronica quotidiana, in studi di confronto controllati randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo. 

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Agi.it

Bryson, Bill. Breve storia del corpo umano: Una guida per gli occupanti

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