giovedì, Settembre 19

A Pompei riaffiora un Termopolio perfettamente intatto

Il termopolio scoperto perfettamente intatto si trova vicino alla locanda dei gladiatori e presenta dei colori sgargianti. All’interno dei piatti rinvenuti sono state trovate tracce di cibo, e in un vaso dei resti di un uomo. Secondo Massimo Osanna è un incredibile istantanea del giorno dell’eruzione del Vesuvio.

Presenti nel ritrovamento due anatre appese per i piedi, un gallo, un cane al guinzaglio, tutti quanti dei dipinti che sembrano una raffigurazione tridimensionale. Una scoperta unica quella che è tornata alla luce a Pompei , un ambiente completamente integro di un Thermopolium, una sorta di bottega di street food, con all’interno piatti di ogni tipologia, dalle lumache ad una sorta di paella.

Il direttore Massimo Osanna, ha spiegato che: “La scoperta ha permesso di riavere un’istantanea del giorno dell’eruzione”. Inoltre, crea molte possibilità per nuovi studi sulla vita, sugli usi e sull’alimentazione dei pompeiani. Massimo Osanna annuncia che: “La nuova scoperta potrà diventare un bellissimo dono di pasqua per i visitatori”.

Lo scavo che ha permesso il ritrovamento non si trova all’interno del Grande Progetto Pompei, ma è presente comunque nella zona della Regio V, che è interessata negli ultimi anni da dei lavori di consolidamento e di scavi. Il termopolio si trova situato di fronte alla “Locanda dei Gladiatori”, quasi all’angolo tra il vicolo dei Balconi e la via della Casa delle Nozze d’Argento.

Nel 2019 erano già riemerso una parte del balcone caratterizzato da uno splendido dipinto a tema mitologico, una nereide che cavalca un ippocampo e porta con sé una cetra. Presente anche un’impronta lasciata nella cenere dal grande portone in legno e un balcone che ornava il piano superiore.

Gli scavi che sono stati svolti in queste ultime settimane hanno riportato alla luce l’intero ambiente della taverna, con il suo bancone a “L” riccamente decorato e i vasi con ancora i resti degli alimenti e delle pietanze cucinate, cibi che i pompeiani consumavano per strada.

Uno dei quadri rinvenuti è caratterizzato da dei colori sfavillanti, e riproduce l’ambiente della locanda cosi come doveva presentarsi alle persone che la frequentavano, con le sue anatre germane appese, il bancone e le pietanze da poter gustare. In un’altra rappresentazione è invece raffigurato un cane al guinzaglio, dove sulla cornice qualcuno, forse un liberto, ha graffito un insulto diretto al padrone del locale.

Nelle termopoli, dove venivano servite bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, gli alimenti venivano conservati in grandi dolia o giare, che erano incassati nel bancone fatto in muratura, una costruzione molto diffusa nel mondo romano, luogo in cui era abitudine consumare il prandium, ossia il pasto, fuori casa.

Nella sola Pompei sono presenti circa una ottantina di questi luoghi, ma nessuno fin’ora era stato rinvenuto così integro, con delle decorazioni così raffinate, dei colori splendidi e dei disegni intatti. Un altro aspetto che caratterizza lo scavo, è che a differenza di quelli del passato, si è riuscito a recuperare tutti gli elementi sul cibo emersi in questo progetto. Nello scavo hanno lavorato in equipe formata da esperti di archeobotanica, di archeozoologi, geologi, antropologi, e vulcanologi.

L’archeozoologa Chiara Corbino, ha spiegato nella sua relazione che: “Nel menù erano presenti piatti con l’impiego congiunto di mammiferi, uccelli, pesce e lumache nella stessa pietanza, una specie di paella ante litteram”.

Un’altra particolarità scoperta è stata raccontata dall’archeobotanica Chiara Comegna, che ha individuato un particolare trattamento del vino fatto con le fave, che servivano a sbiancarlo e nello stesso tempo a correggerne il gusto. Inoltre, per poterlo conservare veniva utilizzato un solo che aveva sul suo fondo una tegola per separare i legumi dal liquido, così da evitare di mescere il vino insieme con il suo poco gradevole fondo.

Vicino al balcone è stato ritrovato uno scheletro di un cagnolino adulto ma con delle dimensioni piuttosto modeste, segno evidente che già all’epoca si praticasse la selezione delle razze da compagnia. Molto importante è il ritrovamento dei resti di due uomini.

Una delle due vittime è un uomo di circa 50 anni, trovato disteso su una branda nel retro del locale, probabilmente morto schiacciato a causa del crollo del solaio. I resti dell’altro uomo sono stati invece ritrovati in un grande vaso di terracotta, tranne un piede che si trovava vicino al bancone. Secondo gli archeologi l’occultamento del secondo scheletro, potrebbe essere stato fatto da degli scavatori, forse nel XVII secolo, che avevano effettuato un cunicolo a ridosso dell’edificio.

Secondo Massimo Osanna: “Il piede, che si trova accanto al bancone proprio vicino al coperchio posato in terra di una delle pentole in coccio, potrebbe anche far pensare ad un fuggiasco entrato nella bottega alla ricerca di riparo e soprattutto di cibo, visto che ormai le piogge di cenere e di lapilli in città si susseguivano da oltre 18 ore”.

Il restauro è attualmente in corso e i lavori proseguono anche all’interno dei laboratori, dove alle analisi che sono state fatte in loco ne saranno affiancate altre, per conoscere in maniera più precisa il contenuto dei grandi vasi in terracotta, così da avere maggiori informazioni sui resti delle vittime.

Massimo Osanna termina anticipando che questa parte dei nuovi scavi sarà anche visitabile, dichiarando che: “L’idea, pandemia permettendo, è quella di aprire l’accesso al Termopolio a Pasqua, facendo passare i visitatori dal cantiere di restauro della grande Casa delle Nozze d’argento, chiusa al pubblico ormai da decine di anni”.

https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Pompei-riaffiora-intatto-un-Termopolio-nella-taverna-resti-di-cibo-nei-piatti-e-affreschi-5a5560b0-4754-4f1a-a2dc-de7d318be48d.htmle

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