giovedì, Settembre 19

Addio al Polo Nord

Il Polo Nord è attualmente coperto da ghiaccio marino tutto l’anno, durante l’estate l’area ghiacciata diminuisce e in inverno aumenta, ma negli ultimi decenni, a causa del riscaldamento globale, il saldo tra le “perdite” estive e le nuovi coltri invernali è negativo, il che ha provocato una riduzione dell’area ghiacciata complessiva.

Negli ultimi 30 anni il tasso di riscaldamento dell’Artide è stato infatti quasi il doppio di quello della Terra, un fenomeno così drammatico e peculiare da essere stato ribattezzato dagli scienziati: amplificazione artica. Ormai non è in discussione la scomparsa dei ghiacci nel Polo Nord ma soltanto quando essa avverrà.

Secondo uno studio di un team di ricercatori dell’università tedesca di Amburgo, coordinati da Dirk Notz basato su 21 analisi effettuate da centri di ricerca di tutto il mondo e pubblicato su Geophysical Research Letters entro il 2050 avremo la prima estate senza ghiacci del Polo Nord.

Gli studiosi hanno tenuto conto di 40 diversi modelli climatici per valutare la futura evoluzione della copertura di ghiaccio marino in Artico in uno scenario con elevate emissioni future di CO2 e scarsa protezione del clima.

C’è però chi è ancora più pessimista e prospetta scenari inquietanti decisamente più ravvicinati nel tempo. Uno di questi scienziati è Peter Wadhams, professore di fisica degli oceani che ha guidato oltre 40 spedizioni polari sul campo, sei delle quali sottomarine.

Per Wadhams senza radicali interventi sul fronte delle emissioni dei gas serra l’appuntamento con la scomparsa dei ghiacci nel Polo Nord è molto più ravvicinato della metà del secolo come ipotizzato da altri ricercatori. E se nel breve periodo l’eliminazione della coltre ghiacciata artica potrà portare limitati benefici alle attività umane, come l’apertura di nuove rotte commerciali e lo sfruttamento di idrocarburi e minerali, nel medio e lungo periodo la perdita di quei ghiacci comporterà un’accelerazione del riscaldamento globale su tutto il pianeta.

Da qui a cascata crisi idriche, siccità e temperature incandescenti di cui in questi caldissimi giorni estivi abbiamo soltanto una piccola e limitata anticipazione.

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