lunedì, Settembre 16

Aiuto mi si sta restringendo il cervello!

Uno studio recente curato da Jeff Morgan Stiebel sostiene che il cervello umano si sta riducendo per dimensioni e che le implicazioni a livello cognitivo sono ancora sconosciute. Un cervello umano adulto pesa in media circa tra gli 1,2 e gli 1,4 kg così da rappresentare circa il 2% del peso totale corporeo. Occupa un volume di circa 1260 cm³ negli uomini e di 1130 cm³ nelle donne, sebbene ci sia una sostanziale variazione tra individuo ed individuo.

La grandezza del cervello è spesso correlata alle capacità intellettive degli esseri viventi soprattutto se rapportata alla massa corporea. È ovvio che il cervello di un elefante sia più grande di quello di un essere umano, ma il cervello dell’essere umano rapportato alle dimensioni corporee dell’uomo corrisponde ad un valore maggiore del cervello di un elefante rapportato alla massa corporea del pachiderma. Il valore risultante viene definito “quoziente di encefalizzazione“. 

Secondo la ricerca nel corso degli ultimi 50.000 anni il cervello umano starebbe riducendosi mentre le dimensioni del corpo umano, nel corso degli ultimi 4 milioni di anni, sarebbero aumentate. I dati dello studio sono stati ricavati dall’analisi di campioni fossili dell’olocene e del tardo pleistocene e dalla comparazione con i risultati di 19 autopsie di persone decedute nei primi anni ottanta dello scorso secolo. Il risultato si è cristallizzato in una riduzione della massa encefalica del 5,415%.

Il contestuale aumento della massa corporea ha indotto il ricercatore ha ritenere che questo risultato sia una risposta evolutiva da parte della fisiologia umana all’aumento dell’indice di massa corporea. La riduzione della massa encefalica umana però non ha avuto risvolti negativi sulle capacità cognitive delle persone. Anzi la ricerca ha evidenziato un aumento generale del livello di intelligenza e d’istruzione, in particolare nel corso dell’ultimo secolo al punto tale che secondo l’autore si evincerebbe un’inversione dell’effetto Flynn.

L’effetto Flynn consiste nell’aumento nel valore del quoziente intellettivo medio della popolazione nel corso degli anni, un fenomeno osservato da James R. Flynn, psicologo statunitense naturalizzato neozelandese. L’effetto è stato da lui rilevato in svariati paesi: per questo, è stato ritenuto come indipendente dalla cultura di appartenenza. La scoperta di questo fenomeno avvenne negli anni ottanta del Novecento, a seguito della valutazione delle serie storiche di paesi (più di una ventina) per i quali si disponeva di dati affidabili: Flynn osservò come, nel corso degli anni, il valore del quoziente intellettivo fosse aumentato in modo progressivo, con una crescita media di circa 3 punti per ogni decennio.

Negli ultimi trenta anni si sono registrati diminuzioni significative, anche nei paesi più industrializzati, del quoziente di intelligenza. Questa tendenza potrebbe quindi non essere sufficiente a compensare i miglioramenti ambientali ed esterni.

Purtroppo la riduzione della massa cerebrale non è soggetta soltanto ad un fattore evolutivo. Uno degli effetti del cosiddetto “Long Covid”, ovvero le ripercussioni fisiche di soggetti guariti dal Covid19 è la riduzione della massa cerebrale. Secondo uno studio pubblicato qualche tempo fa da Jama Network Open il Covid intacca anche il cervello umano.

I ricercatori hanno preso in considerazione 57 report con i dati di 250.351 adulti e bambini non vaccinati e con diagnosi da dicembre 2019 a marzo 2021. Insieme a disturbi classici del post Covid: affaticamento, dolori articolari e persino una diminuzione della mobilità, i ricercatori hanno riscontrato un altro problema: una riduzione della materia grigia

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