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Alle origini del disastro del Titanic

Alle origini del disastro del Titanic. Nel 1904, la White Star Line, prestigiosa compagnia navale britannica aveva da poco compiuto i 35 anni di attività: specializzata nel trasporto passeggeri nell’Atlantico (ma non solo, copriva rotte importanti anche in Sud America, Australia e Nuova Zelanda), godeva di un’ottima reputazione. Le sue navi si distinguevano tutte per il suffisso “ic” nel nome, ed inoltre tutte avevano fumaioli avana con cima nera, scafo nero con una riga rossa nella parte superiore e come bandiera una coda di rondine rossa blasonata con una brillante stella rossa a cinque punte.

Duello tra compagnie


Presidente della White Star Line era da circa 15 anni, il cinquantaduenne J. Bruce Ismay che aveva preso il posto del padre, fondatore della compagnia, morto nel 1899. Ismay nel 1904 dovette far fronte alle mire espansionistiche della International Mercantile Marine, un enorme conglomerato che aveva interessi nel campo del trasporto passeggeri e merci in tutto il mondo.
L’IMM era di proprietà del grande banchiere americano J.P. Morgan che ci aveva investito 120 milioni di dollari dell’epoca.


J.P. Morgan era già una leggenda della finanza americana, uomo alto e robusto, con due baffoni spioventi, sessantasettenne, con un naso grottescamente violaceo, deforme e pustoloso a causa di una malattia contratta da giovane riesce a convincere J. Bruce Ismay che un’acquisizione non ostile della White Star Line è nell’interesse reciproco.
Approfittando quindi del posto vacante, offre a Ismay la carica di Presidente ed Amministratore Delegato dell’International Mercantile Marine, gli lascia anche la carica della White Star Line e acquisisce la gloriosa compagnia britannica.

Il vero rivale: la Cunard Line


L’acquisizione della White Star Line da parte della IMM è un passo necessario per contrastare la feroce concorrenza delle rotte transatlantiche con la compagnia rivale per eccellenza: la Cunard Line.
Nel 1905 infatti la Cunard mette in cantiere la costruzione del Lusitania e del Mauritania, moderni piroscafi che non avevano niente a che vedere con la flotta della White Star Line. Le due navi partirono quasi contemporaneamente, la prima a Settembre e la seconda a Novembre del 1907 stabilendo il record di velocità nell’attraversamento dell’Atlantico. Erano lunghe 230 metri  e pesavano 31.500 tonnellate ciascuna, erano dunque le più grandi navi del mondo allora esistenti. Si tratta di un duro colpo per JP Morgan, Ismay e la White Star Line.

La risposta della White Star Line

In quel cruciale anno, la risposta della White Star Line, nasce quasi per caso, durante una cena nella casa londinese del Presidente dei cantieri navali Harland e Wolff, Lord William James Pirrie, lo stesso Ismay e la moglie Florence.


I due discutendo di strategie, tra un bicchiere di porto ed un ottimo sigaro, decidono di costruire tre piroscafi che avrebbero fornito un servizio settimanale di traversata spiccando per comfort e stile. A Ismay piacque l’idea, le navi sarebbero andate a più di 20 nodi di velocità e la sicurezza e il lusso senza precedenti sarebbero stati il loro punto di forza, cambiando per sempre i canoni delle traversate atlantiche.


Nasce cosi’ il progetto della classe Olympic che prevedeva la costruzione di tre giganteschi e lussuosi trnsatlantici: l’Olympic, il Titanic e il Gigantic (successivamente ribattezzato Britannic). L’Olympic veniva varato il 20 ottobre 2010, mentre il Titanic il 31 maggio 1911. La sfida alla Cunard era lanciata.

Il disastro del Titanic


Il viaggio inaugurale del Titanic era programmato per il 10 aprile 1912 con partenza da Southampton (Regno Unito). Doveva far parte della prima traversata anche JP Morgan che però cedette il posto ad Ismay, salvandosi cosi la vita. La notte tra il 14 ed il  15 aprile  il Titanic si scontrerà con un iceberg naufragando e facendo circa  1500 morti tra cui Ismay.

Per saperne di più:

TITANIC

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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