Definire questo romanzo breve, 136 pagine di Valeria Parrella (classe 1974) non è facile. Almarina (Einaudi, euro 16,15) è allo stesso tempo una storia d’amore, un pezzo di letteratura civile, un inno alla rinascita di una persona che si affranca con fatica da un lutto.
Elisabetta insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. E’ una donna di cinquanta anni amareggiata che ha perso da non molto tempo il marito. Entrando nel carcere si consegna come in un tempo sospeso. Le giornate scorrono uguali fino a che un giorno si imbatte in un allieva diversa, Almarina, che riesce ad illuminarne l’esistenza.
Il riscatto umano e civile di Elisabetta si snoda attraverso il consolidarsi di questa singolare storia di amore filiale che si sviluppa con la giovane migrante reclusa.
Il romanzo della Parrella è stato finalista al Premio Napoli 2020, sezione Narrativa – Finalista al Premio Strega 2020 – Finalista al premio Lattes Grinzane 2020 – Finalista al Premio Asti d’Appello 2020.
Certamente una delle migliori opere di questo disgraziato 2020.
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