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Anfibi in pericolo

Negli anni passati, a primavera, si vedevano le acque limpide di fossati e piccoli stagni brulicare di girini guizzanti, spettacolo meraviglioso, simbolo del risveglio della natura, oggi purtroppo divenuto più raro. Sono gli anfibi, soprattutto rane, rospi, salamandre e tritoni, animali a “doppia vita”, che prima appaiono soltanto in acqua, poi anche su terra, conservando però un certo legame con l’acqua, per la riproduzione e per evitare il disseccamento della pelle.

Tra le varie specie strane, l’Axolot non segue le fasi ordinarie della metamorfosi (uovo, girino e adulto), ma rimane sempre allo stato larvale, pur potendosi riprodurre, e resta sempre in acqua, come il Proteo. Inoltre la Cecilia sembra un verme, senza zampe, che si sposta con movimenti ondulatori.

Purtroppo delle oltre 6500 specie note di anfibi, almeno un terzo rischia l’estinzione, anzi tra le classi di vertebrati quella degli anfibi è la più in pericolo. Finora sono circa 90 le specie già estinte, mentre 500 sono diminuite parecchio nell’ultimo cinquantennio. Le cause sono molteplici, dovute soprattutto ad azioni umane sconsiderate:

  1. immissione di specie estranee
  2. cambiamenti climatici: il surriscalmento globale provoca un generale aumento di aridità a fronte della diminuzione di piogge, almeno in certe zone
  3. distruzione di zone umide, molto più frequente della diminuzione del manto forestale
  4. degrado ambientale, per gli scarichi liquidi e solidi nei corsi e bacini d’acqua.

Infine negli ultimi tempi si è avuta la diffusione di un fungo patogeno asiatico, dovuta al commercio di specie esotiche, il Batrachiochus chytrium, che provoca una grave malattia, la chitridiomicosi, con una crescente e letale degradazione della cheratina nella pelle.

L’importanza ecologica delle rane e rospi è notevole, perché questi anfibi da adulti si nutrono di insetti nocivi alle nostre coltivazioni, tanto che sono stati definiti “insetticidi naturali”. Quindi la loro diminuzione provoca l’aumento delle popolazioni di insetti nocivi e la necessità di un maggior impiego di pesticidi, il che comporta un aumento di inquinamento.

Per fortuna alcune associazioni ambientaliste, tra cui il WWF, si stanno impegnando in vari modi per fermare questa tendenza pericolosa per l’ambiente e per la nostra stessa salute.

Innanzitutto si cerca di proteggere da scarichi e persino di ripristinare le piccole zone umide adatte alla nascita e allo sviluppo degli anfibi. Poi, in caso di strade, si controlla il loro passaggio, fermando il traffico: questo succede nel periodo di migrazione dalla zone di letargo a quelle con acque per riprodursi. Infine si controlla la presenza in acqua del gambero rosso, vorace divoratore di uova e girini. Anche noi possiamo dare piccoli contributi alla salvaguardia di questi animali, segnalando alle autorità locali casi analoghi nelle nostre campagne e altre zone.

  Crediti fotografici: blendspace.com / youtube.com  / misanimales.com

VIDEO: Lezione sugli ANFIBI

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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