lunedì, Settembre 16

Asteroide che ha estinto i dinosauri ha innescato uno tsunami globale

Asteroide che ha estinto i dinosauri ha innescato uno tsunami globale. L’ultima ricerca rivela che l’asteroide che si schiantò sulla Terra e che ha spazzato via i dinosauri provocò un mostruoso tsunami in tutto il pianeta.

L’asteroide, largo circa 14 chilometri, ha lasciato dietro di sé un cratere da impatto di circa 100 chilometri, una formazione situata vicino alla penisola messicana dello Yucatan. L’impatto, oltre a porre fine al regno dei dinosauri, ha anche innescato un’estinzione di massa del 75% delle forme di vita animali e vegetali presenti sul pianeta.

L’impatto dell’asteroide ha creato una serie di eventi catastrofici, provocando una fluttuazione delle temperature globali. Nell’atmosfera del pianeta era presente fuliggine e polvere che riempivano l’aria. L’impatto ha innescato incendi, provocati dai pezzi di materiale in fiamme esplosi dall’impatto, oggetti che sono rientrati nell’atmosfera e sono piovuti sul pianeta. Lo tsunami creato dall’impatto ha fatto il giro del pianeta in 48 ore, con una forza che era migliaia di volte più forte dei moderni tsunami causati dai terremoti.

La ricerca

I ricercatori hanno cercato di migliorare la comprensione dello tsunami, e della sua portata, attraverso la modellazione. Gli esperti hanno individuato prove a sostegno delle loro scoperte sul percorso e la potenza dello tsunami, analizzando ben 120 carotaggi di sedimenti oceanici in tutto il mondo. 

La ricerca è stata pubblicata in maniera dettagliata sulla rivista American Geophysical Union Advances. Si tratta della prima simulazione globale dello tsunami causato dall’impatto di Chicxulub ad essere pubblicata su una rivista scientifica peer-reviewed, secondo quanto riportato dagli autori.

La ricerca rende noto che lo tsunami è stato abbastanza potente da creare delle onde imponenti alte più di un miglio e setacciare il fondo dell’oceano a migliaia di chilometri da dove l’asteroide ha impattato. L’evento ha, in maniera tangibile, cancellato la registrazione dei sedimenti di ciò che è accaduto prima dell’evento, così come durante esso.

Molly Range, autrice principale della ricerca di cui si occupa da quando era studentessa, ha spiegato che: “Questo tsunami è stato abbastanza forte da disturbare ed erodere i sedimenti presenti nei bacini oceanici su metà del globo, lasciando uno spazio vuoto nelle registrazioni sedimentarie o un miscuglio di sedimenti più vecchi”.

Lo tsunami, secondo i ricercatori, è stato fino a 30.000 volte più forte dello tsunami del 26 dicembre del 2004 avvenuto nell’Oceano Indiano, uno dei più grandi mai registrati, che ha ucciso più di 230.000 persone. L’energia rilasciata dall’impatto dell’asteroide è stata almeno 100.000 volte maggiore dell’eruzione vulcanica di Tonga avvenuta all’inizio di quest’anno.

Questo modello mostra l’ampiezza massima dell’onda dello tsunami dopo l’impatto dell’asteroide 66 milioni di anni fa

Come tracciare il percorso di un antico tsunami

Brandon Johnson, coautore dello studio e professore associato alla Purdue University, ha utilizzato un particolare programma, l‘idrocodice, per poter simulare i primi 10 minuti dell’impatto di Chicxulub, periodo in cui sono avvenuti la formazione del cratere e l’inizio dello tsunami.

Nella simulazione sono stati inseriti le dimensioni dell’asteroide e la sua velocità, stimata ad una velocità di 43.200 chilometri orari, nel momento in cui ha colpito prima le acque poco profonde e poi la roccia della penisola dello Yucatan.

Le rocce, i sedimenti e i detriti, dopo meno di tre minuti, hanno spinto un muro d’acqua lontano dall’impatto, creando un’onda alta 4,5 chilometri, secondo la simulazione. L’onda si è fermata nel momento in cui il materiale esploso è ricaduto sulla Terra. La caduta dei detriti ha poi prodotto altre onde ancora più caotiche. Un’onda a forma di anello alta circa un miglio, 10 minuti dopo l’impatto, ha iniziato a viaggiare attraverso l’oceano in tutte le direzioni da un punto situato a 220 chilometri dall’impatto.

Questo grafico mostra il movimento dell’altezza della superficie del mare dello tsunami 4 ore dopo l’impatto dell’asteroide

La simulazione è stata inserita in due diversi modelli globali di tsunami, il MOM6 e il MOST. Il MOM6 viene utilizzato per poter modellare gli tsunami nelle profondità oceaniche, mentre il MOST fa parte delle previsioni di tsunami presso i centri di allerta tsunami della National Oceanic and Atmospheric Administration.

I due modelli creati hanno prodotto quasi esattamente gli stessi risultati, producendo una sequenza temporale dello tsunami per il team di ricerca. Lo tsunami, un’ora dopo l’impatto aveva oltrepassato il Golfo del Messico nell’Oceano Atlantico settentrionale. Le onde, 4 ore dopo l’impatto, hanno attraversato la costa centroamericana e l’Oceano Pacifico. I ricercatori sono riusciti a creare un grafico in cui viene mostrato il movimento dell’altezza della superficie del mare dello tsunami 24 ore dopo l’impatto.

Le onde, dopo 24 ore, sono entrate nell’Oceano Indiano da entrambi i lati dopo aver attraversato l’Oceano Pacifico e l’Oceano Atlantico. Il gigantesco tsunami, 48 ore dopo l’impatto, aveva raggiunto la maggior parte delle coste della Terra.

Questo grafico mostra il movimento dell’altezza della superficie del mare dello tsunami 24 ore dopo l’impatto

Conclusioni

Il team di ricerca ha analizzato le informazioni provenienti da 120 sedimenti, informazioni che provenivano in gran parte da precedenti progetti scientifici di perforazione oceanica. I ricercatori hanno scoperto così che c’erano strati di sedimenti più intatti nelle acque protette dall’ira dello tsunami, mentre invece c’erano dei vuoti nei sedimenti negli oceani del Nord Atlantico e del Sud Pacifico.

I ricercatori sono rimasti molto sorpresi di scoprire che i sedimenti presenti sulle coste orientali delle isole settentrionali e meridionali della Nuova Zelanda erano stati fortemente disturbati con più vuoti. Inizialmente, gli scienziati hanno pensato che ciò fosse dovuto dall’attività delle placche tettoniche. Il nuovo modello ha però mostrato che i sedimenti si trovano direttamente nel percorso dello tsunami di Chicxulub, nonostante questi erano distanti 12.000 chilometri.

Molly Range, conclude spiegando che: “Riteniamo che questi depositi abbiano registrato gli effetti dell’impatto dello tsunami, e questa è forse la conferma più significativa, su scala globale, di questo evento”.

Il team di ricerca non ha stimato l’impatto dello tsunami sulle inondazioni costiere. Nonostante ciò il modello mostra che le regioni costiere del Nord Atlantico e la costa del Pacifico e del Sud America sono state probabilmente colpite da onde più alte di 20 metri. Le onde si sono alzate soltanto quando si sono avvicinate alla riva, causando così inondazioni e una forte erosione.

È in progetto una ricerca futura che modellerà l’entità delle inondazioni globali dopo l’impatto e anche fino a che punto si sono potuti avvertire gli effetti dello tsunami nell’entroterra, secondo quanto dichiarato dal coautore dello studio e professore e oceanografo fisico dell’Università del Michigan Brian Arbic. L’esperto conclude spiegando che: “Ovviamente le più grandi inondazioni sarebbero state le più vicine al sito dell’impatto, ma anche molto lontano le onde erano probabilmente molto grandi”.

FONTE:

https://edition.cnn.com/2022/10/04/world/dinosaur-asteroid-tsunami-scn/index.html?fbclid=IwAR3a7-6oe5GjZBmUdN_YgTMjrZC6AHYiIF-MqB3a9VNaiMnWruwO6KCIADs

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