domenica, Settembre 8

Attacco al Nord #1 La pianificazione

E’ una gelida mattina del 21 febbraio 1940 quando Adolf Hitler convoca alle 11, presso la Cancelleria di Berlino, presenti i generali Jodl e Keitel, il comandante del XXI Corpo d’Armata di stanza a Coblenza Nikolaus von Falkenhorst.

Nikolaus von Falkenhorst è sorpreso e leggermente preoccupato è la prima volta che incontra personalmente Hitler. Apprende ben presto il motivo della sua convocazione, il Fuhrer vuole che gli racconti la sua partecipazione nel 1918 allo sbarco in Finlandia. Al termine del racconto Hitler lo porta davanti ad un tavolo ricolmo di carte geografiche della Norvegia.

Dice a von Falkenhorst che ha notizie che gli inglesi intendono occupare la Norvegia e che lui vuole precederli. La Germania dipende dalle importazioni di materiale ferroso per circa l’80% provenienti dal porto norvegese di Narvik.

Da tempo a von Falkenhorst fino alle 17.00 affinché gli presenti le linee generali di un piano d’invasione. Il comandante del XXI Corpo d’Armata quando esce dalla Cancelleria è allo stesso tempo emozionato e preoccupato, non conosce niente della Norvegia.
Entra in una libreria, acquista tutte le guide turistiche sulla Norvegia disponibili, si chiude in albergo e lavora senza interruzioni fino al momento del nuovo incontro con il Fuhrer.

L’abbozzo di piano era semplice, occorreva una divisione di fanteria per ognuno dei cinque principali obiettivi che von Falkenhorst aveva individuato: Oslo, Narvik, Kristiansand, Bergen e Trondheim.
Hitler approvò il piano e concesse ulteriori due divisioni alpine.
Il primo marzo il Fuhrer invia all’Alto Comando tedesco l’ordine di avviare in grande segretezza l’operazione Weser per l’occupazione della Norvegia e della Danimarca.

In realtà la prima idea di un’invasione del Nord ed in particolare della Norvegia era già emersa nella mente del Capo Nazista fin dall’ottobre del 1939, i motivi addotti erano quelli di assicurare le indispensabili forniture di ferro e nichel svedese che arrivavano in Germania dal porto di Narvik (11 milioni di tonnellate sulle 15 necessarie) e di poter disporre di una base di partenza per aerei e navi in previsione di un attacco alla Gran Bretagna, alternativa e complementare alle più vicine basi tedesche o belghe separate dal Canale della Manica.

Il terreno era stato preparato da una serie di incontri con Vidkun Quisling, il cinquantatreenne ex ministro della Difesa norvegese, fondatore del partito fascista norvegese e grande ammiratore di Hitler e della Germania.

Quisling si era offerto in cambio di cospicui finanziamenti di predisporre le cose per favorire l’occupazione tedesca e creare un governo collaborazionista, mettendo il Re in condizioni di non nuocere ai piani hitleriani.

Sul finire del mese di marzo del 1940 Hitler riceve i piani definitivi di invasione di Norvegia e Danimarca ed il 2 aprile, allarmato da presunte informazioni circa un corpo di spedizione di 16.000 soldati francesi di stanza in Scozia pronti a salpare per Narvik, ordina l’inizio dell’attacco al Grande Nord fissandone l’inizio per le ore 5.15 del 9 aprile 1940.
Dire che Francia, Gran Bretagna, Danimarca e Norvegia furono presi di sorpresa dall’aggressione tedesca è inesatto e fuorviante. In realtà questi paesi avevano ricevuto da tempo segnali e notizie che facevano supporre concretamente che qualcosa di grosso bollisse in pentola, ma tutti sottovalutarono o addirittura ignorarono i foschi presupposti dell’invasione.
L’Alto Comando inglese è addirittura convinto che sarebbe un’ottima cosa se i tedeschi facessero una mossa cosi avventata in modo da dar loro la possibilità di impartirgli la prima dura lezione. Il 5 aprile un agente segreto norvegese avverte Oslo dell’imminente attacco, ma la notizia viene accolta con scetticismo dal governo.

Il 7 aprile la ricognizione aerea inglese avvista navi tedesche in rotta verso la Norvegia ed una torpediniera britannica si imbatte in un convoglio tedesco che nella nebbia procede verso il porto di Narvik.
Londra finalmente comprende il pericolo e da un lato avverte i comandi militari norvegesi della situazione (ed ancora una volta, incredibilmente, questa comunicazione viene giudicata eccessivamente allarmista) dall’altro dopo numerose riunioni del gabinetto di guerra si decide di organizzare una spedizione militare per impedire l’occupazione della Norvegia.

Ormai però è troppo tardi……

…..continua….

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