Buon compleanno Frankestein

Duecento anni fa, esattamente il 1 gennaio del 1818 veniva pubblicato uno dei romanzi horror più famosi di ogni tempo “Frankestein o il moderno Prometeo“, scritto da una giovanissima autrice britannica Mary Shelley.
Poco importa che in realtà Frankestein sia il cognome dello scienziato che da vita alla mostruosa creatura golemica, che per l’appunto non ha nome, ma viene di volta in volta indicato dall’autrice come mostro, demone e per l’appunto creatura, per tutti egli è semplicemente “Frankestein”.


L’autrice moglie di Percy Shelley uno dei più celebri poeti lirici inglesi dell’epoca, compone il romanzo tra il 1816 ed il 1817 alla verdissima età di 19 anni non può neppure immaginare il successo travolgente che questa opera produrrà nel corso di due secoli. Eppure il mostro che Victor Frankestein assembla è assente nella prima parte del romanzo, quasi un non personaggio e quando la Shelley lo recupera lo farà morire suicida nel suo disperato bisogno di trovare una compagna con la quale squarciare la profonda solitudine esistenziale che lo pervade.


Frankestein ha prodotto decine e decine di trasposizioni cinematografiche e televisive con numerose licenze sui contenuti dell’opera che uscita nel 1818 fu ripubblicata, profondamente rivista nel 1831.
La Shelley non ha mai amato molto questa sua opera prima che insieme al “Dracula” di Bram Stoker codifica sotto il profilo letterario un genere, quello horror, molto amato da Hollywood.


Praticamente ognuno di noi ha visto almeno una pellicola con al centro della vicenda il goffo e orrendo golem partorito dalla giovane autrice britannica ma per coloro che non hanno letto il libro questa è l’occasione giusta per affrontare una lettura nella quale è facile scoprire che in fondo Frankestein è una parte di noi e noi siamo un po’ tutti Frankestein.

Natale Seremia

Appassionato da sempre di storia e scienza. Divoratore seriale di libri e fumetti. Blogger di divulgazione scientifica e storica per diletto. Diversamente giovane. Detesto complottisti e fomentatori di fake news e come diceva il buon Albert: "Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi."

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