giovedì, Settembre 19

Carburante prodotto dai rifiuti su Marte

Carburante prodotto dai rifiuti su Marte. Secondo l’ESA sarà possibile produrre carburante dai rifiuti su Marte. Durante le missioni future con equipaggio su Marte e le missioni di allunaggio Artemis, massimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili sarà un aspetto di fondamentale importanza.

Un problema da affrontare sarà quello dei combustibili. Questi saranno necessari non soltanto per riuscire a sopravvivere in un ambiente ostile, ma anche per avere un modo per ritornare sulla Terra.

Il generatore MOXIE

Le principali agenzie spaziali sono tutti concordi sul trovare una soluzione. A tal proposito è già stato avviato un primo esperimento scientifico su Marte, attraverso il generatore MOXIE presente sul rover Perseverance.

Il generatore MOXIE è una tecnologia miniaturizzata creata per effettuare dei test. Questa, da quando è stata inviata su Marte ad aprile dello scorso anno, ha conseguito ottimi risultati, estraendo circa 5 gr di ossigeno dall’anidride carbonica atmosferica, un gas presente in maniera abbondante su Marte. L’anidride carbonica atmosferica marziana rappresenta circa il 95% del totale.

Il progetto dell’ESA

L’ESA con la collaborazione con il centro di ricerca spagnolo Tekniker, ha cominciato a progettare un sistema in grado di produrre carburante dai rifiuti e dalle acque reflue. L’obiettivo dell’agenzia non è quello di creare un generatore a fusione nucleare alimentato a “immondizie”, una tecnologia che se ideata produrrebbe una vera svolta.

L’ESA si è proposta l’obiettivo di estrarre carburante da tutte le risorse a disposizione sul pianeta rosso. Tra queste sono presenti anche i prodotti di scarto degli astronauti. Borja Pozo di Tekniker, ha spiegato che: L’obiettivo è realizzare il primo reattore in grado di produrre propellente spaziale su Marte utilizzando l’aria del pianeta, che contiene il 95% di anidride carbonica”. L’idea del progetto è molto simile al MOXIE, solamente in scala molto più grande. Questa creerà un reattore alimentato ad energia solare e ad acque reflue.

Le acque reflue saranno l’elemento che renderà molto più efficiente il processo. Questo perché le acque di scarto diventeranno un elemento indispensabile della soluzione foto-elettrochimica.

Il sistema ideato non creerà soltanto idrocarburi, che potranno essere utilizzati come combustibili, ma sarà anche in grado di ripulire l’acqua. Un sistema unico in grado di produrre carburante e effettuare operazioni di riciclo.

Conclusioni

Jean-Christophe Berton, responsabile tecnico del progetto, ha spiegato che: “Il risultato di questa attività potrebbe fornire all’ESA, un contributo prezioso sulla produzione di propellente su Marte o per alimentare siti remoti sulla Terra. Potrebbe anche potenzialmente fornire un input su come decarbonizzare la nostra atmosfera”.

Un simile sistema potrebbe essere utilizzato non soltanto su Marte, su cui verrebbe effettuato un banco di prova prima di farne un utilizzo su larga scala, ma persino sul nostro pianeta.

La chiave dell’esplorazione di Marte, ma anche della Luna e altri luoghi nello spazio, sarà quella di utilizzare tutte le risorse presenti sul posto, assicurando così una permanenza stabile. I primi viaggi, ovviamente, avranno bisogno di un’attenta pianificazione e dell’invio delle risorse necessarie per il ritorno sulla Terra. Queste saranno le condizioni per poter creare una presenza stabile e sostenibile per l’uomo.

FONTE:

https://ideas.esa.int/servlet/hype/IMT?userAction=Browse&templateName=&documentId=cafe54f03c3a929f70ee2976c821a4ea

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