martedì, Settembre 24

Storia

Chi ebbe l’idea dell’offensiva di Caporetto?
Storia, Storia Contemporanea

Chi ebbe l’idea dell’offensiva di Caporetto?

Sappiamo che l'offensiva di Caporetto fu resa possibile dall'impegno diretto dei tedeschi a fianco dello sfibrato esercito austro-ungarico. Quell'offensiva che si tradusse nella rotta disordinata dell'esercito italiano si era resa indispensabile per evitare il collasso del fronte austriaco messo a dura prova da una serie interminabile di offensive italiane. Ma chi individuò per primo il punto esatto dove attaccare ed elaborò la prima bozza di piano operativo? Per rispondere a questa domanda dobbiamo capire come era organizzata la struttura di comando degli eserciti in campo nella Grande Guerra. Un esercito della Prima Guerra mondiale poteva avere un Comandante nominale come il Kaiser in Germania, Vittorio Emanuele in Italia o l'imperatore Carlo d’Asburgo, succeduto al tron...
La castellana Beatrice: una storia di sesso medievale
Medioevo, Storia

La castellana Beatrice: una storia di sesso medievale

L'Età di Mezzo è stata per gran parte dei suoi 1.000 anni un'epoca di grande liberalità nel campo sessuale, soprattutto per gli uomini. Le donne invece soprattutto quelle delle classi dominanti e dell'aristocrazia erano soggette a un controllo sociale e familiare piuttosto rigido. Nondimeno le cronache raccontano i desideri e le avventure erotiche di molte donne intraprendenti che mal si assoggettavano a questo regime. Una di queste vicende ci è giunta dal libro di uno storico francese "Storia di un paese: Montaillou, un villaggio occitano durante l’inquisizione, 1294-1324". La protagonista di questa storia è Beatrice di Planissoles, una giovane donna figlia di un nobile minore della zona, sospettato di avere simpatie per l'eresia catara. Beatrice va in sposa, a venti anni, al...
Cure, medici e guaritori nel Medioevo
Medioevo, Storia

Cure, medici e guaritori nel Medioevo

Ammalarsi nel Medio Evo era un’eventualità molto frequente e che spesso si rivelava fatale per il malato. I medici ignoravano quasi completamente il funzionamento del corpo umano ed avevano una scarsa conoscenza dei malanni e delle terapie da adottare. La malattia era l'unica condizione che "livellava" ricchi e poveri, nobili e contadini. È vero che i nobili e i ricchi potevano valersi dei medici, ma le conoscenze effettivamente valide erano così scarse che la differenza tra averli e non averli era minima. La teoria più diffusa era quella elaborata dai medici greci Ippocrate (V-IV secolo a.C.) e Galeno (129-216), secondo la quale l’organismo umano è governato da quattro umori diversi (sangue, bile gialla, bile nera, flegma) che, a seconda delle rispettive interazioni o disequilibri (d...
Quel drammatico 1947
Storia

Quel drammatico 1947

La guerra era finita da un anno e mezzo e l'intera Europa era un grande cantiere materiale (per la ricostruzione di case, strade, ponti e infrastrutture) e istituzionale con la faticosa legittimazione di nuovi governi e regimi in gran parte del Vecchio Continente. Il sollievo per la fine della drammatica guerra che aveva insanguinato per quasi sei anni il mondo si stava traducendo in una profonda disillusione causata dalle difficili condizioni di vita di milioni di persone. Il problema principale, quello dei rifornimenti alimentari, era tutt'altro che risolto. Svezia e Svizzera a parte il resto del continente registrava una carenza generalizzata di cibo. Soltanto grazie alle riserve alimentari create dall'UNRRA ammassate nel 1946 gli austriaci riuscirono a sopravvivere nel co...
L’importanza del legno nel Medioevo
Medioevo, Storia

L’importanza del legno nel Medioevo

Per tutto il Medioevo una delle fonti principali di energia era costituita dal legno. Si calcola il legname rappresentasse la metà dell'energia prodotta, il resto proveniva dal lavoro muscolare umano, dagli animali e dai mulini ad acqua e a vento. Il legname costituiva inoltre la materia prima principale per la costruzione di case, manufatti e macchinari, oltre che per i mezzi di trasporto quali imbarcazioni e carri. Persino gli ingranaggi erano prevalentemente costituiti da legno in quanto il metallo era raro e costoso. Come accade quasi fin dall'avvento di homo sapiens lo sfruttamento intensivo delle foreste che fra l'altro erano in competizione con agricoltura e allevamento, produsse una vera e propria crisi di questa preziosa risorsa. Un dato è più che sufficiente per ill...
Navi e canapa un binomio  vincente fino all’invenzione della navigazione a vapore
Botanica, Economia, Storia

Navi e canapa un binomio vincente fino all’invenzione della navigazione a vapore

Le navi sia militari che mercantili nell'antichità facevano grande uso di lino per la produzione di cordame e vele. Con il passare dei secoli e il graduale e lento passaggio da navi sostanzialmente sospinte da rematori a navi che utilizzano la "forza motrice" del vento, le cose cambiano e progressivamente si afferma un nuovo materiale: la canapa. La canapa è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabaceae. Secondo alcuni comprende un'unica specie, la Cannabis sativa, la pianta storicamente più diffusa in occidente, a sua volta comprendente diverse varietà e sottospecie; secondo altri invece si distinguono tre specie, C. sativa, C. indica e C. ruderalis. Fino a quel momento la canapa era stata utilizzata per la produzione di lenzuola e biancheria per la casa, ma...
La riforma agraria del 1950 in Italia
Storia

La riforma agraria del 1950 in Italia

I grandi latifondisti del Meridione d'Italia avevano mantenuto i propri privilegi per tutto il ventennio fascista perpetuando le condizioni di sfruttamento secolare dei braccianti meridionali. Il dopoguerra consegnò all'agenda politica della neonata Repubblica l'esigenza di approntare una riforma agraria in grado di sanare le più macroscopiche ingiustizie sociali e avviare lo sviluppo economico del Mezzogiorno. Il parlamento italiano varò nel 1950 varò la legge stralcio n. 841 del 21 ottobre 1950. La riforma agraria si proponeva: a) imposizione di un limite d'estensione alla proprietà terriera privata e l'assegnazione delle terre eccedenti il limite a coltivatori manuali della terra; b) bonifica e trasformazione fondiaria; c) formazione e potenziamento della piccola pro...
La nascita del Welfare State dopo la seconda guerra mondiale
Economia, Storia

La nascita del Welfare State dopo la seconda guerra mondiale

Uno degli obiettivi della ripresa postbellica era la lotta alla disoccupazione coniugata al contrasto della recessione economica di paesi usciti distrutti dalla guerra. Era profondamente diffusa la convinzione che fascismo e comunismo si fossero affermati negli anni precedenti il conflitto grazie alle profonde disuguaglianze sociali che investivano gran parte delle società europee. Se le democrazie volevano rilegittimarsi dovevano affrontare con rinnovato impegno il tema delle "condizioni del popolo". Come aveva affermato un secolo prima Thomas Carlyle <<Se non si fa qualcosa, un giorno qualcosa si farà da sé in un modo che non ci piacerà>>. Il Welfare State, ovvero la pianificazione sociale, nel 1945 era ormai da due generazioni oggetto di dibattito e di primi i...
La sorte dei collaborazionisti dopo  la fine della seconda guerra mondiale
Storia

La sorte dei collaborazionisti dopo la fine della seconda guerra mondiale

Nell'Europa occidentale all'indomani della fine delle ostilità del secondo conflitto mondiale si impose come priorità nei paesi che erano stati occupati dai tedeschi l'esigenza di fare i conti con i collaborazionisti, ovvero con coloro, che dai massimi livelli istituzionali fino al singolo individuo, avevano fattivamente cooperato con il nemico. In Francia, Norvegia e in tutto il Benelux le autorità locali, frutto della volontà nazista, non si erano certamente coperte di gloria. Spesso la loro collaborazione con gli occupanti era stata zelante e perfino preventiva rispetto alle aspettative tedesche. Nel 1941, in Norvegia i tedeschi furono in grado di governare il paese con soltanto 806 funzionari amministrativi. La Francia con appena 1500 funzionari. I nazisti erano talmen...
I “collaborazionisti” nella seconda guerra mondiale
Storia

I “collaborazionisti” nella seconda guerra mondiale

I nazisti, ed in misura minore i fascisti italiani, furono felici di poter sfruttare i risentimenti, nei territori occupati, di fazioni politiche o minoranze etniche che ritenevano, a torto o ragione, di aver conti da regolare con le strutture politiche e sociali dei governi destituiti dall'occupazione delle forze dell'Asse. Non si trattava soltanto di applicare il vecchio e collaudato principio del divide et impera ma anche di ridurre i costi e la fatica di amministrare e sfruttare i territori occupati. Le persone che si offrirono di aiutare i nazisti a gestire il potere nei loro paesi occupati vennero definiti con il termine dispregiativo di "collaborazionisti". Il fenomeno però era più complesso di una semplice adesione per ragioni di tornaconto personale, in alcuni casi...
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