È indubbio che una ricca foliazione ha spesso permesso a Giancarlo Berardi di assecondare la sua vena di romanziere, regalando ai lettori delle storie non soltanto ricche di pathos, ma con una profondità di analisi, psicologica e sociale che negli ultimi tempi sembra venuta meno, anche per la riduzione del numero di pagine della sua creatura: Julia.
Non è il caso del numero 20 di Julia, “Cielo Nero” che conclude un’avventura iniziata nel numero 19 “L’occhio del sole”. Qui la criminologa di Garden City si trova ad indagare su una misteriosa setta che spinge i suoi adepti a dei suicidi rituali.
Il termine setta potrebbe derivare dal latino sector, che vuol dire “seguire”, ma potrebbe anche riferirsi al verbo seco, “tagliare, separare”. Quest’ultima interpretazione si sposa perfettamente con uno dei primi doveri dei nuovi adepti, ovvero tagliare tutti i ponti con il proprio microcosmo relazionale (parenti, amici, colleghi).
Le sette religiose si distinguono prima di tutto per il loro rifiuto delle religioni tradizionali (cristianesimo, islamismo, ebraismo), sorgono intorno ad una figura carismatica che svolge il ruolo di leader o guida della setta. Da anni le sette religiose sono oggetto di studi in tutto il mondo da parte di giuristi, antropologi, psicologi e criminologhi.
Nello specifico, si possono definire sette religiose ed esoteriche tutte quelle “aggregazioni ispirate alla predicazione di un capo spirituale o a dottrine di tipo iniziatico, i cui principi appaiono diversi da quelli delle confessioni religiose tradizionali (Cristianesimo, Ebraismo, Islamismo, Buddismo, Induismo, Confucianesimo) e dei grandi sistemi filosofici occidentali”
Una parte di queste organizzazioni vengono definite psicosette, termine introdotto dalla psicologa americana Margaret Thalet Singe e successivamente importato in Italia dall’antropologa Cecilia Gatto Trocchi. Le psicosette si presentano spesso come centri spirituali o del miglioramento del sé, ma nascondono dinamiche di soggiogamento psicologico.
In Italia, le sette “ufficiali” sono circa 500, ma esistono molte altre sette per così dire sommerse che sfuggono a qualsiasi censimento. Gli italiani coinvolti, quindi, sarebbero oltre due milioni, soprattutto giovani: secondo le stime, infatti, il 35% ha meno di 30 anni.
Un fenomeno in costante crescita, con una particolare accelerazione per le cosiddette psicosette che rappresentano il 40% del totale. Naturalmente non tutte le sette sono pericolose, alcune sono del tutto innocue.
Purtroppo però la manipolazione degli adepti, l’esaltazione delle “guide spirituali” di molte di queste aggregazioni pseudo religiose o esoteriche, si trasformano a volte in vere e proprie tragedie. Dalla “family” di Charles Manson, protagonista del celebre massacro di Cielo Drive a gli adepti di Heaven’s Gate, convinti dal leader Applewithe a suicidarsi nel giorno del passaggio della Cometa di Hal-Bop, che avrebbe portato una navicella che avrebbe accolto le loro anime ormai immortali.
Ancora, i Davidiani, suicidatisi in massa dopo un assedio tra la polizia e i membri – accusati tra le altre cose di detenzione di armi e pedofilia – durato 51 giorni: 85 persone, tra cui 17 bambini di età inferiore a 10 anni morirono nell’incendio che avevano appiccato. Questo episodio sembra aver ispirato una parte della storia di Julia che andiamo adesso, sinteticamente a raccontare, senza però come è nostro costume, spoilerare troppo.
Tutto inizia quando tre persone si uccidono contemporaneamente a mezzogiorno esatto: sono seguaci di Aton, un dio che si rifà al culto del Sole. Julia non impiega molto a capire che questi suicidi rituali non saranno gli ultimi La vicenda ruota intorno all’enigmatica figura di Padre Connors, il leader carismatico dei figli di Aton. Padre amorevole e convinto assertore delle farneticanti teorie esoteriche-religiose di Aton e allo stesso tempo, affarista senza scrupoli coinvolto in un traffico d’armi e subdolo manipolatore delle personalità dei suoi adepti.
Questa complessità e ambiguità è magistralmente tratteggiata dalla sceneggiatura firmata a due mani da Giancarlo Berardi e Maurizio Mantero, grazie anche alle oltre 250 tavole complessive, disegnate Enio e Valerio Piccioni, che permettono all’estro narrativo del papà di Julia di dare il meglio di se. La copertina è di Marco Soldi.
Il finale amaro, rappresenta per Julia una sconfitta e suggella con una nota di realismo “aggiuntivo” la fallibilità degli esseri umani.
Soggetto e sceneggiatura: 9
Disegni: 7
Copertina: 7,5
Media: 7,83
Fonti:
la svolta.it
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