giovedì, Settembre 19

Come sopravvivere psicologicamente alla pandemia

Sono passati 15 mesi da quando la pandemia di Covid19 ha messo sotto scacco l’intero pianeta. Quindici lunghi mesi contrassegnati da lutti, paura e gravi ripercussioni economiche e sociali. Quindici mesi di restrizione delle libertà individuali, di isolamento, di frammentazione e dispersione del tessuto relazionale che sostiene la vita di ciascuno di noi.

Nonostante l’avvio della più grande campagna vaccinale della storia dell’umanità siamo ancora lontani da un ritorno ad una parvenza di normalità. Le ondate pandemiche si susseguono reiterando il loro carico di morti, ansia e difficoltà economiche.

Disturbi mentali e pandemia

Stiamo pagando alla pandemia non soltanto un doloroso tributo sanitario e socioeconomico ma anche un pesante fardello in termini di salute mentale. I primi studi e le prime analisi su questo aspetto non secondario delle conseguenze della pandemia di Covid19 sono emersi negli Stati Uniti, di gran lunga il paese più colpito da SARS-Cov-2.

Ad oggi gli Stati Uniti registrano oltre 30 milioni di persone contagiate (circa il 9% della popolazione) ed oltre 545.000 vittime.Come nazione non abbiamo mai vissuto niente di simile” è il parere di Charles Figley, che ha una lunghissima carriera nell’ambito della psicologia dei disastri.

Nel giugno del 2020, quando la pandemia imperversava soltanto da sei mesi, i ricercatori dei CDC statunitensi hanno intervistato 5412 adulti scoprendo che il 25,5% di essi soffriva di ansia e il 24,3% di depressione. Le ripercussioni sulla salute mentale degli americani però non sono omogenee. I disturbi mentali colpiscono in modo significativamente maggiore le persone di colore rispetto ai bianchi.

Questo dipende soprattutto per il differente impatto delle conseguenze economiche della pandemia. A novembre dello scorso anno il tasso di disoccupazione tra neri ed ispanici era superiore a quello dei bianchi rispettivamente del 75 e 42%. Le difficoltà economiche si aggiungono a quelle della malattia, in uno studio pubblicato nel luglio 2020 dall’Università di New York, si evince che il tasso di mortalità tra la gente di colore era dieci volte più alta di quella dei bianchi con lo stesso reddito mediano.

Ci aspettano ancora mesi di tensione, ansia per il futuro, isolamento che può facilmente sfociare in sindromi depressive. Come superare questo tempo senza esserne dal punto di vista psicologico ed emotivo travolti dalle conseguenze della pandemia?

Chiariamo subito che non ci sono ricette miracolose, ma soltanto metodi che possono alleviare le sofferenze e comunque impedire che degenerino in disturbi mentali di media ed alta gravità. Partiamo dal presupposto che secondo la stragrande maggioranza degli psicologi specializzati nel recupero da traumi e disastri la maggior parte di noi supererà i drammatici effetti sanitari, sociali e psicologi della pandemia.

I segnali d’allarme

La prima cosa da monitorare sono i segnali d’allarme della nostra sofferenza psichica. Nel mezzo di una crisi non è sempre facile distinguere tra i livelli di ansia normali e quelli, per così dire, patologici. I principali segnali del declino della nostra salute mentale sono correlati alle variazioni del ritmo dell’appetito e del sonno, se superano una settimana.

Un altro sintomo da tenere sotto osservazione è l’aumento dell’irritabilità verso familiari o colleghi. Difficoltà di concentrazione e incapacità di apprezzare come prima certe attività, sono altri segnali d’allarme da non trascurare. Infine occorre tenere d’occhio l’uso di farmaci (soprattutto psicofarmaci) e l’abuso di droghe ed alcol.

I segnali del nostro disagio psichico spesso sono esternati anche attraverso sintomi fisici come dolore, vertigine o indigestione. Una ricerca congiunta tra l’università di Haifa (Israele) e quella di Pisa, che ha coinvolto 2787 adulti in tutto il mondo, ha scoperto che le persone con un disagio psichico più forte erano quelle che manifestavano maggiori sintomi fisici.

Dietro tutti questi segnali si nascondono la solitudine, la paura e l’incertezza causate dalla pandemia, tutte sensazioni che i lungo degenti di altri tipi di malattie gravi sperimentano abitualmente. Riconoscere ed accettare queste emozioni è il primo passo per non esserne dominati. L’ansia, ad esempio, è del tutto normale, si tratta di imparare a gestirla.

Come preservare la nostra salute mentale

Si può essere spaventati, arrabbiati e perfino risentiti ed essere allo stesso tempo resilienti. Un modo per tenere sotto controllo ansia, paura e depressione è quello di scrivere ogni giorno, per circa 15 minuti, quello che si prova e come lo si prova. Tenere questa sorta di “diario emotivo” è estremamente utile. Studi approfonditi hanno dimostrato che coloro che dedicano questi pochi minuti di tempo a riportare per iscritto le loro emozioni, ricorrono molto di meno a medici, psicanalisti e psichiatri.

Un’altra tecnica utile è quella di focalizzarsi di volta in volta sulla cosa che ci preoccupa di più in un dato momento. Pur nella convinzione che non ci sono soluzioni facili nel mezzo di una pandemia, applicarsi per individuare azioni ed attività, anche piccole ci consente di acquisire una sensazione di controllo. Questa linea di condotta richiede però la capacità di mantenere la mente aperte ed essere disposti a provare nuovi approcci.

L’idea di fondo, semplificando, è quella di considerare gli ostacoli superabili e non barriere insormontabili. Alcuni aspetti di questa pandemia sono certamente fuori dal nostro controllo, dobbiamo pertanto concentrarci sulle cose che possiamo anche minimamente cambiare. La terapia cognitivo-comportamentale è l’approccio più efficace per aiutare le persone in difficoltà, migliorando la loro salute mentale.

Noi e gli altri

L’aiuto degli altri è indispensabile. Purtroppo questo cozza con gli obblighi di isolamento e distanziamento sociale imposti dal contenimento della pandemia. Esiste una corposa letteratura scientifica sugli effetti nocivi dell’isolamento sociale e della solitudine. Per le persone anziane e sole questo bisogno di supporto emotivo e relazionale può essere reso ancora più complicato dal digital divide. Non essere abbastanza abili, sotto il profilo tecnologico, per usare applicazioni e device utili a sostenere una relazione a distanza è un elemento che aggrava il senso di solitudine.

In questi mesi si è sviluppata anche la “terapia virtuale” che è riuscita a mantenere il contatto tra terapeuta ed assistito. La terapia può rivelarsi utilissima per aiutare le persone a gestire stress ed ansia. Uno degli effetti più negativi di questa pandemia è l’incertezza del futuro.

Se il futuro è oscuro, concentriamoci sul presente

A tutti noi piace fare programmi per il futuro, fissare obbiettivi, avere la convinzione (a volte eccessiva) di poter organizzare la propria vita. Tutte queste cose ci sono precluse dalla pandemia. Non sappiamo se, e come, ci ammaleremo di Covid19. L’unico modo che abbiamo per salvaguardare la nostra salute mentale, quando abbiamo di fronte un futuro ignoto e nebuloso, è concentrarci sul presente.

Pensare e agire giorno per giorno, perché non sappiamo come sarà il futuro. Un metodo comprovato per rimanere attaccati al presente è la mindfulness un’attitudine che si coltiva attraverso una pratica di meditazione sviluppata a partire dai precetti del buddismo (ma scevra dalla componente religiosa) e volta a portare l’attenzione del soggetto in maniera non giudicante verso il momento presente.

Diversi protocolli di trattamento psicologico basati su tale tecnica meditativa sono stati sviluppati e validati in ambito clinico, dove hanno mostrato benefici significativi per il trattamento di diverse patologie psicologiche e anche il miglioramento di molti parametri ematici.

Nessuna ricetta universale

Per coloro che non amano le pratiche meditative è possibile ricorrere ad altri espedienti, quasi altrettanto efficaci. Un metodo consiste nel concentrarsi sulle sensazioni provate durante alcune attività quotidiane come mangiare o lavarsi i denti. Comunque si raggiunga la mindfulness (termine che potremmo tradurre in consapevolezza, attenzione) ci fa sentire più calmi e che nell’ambiente che ci circonda non ci sono motivi di allarme o di stress.

Per mantenere la salute mentale non esiste un metodo valido per tutti e quello che funziona per uno può non funzionare per altri. Gli psicologi consigliano di affidarsi al proprio istinto e di provare quello che sentiamo più adatto al nostro vissuto, nella consapevolezza che la pandemia, prima o poi, finirà.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Le Scienze, marzo 2021, ed. cartacea

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