domenica, Novembre 24

Cosa ci dice sull’epidemia di Covid19 il nuovo rapporto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità?

Ieri è stato reso noto il consueto rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) aggiornato al 23 aprile scorso sull’andamento dell’epidemia di Covid19 nel nostro paese.

Nella settimana che va dal 16 al 23 aprile scorso il numero di nuovi casi ufficiali di positività è cresciuto del 11,3%, mentre i decessi sono aumentati di ben il 16,0%. Anche il numero degli operatori sanitari infettati da SARS-Cov-2 è salito del 15,7%. Tra le regioni che hanno avuto in percentuale il maggior numero di nuovi casi ci sono la Sicilia (+18,5%), la Puglia (+18,1%) e il Lazio (+17,9%), mentre le regioni che hanno registrato la crescita minore sono state il Piemonte (+8,0%), le Marche (+7,9%) e l’Umbria (+1,5%).

Premesso che la gravità clinica dei pazienti non è riportata in tutte le Regioni/PPAA in modo standardizzato secondo le modalità previste dalla sorveglianza COVID-19, la gravità clinica è disponibile per 57.048 casi, di cui 7.479 (13,1%) asintomatici, 9.795 (17,2%) paucisintomatici, 8.403 (14,7%) con sintomi per cui non è specificato il livello di gravità, 20.008 (35,1%) con sintomi lievi, 10.195 (17,9%) con sintomi severi tali da richiedere ospedalizzazione, 1.168 (2,0%), con quadro clinico di gravità critica che richiede ricovero in Terapia Intensiva. Il 30% circa delle persone colpite dal virus è quindi senza sintomi o con sintomi lievi.

Il tasso di letalità complessiva è del 13,1% con profonde differenze in base alla classe di età (ed in misura diversa anche del sesso). Si va dal 2,6% per la classe d’età 50-59, al 24,9% per la classe d’età 70-79 anni. Fortunatamente per i bambini da 0 a 9 anni la letalità è soltanto dello 0,2% e per i giovani dai 20 ai 29 dello 0,1%.

Le quattro regioni del Nord Lombardia (39,61%), Emilia Romagna (13,20%), Veneto (9,53%) e il Piemonte (9,34%) rappresentano da sole il 71,68% dei casi di Covid19 diagnosticati dai laboratori regionali di riferimento. Come riportato ampiamente da tutti i media i luoghi dove si è contratto il contagio sono:

RSA-Case di riposo-Centri di assistenza per disabili 44,1%

Ambito familiare 24,7%

Lavoro 4,2%

Comunità religiosa 1,9%

Nave/Crociere 1,4%

Centro accoglienza rifugiati 0,2%

Altro 12,8%

In conclusione è bene ricordare che questi dati statistici scontano ancora oggi una non adeguata omogeneizzazione dei dati che in qualche misura ne preclude un’affidabilità totale.

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