Covid19: un evento epocale

Ognuno di noi è immerso, nello stesso tempo, nella propria storia individuale ed in quella con la S maiuscola, la storia collettiva che fluisce e si sovrappone con il nostro vissuto senza soluzione di continuità. Questa sovrapposizione, talvolta, non ci fa percepire compiutamente la portata di avvenimenti che costituiranno uno snodo fondamentale della Storia di domani, quella per intenderci che i nostri figli e nipoti studieranno sui banchi di scuola.

E’ il caso della pandemia di SARS-Cov-2 che ormai affligge da almeno nove mesi l’umanità. La pandemia di Covid19 è l’evento globale più drammatico dalla fine della seconda guerra mondiale. Le sue implicazioni sanitarie, economiche, sociali e psicologiche riguardano infatti l’intero pianeta. Dagli Stati Uniti con i suoi 7 milioni di contagiati ed oltre 200.000 morti al minuscolo stato insulare caraibico di Saint Kitts e Nevis, (55.000 abitanti) con 19 casi accertati, tutti i paesi del mondo sono stati colpiti dalla pandemia.

Tutti gli eventi, anche importanti che si sono succeduti dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, dalla guerra del Vietnam alla caduta del muro di Berlino, dalla Guerra del Golfo all’attentato alle Torri Gemelle hanno riguardato soltanto un parte, talvolta molto ridotta dell’umanità.

Ad oggi i casi accertati ufficialmente di Covid19 sono circa 32 milioni e le vittime sfiorano il primo milione di persone. Si tratta di dati sottostimati, anche se al momento,, nessuno è in grado di dire con sufficiente certezza di quanto.

Come detto le conseguenze di questa pandemia non riguardano soltanto la salute pubblica, ma investono pesantemente l’economia, la vita sociale delle persone ed hanno un sensibile impatto sulla psicologia degli individui ed i relativi disturbi. Conseguenze che si protrarranno per anni anche quando la pandemia sarà sconfitta o semplicemente scomparirà come accadde dopo oltre due anni per la devastante “spagnola”.

In particolare i riflessi sulle economie accentueranno le disuguaglianze sia all’interno dei singoli paesi che tra la parte economicamente più forte del pianeta ed in paesi meno sviluppati. Da questo punto di vista il Covid19 non sarà “egualitario” come per la sfera sanitaria ma colpirà più duramente i poveri e le aree marginali del globo.

Abbiamo di fronte ancora molti mesi, forse anche due anni di convivenza con un virus insidioso, altamente contagioso, in grado di destabilizzare i servizi sanitari nazionali anche dei paesi più ricchi. In Europa ci sono tutte le caratteristiche della cosiddetta seconda ondata. Alcuni paesi come la Spagna hanno già perso il controllo dell’epidemia e in altri paesi come la Francia e la Gran Bretagna la situazione si è aggravata nel corso dell’ultimo mese tanto che “zone rosse” e lockdown “leggeri” sono ampiamente diffusi. Israele poi è il primo paese al mondo ad applicare un secondo, severo lockdown totale per il pericoloso innalzamento della curva epidemiologica.

La situazione in Italia è soltanto parzialmente migliore. Secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe siamo passati dalla settimana 15-21 luglio che contava 1.408 casi complessivi (circa 200 al giorno) alla settimana 16-22 settembre con 10.907 (circa 1560 al giorno). Sono aumentate anche le vittime settimanali e le ospedalizzazioni, sia nei reparti normali che in terapia intensiva.

In conclusione comprendere la portata storica di questo avvenimento non è soltanto un esercizio di consapevolezza del periodo che stiamo vivendo ma ci aiuta a comprendere meglio la nostra responsabilità individuale e collettiva nel contenimento di questa pandemia, nell’attesa di un vaccino veramente sicuro ed efficace.

Per questo le posizioni anti scientifiche ed irrazionali di negazionisti e complottisti sono particolarmente pericolose possono indurre sentimenti di sottovalutazione di un emergenza che ci accompagnerà ancora per molti mesi.