giovedì, Settembre 19

Dedalus farà zorbing sulla Luna

Dedalus, un robot sferico con una dimensione di circa mezzo metro di diametro, farà zorbing sulla Luna. Lo strumento è stato pensato per riuscire ad esplorare, in maniera del tutto autonoma, i condotti lavici lunari.

In che modo lo farà? Rotolando. Il progetto è stato scelto dall’ESA, per eseguire uno studio di fattibilità. La camera stereoscopica del progetto è stata ideata dal team guidato da Claudio Pernechele dell’Inaf di Padova.

Cos’è lo zorbing?

Ma cosa è lo zorbing? Si tratta di un’attività che viene svolta all’aperto, in cui si entra all’interno di una sfera di plastica trasparente ammortizzata, lo zorb, è si inizia a rotolare sfruttando dei leggeri pendii. Questa attività ha avuto il suo boom verso la fine degli anni novanta, soprattutto in Australia e Nuova Zelanda.

Lo zorbing ha ispirato il team di ricerca per riuscire a creare Dedalus. In questo caso però non ospiterà le persone, bensì un’attrezzatura scientifica sofisticata. A differenza dello zorb, non presenterà una dimensione di tre metri, ma solamente di appena 46 cm.

Dedalus: ecco come farà zorbing sulla Luna

Lo strumento sarà progettato per riuscire a rotolare, ma non qui sulla Terra ma sotto la superficie della Luna. Infatti, secondo alcuni ricercatori, l’oggetto pensato sarebbe di una forma ideale per riuscire ad esplorare i condotti lavici lunari. Quest’ultimi sono ad oggi i luoghi più promettenti per quanto riguarda i tentativi futuri di colonizzazione del nostro satellite naturale.

Il progetto è stato denomiato Dedalus, acronimo di Descent and exploration in deep autonomy of lunar underground structures, che su Twitter è identificato come DaedalusSphere. Lo strumento è stato messo a punto da ricercatori dell’Inaf e delle università di Padova, Wurzburg e Brema, insieme a Vigea e al Cira, ed è ora stato selezionato dall’Agenzia spaziale europea per uno studio di fattibilità

Le analisi eseguite dall’ESA, serviranno a comprendere se Dedalus possa divenire per davvero il mezzo più adatto per poter esplorare, in maniera autonoma, le cave lunari.

Quale sarà il suo funzionamento?

Claudio Pernechele, ricercatore dell’Inaf di Padova a capo del team che ha ideato la “videocamera” di Dedalus, ha spiegato che: “Il robot sferico verrà calato da una gru posizionata sul bordo della cava. Durante la discesa farà una mappatura tridimensionale dello skyline, attraverso l’utilizzo della camera immersiva stereoscopica ideata dall’Istituto nazionale di astrofisica”.

Pernechele, continua affermando che: “Una volta raggiunto il fondo, la sfera sarà in grado di muoversi “rotolando”. Il movimento avverrà grazie ad un meccanismo che sposta il suo baricentro caricando così la batteria di alimentazione interna”.

Pernechele, insieme ai suoi colleghi, ha progettato la camera a 360 gradi. Questa è formata da quattro lenti panoramiche bifocali, che sono in grado di inquadrare un campo panoramico (360° x 100°). Lo strumento, simultaneamente, utilizzando lo stesso sensore d’immagine, effettuerà anche l’ingrandimento del campo.

Pernechele, ha dichiarato che: “Quindi in pratica riusciremo a svolgere due obiettivi con un unico sensore”. Il ricercatore sottolinea come tale caratteristica la renda assai appetibile per le applicazioni, come appunto quelle spaziali, che presentano dei vincoli di peso e d’ingombro molto rigidi.

Pernechele, conclude spiegando che: La camera, date alcune funzionalità originali della lente panoramica bifocale, riuscirà anche a realizzare simultaneamente delle immagini in quattro colori differenti. Le immagini raccolte saranno necessarie per l’analisi scientifica e la comprensione mineralogica dei materiali delle pareti. Tutto ciò avverrà senza alcuna necessità di movimentazione, che nelle missioni spaziali rappresenta sempre un elemento critico”.

Dedalus, ultime informazioni

La sfera, oltre a possedere la camera stereoscopica, avrà anche un lidar per la mappatura in tre dimensioni degli interni dei condotti. Inoltre, sarà dotata di sensori di temperatura, un dosimetro per radiazioni, dei bracci estensibili così da riuscire, in caso occorresse, a rimuovere eventuali ostacoli e saggiare le proprietà delle rocce.

Le comunicazioni con la superficie avverranno grazie al cavo usato per calare la sfera, che una volta scollegato da essa verrà impiegato come ricevitore wifi.

Fonte:

https://www-media-inaf-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.media.inaf.it/2021/03/24/progetto-dedalus-esa/amp/?amp_js_v=a6&amp_gsa=1&usqp=mq331AQFKAGwASA%3D&fbclid=IwAR0E-APAkMRkH_5pV7bP655Ghg9QLAAcSDpT7BXXDjbObJb5EhtnL3SDqgk#aoh=16167705374739&csi=0&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&amp_tf=Da%20%251%24s&ampshare=https%3A%2F%2Fwww.media.inaf.it%2F2021%2F03%2F24%2Fprogetto-dedalus-esa%2F

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