giovedì, Settembre 19

Dylan Dog #439: “L’invasione silenziosa” di Barbara Baraldi

Come tutti i dylaniati sanno si è da poco conclusa la lunga e controversa curatela di Roberto Recchioni per quanto riguarda una delle testate più amate dell’universo bonelliano: Dylan Dog. Al suo posto, caldeggiata anche dal padre dell’Indagatore dell’Incubo, Tiziano Sclavi è da poco in sella, Barbara Baraldi. Se mai qualcuno si stesse chiedendo perché proprio lei, basta leggere il n. 439 della serie regolare di Dylan, ancora sotto la gestione di Recchioni, “L’invasione silenziosa”, per capirne i motivi.

Ma procediamo con ordine.

La cover

La copertina è firmata dai fratelli Cestaro ed è di un’efficacia impeccabile. Dylan è davanti ad uno specchio di uno squallido bagno con un’espressione terrorizzata mentre un suo alter ego mostruoso protende le mani adunche fuori dallo specchio, ghermendo il collo del nostro eroe.

La colorazione nella quale domina il giallo e un azzurro slavato aggiunge un ulteriore elemento di pathos ai tratti netti e incisivi dei due brothers.

Gli autori

Copertina: Gianluca e Raul Cestaro

Soggetto e sceneggiatura: Barbara Baraldi

Disegni: Davide Furnò

La storia (senza spoiler)

Soggetto e sceneggiatura sono di Barbara Baraldi che si è ispirata per questa storia ad un celeberrimo romanzo di fantascienza: L’invasione degli ultracorpi (The Body Snatchers, pubblicato in Italia anche come Gli invasati) scritto da Jack Finney,  pubblicato in tre puntate nel novembre e dicembre del 1954 sulla rivista Collier’s e l’anno successivo in edizione paperback.

Questo fortunato romanzo ha avuto ben quattro trasposizioni cinematografiche. Il tema su cui ruota sia il romanzo che la storia della Baraldi è quello di un’invasione silente e per questo ancora più minacciosa. Entità aliene prendono il possesso dei corpi delle persone rendendo indistinguibile chi è ancora un essere umano e chi una minaccia extraterrestre annidata nelle fattezze del coniuge, del lattaio, del poliziotto o del collega di lavoro.

Nella versione di Barbara, Dylan viene coinvolto da una bella speaker radiofonica che ospita le incessanti chiamate di Wayne, una persona apparentemente disturbata che non perde occasione per ribadire ossessivamente l’idea di essere l’unico ad accorgersi di creature mostruose che si aggirano come niente fosse tra gli esseri umani.

Questo plot è stato usato spesso per stigmatizzare le ossessioni compulsive di alcuni momenti storici (come la caccia alle streghe del viscerale anticomunista senatore McCarthy) oppure per evidenziare quel senso di estraniamento dovuto all’omologazione di massa particolarmente accentuata nella società digitale e post industriale.

La storia firmata da Barbara Baraldi è un esempio di quel “ritorno al classico” che sarebbe alla base del cambio di gestione editoriale della testata. Dopo anni di confusione, così si sostiene, liquidando troppo frettolosamente un decennio di curatela Recchioni, che certamente presenta delle ombre ma anche qualche felice intuizione, si avverte l’esigenza di recuperare una parte del pubblico perduto, attraverso un rispetto più rigoroso dei canoni dylaniati.

Sotto questo profilo la Baraldi è certamente l’autrice più idonea, anche perché ne siamo sicuri apporterà questa correzione di rotta senza appiattirsi eccessivamente in stereotipi del passato, ma recuperando quello spirito attraverso sensibilità adeguate ad una testata che ha ormai ampiamente tagliato il traguardo dei 36 anni di vita.

La valutazione

Cover: 7,5

Storia: 7

Disegni: 7

Media: 7,16

Per saperne di più:

L’invasione degli ultracorpi (romanzo)

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