La curtis medievale

Con questa definizione si intende, nell’Alto Medioevo, quel complesso di di ville ed edifici dove il signore soggiornava ed espletava le sue funzioni di controllo sul territorio. Un territorio dove si sviluppava la cosiddetta “economia curtense” ovvero quella fase di passaggio nel mondo rurale tra l’economia della Villa romana e quella della signoria fondiaria del feudalesimo.

Caratteristiche dell’economia curtense

Queste proprietà essenzialmente votate all’economia dell’auto consumo si possono schematicamente classificare in terre domenicali direttamente dipendenti dal Signore, terre massariacie affidante ai contadini ed alle loro famiglie che sono obbligate a cedere una parte del raccolto al Signore e/o corrispondere prestazioni lavorative extra in particolari giorni dell’anno (Natale, Pasqua, Ferragosto).

I mansi, ovvero queste porzioni di terreno più o meno estese coltivate dai contadini potevano, a loro volta, essere suddivisi in “mansi vestiti” ove i contadini hanno la loro abitazione e absi, quelli dove gli agricoltori si recano giornalmente a lavorarvi senza però risiedervi. L’economia curtense pur essendo votata all’auto consumo non fu mai del tutto un’economica chiusa, i surplus di prodotto venivano venduti all’esterno come in parte era costretta ad acquistare materie prime non reperibili internamente.

Servi e contadini

Chi erano gli uomini che vivevano nella curtis? Prima di tutto i servi che dovevano il loro sostentamento interamente al Signore. Per lui coltivavano le terre domenicali mentre i familiari erano addetti alla casa signorile. Dallo stato di servitù si usciva raramente attraverso l’affrancamento ad opera del padrone o più raramente dal riscatto nei pochi casi in cui si poteva conquistare la propria libertas.

Vi erano poi i massarii legati direttamente al mansus e privi di contratto scritto, mentre i libellarii erano liberi coloni, provvisti di libellum detti manentes se obbligati alla residenza sul fondo stesso. Infine vi erano i lavoratori stagionali, assunti in particolari periodi dell’anno o per eventi straordinari, i bobolci, che in genere possedevano gli attrezzi del mestiere ed in certi casi perfino aratri e buoi.

La configurazione della curtis

La configurazione della curtis medievale non è molto dissimile da quella delle ville romane. L’area della casa padronale di solito è delimitata da un muro o da una fitta siepe. Fuori si trovano stalle, porcilaie, rimesse, tinaie, frantoio, macine, forno, fienile, granai e pozzi. Tutto intorno le dimore modeste dei contadini.

Il lavoro nei campi è molto duro e mette a dura prova gli uomini ma anche molte donne e ragazzi impegnati a sostenere una struttura sociale che va al di la della mera curtis. Dai campi provengono le derrate alimentari avviate sulle tavole di corti e abbazie, di case di ricchi e poveri cittadini. Con i prodotti della terra i commercianti alimentano le loro attività.

Unità economica ed amministrativa

Per gran parte dell’Alto Medioevo l’agricoltura rappresenta il perno centrale dell’economia. Un ruolo fondamentale in questo settore lo giocano i monaci che amministrano con diverse formule giuridiche un’agricoltura fiorente. La curtis non era soltanto una grande unità economica ma anche una grande unità amministrativa, sotto la direzione di un unico Signore, che poteva essere il praepositus del monastero, oppure un iudex, come nel Capitulare de villis (800 e.v. circa); o un gastaldo, un villico, un rector patrimonii, come in altre fonti.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Treccani.it

Il Medioevo giorno per giorno

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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