lunedì, Settembre 16

En avant! La preparazione delle offensive dell’autunno del 1915

Dopo le fallimentari offensive primaverili l’alto Comando francese iniziò a pianificare i nuovi attacchi per l’autunno del 1915. La confusione però regnava sovrana in seno agli alti gradi dell’esercito transalpino si confrontavano almeno tre diverse idee su come condurre quella fase della guerra.

Il Comandante in Capo Joffre propendeva per una serie di offensive di grande portata che si supportassero l’una con l’altra, impedendo ai tedeschi di utilizzare in modo concentrato le riserve e producendo auspicabilmente uno sfaldamento del fronte nemico. Foch, che nel marzo del 1918, in un momento critico per la Francia, sarà nominato Comandante in Capo al posto di “Papà” Joffre, invece preferiva procedure più limitate di attacco metodico, in qualche modo simili al concetto del “mordi e resta”.

Petain, certamente in fondo alla gerarchia che contava, era l’unico generale di corpo d’armata particolarmente attento a preservare le vite dei soldati e sosteneva pertanto che la strategia vincente fosse quella difensiva, l’unica in grado di portare il nemico ad un logoramento progressivo falcidiando progressivamente le truppe nemiche. Tutti presi da questo confronto sulle migliori strategie da adottare gli Alti Comandi francesi non si resero conto che settimana dopo settimana, mese dopo mese, le linee tedesche diventavano più forti: più trincee e filo spinato, rifugi sotterranei più profondi, fortificazioni di cemento e ridotte autonome. Fu istituita una seconda linea di trincee, circa tre chilometri dietro la prima, fuori dalla portata dell’artiglieria da campo e, laddove possibile, situata sulla parte posteriore di un pendio per evitare l’osservazione diretta. L’artiglieria tedesca aveva anche iniziato ad affinare le proprie tattiche, preparando i diversi tipi di sbarramento per contrastare i diversi stadi degli attacchi francesi.

In questo modo le forze germaniche indebolite dagli spostamenti di diverse unità sul fronte orientale cercavano di controbilanciare questa maggiore debolezza numerica con un processo di fortificazione e di trinceramento straordinario. Joffre pensò di risolvere questo problema incrementando esponenzialmente l’artiglieria pesante che secondo lui avrebbe dovuto demolire le difese teutoniche.

Entro la fine dell’estate del 1915, i francesi affiancarono ai 4646 cannoni da campo ben 3538 pezzi di artiglieria pesante, che dovevano svolgere le funzioni dell’ariete da sfondamento di vecchio stampo applicato alla moderna versione della guerra d’assedio. Le cose come vedremo non andranno propriamente secondo i piani ed i desiderata dei francesi.

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