lunedì, Settembre 16

Ettore Majorana: genio e mistero

La figura di Ettore Majorana è una tra le più intriganti tra quelle degli scienziati del secolo scorso poiché unisce la storia del genio indiscusso che il fisico siciliano fu, all’alone di mistero, tutt’ora rimasto irrisolto, riguardante la sua improvvisa scomparsa avvenuta nel 1938, che ha alimentato storie, leggende, congetture di ogni sorta.


Fin dall’infanzia Majorana mostrò un’intelligenza fuori dal comune e grande dimestichezza con i numeri. Quando compì nove anni la sua famiglia si trasferì da Catania, città in cui egli nacque, a Roma, dove frequentò il Liceo Statale Torquato Tasso conseguendovi la maturità classica. Successivamente si iscrisse alla facoltà di ingegneria, nello stesso periodo in cui Fermi fu assunto come professore di fisica teoretica e cominciò a creare un centro di ricerca che fosse all’avanguardia a livello mondiale.

Fu proprio quest’ultimo, infatti, a convincere Majorana a passare alla facoltà di fisica nel 1928, dove entrò a fare parte del gruppo di giovani scienziati noto come i ragazzi di Via Panisperna.
Già all’interno della facoltà ebbe modo di dimostrare il suo genio straordinario elaborando il modello statistico dell’atomo già ottenuto da Fermi (oggi noto come modello di Thomas-Fermi) e estendendolo poi agli ioni, ma i contributi più importanti che egli diede alla fisica quantistica si ebbero nella seconda fase dei suoi studi.

Dapprima, studiando i problemi di spettroscopia atomica e il meccanismo di scambio degli elettroni che avviene nel legame chimico, elaborò l’ipotesi per la quale le forze che tengono unite le particelle del nucleo atomico fossero forze di scambio (oggi dette forze nucleari alla Majorana, distinte da quelle di Heisenberg).

Poi si occupò del calcolo della probabilità del ribaltamento dello spin (spin-flip) e, in ambito quantistico, elaborò una propria teoria relativistica sulle particelle ipotetiche.
Successivamente si occupò dello studio sulle particelle di momento intrinseco arbitrario e sulla teoria simmetrica dell’elettrone e del positrone, formulò l’equazione di onda relativistica, detta equazione di Majorana, oggi formante la base teorica dei sistemi quantistici aperti e al centro come mai prima del dibattito scientifico, e ipotizzò l’esistenza delle particelle fermioniche che sono anche la propria antiparticella (l’esistenza di particelle di questo tipo è stata confermata nel 2012 e queste ultime sono state battezzate in suo onore).


Evento molto importante fu il suo celebre incontro con Heisenberg avvenuto a Lipsia, durante il suo viaggio in Germania, con cui ebbe modo di confrontare le sue teorie sulle forze di scambio atomiche, sulle quali anche il fisico tedesco aveva svolto vari studi, e dal quale fu finalmente persuaso a pubblicare i suoi studi riguardanti le medesime forze, dopo anni in cui Majorana si era rifiutato di renderli noti in quanto li giudicava incompleti.


Ma dopo il rientro dalla Germania cominciò la parabola discendente di Majorana: il fisico si chiuse sempre più in sé stesso, non frequentò quasi più l’Istituto di fisica di Via Panisperna e cominciò a studiare ossessivamente al punto che i medici gli diagnosticarono un esaurimento nervoso. In questo periodo dirà della fisica: “La fisica è su una strada sbagliata. Siamo tutti su una strada sbagliata.”

Nel 1937 accettò la cattedra di professore di fisica teoretica all’Università di Napoli ma già l’anno successivo sarebbe avvenuta la sua misteriosa scomparsa.
Da quel momento si sono susseguite numerose congetture riguardo che fine avesse fatto, che vanno dal suicidio all’allontanamento volontariato in Sudamerica con lo scopo di vivere nascosto dalla società e di fuggire dall’eccessiva responsabilità che la sua scienza esigeva, con quest’ultima ipotesi avvalorata dal fatto che qualche giorno prima della scomparsa Majorana prelevò gli stipendi arretrati e il passaporto.


È molto improbabile che un giorno riusciremo mai a scoprire la verità. Di Ettore Majorana ci sono rimaste le sue scoperte sensazionali e il rammarico per quanti contributi ancora il suo genio avrebbe potuto dare alla fisica se avesse continuato con la sua ricerca.


Fonti:
www.scienzainrete.it
www.tech.everyeye.it
www.ilsicilia.it

1 Comment

  • Antonio

    Majorana mi pare di 4icirdare frequentasse l’istituto di via panisperna ma non fosse esattamente uno dei giovani studiosi di via panisperna, piuttosto uno studioso più apparteto. In un concorso per un incarico cattedratico gli fu preferito il fisico gentile, figlio del filosofo Giovanni Gentile. Poi sostanzialmente venne dirottato a Napoli. Credi ci fosse lo zampino di fermi (chiamato il papa) il quale capiva la grande differenza qualitativa fra lui che possiamo definire un grande ingegnere ed un fisico puro e genio. Verifica questo argomento. te lo consiglio. Complimenti ancora comunque per questo nuovo articolo così complesso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verified by MonsterInsights