giovedì, Settembre 19

Frammenti di meteorite sferici, interstellare secondo Loeb

Frammenti di meteorite sferici, interstellare secondo Loeb. L’affermazione dell’astronomo di Harvard Avi Loeb ha suscitato molti dibattiti e critiche. L’ex presidente del dipartimento di astronomia di Harvard è tornato da una spedizione nell’Oceano Pacifico vicino alla Papua Nuova Guinea, luogo in cui ha trovato dei frammenti in mare di quella che Loeb afferma essere la prima meteora interstellare conosciuta. La meteora è stata denominata “IM1”.

La roccia spaziale, che misura circa 0,5 metri di diametro, è esplosa sopra l’Oceano Pacifico l’8 gennaio del 2014. Avi Loeb, seguendo il percorso della meteora, ha cercato i frammenti della roccia, con lo scopo di analizzarli. Questo per determinare se la loro composizione chimica potesse confermare che sono di origine interstellare.

La spedizione ha permesso di scoprire dozzine di minuscole sfere metalliche, o sferule, di diametro inferiore ad un millimetro. La scoperta di queste sferule, secondo Avi Loeb, “apre una nuova frontiera nell’astronomia, dove ciò che si trova al di fuori del sistema solare viene studiato attraverso un microscopio piuttosto che un telescopio”.

I frammenti di meteorite sferici

Avi Loeb crede di aver trovato prove del primo meteorite interstellare, nonostante altri ricercatori hanno dubbi in merito. L’astronomo ha affermato che la composizione delle sferule trovate all’interno del percorso della meteora “provengono dalla stessa fonte, mentre le sferule sullo sfondo della regione di controllo avevano una morfologia e una composizione diverse”.

Secondo Avi Loeb le minuscole sfere risalgono alla palla di fuoco del 2014 che, secondo quanto riferito, proveniva dallo spazio interstellare. L’astronomo ha utilizzato la traiettoria interstellare del meteorite del 2014 per individuare le sfere. Ma non tutti sono d’accordo sull’origine del ritrovamento. Phil Metzger, uno scienziato planetario dell’Università della Florida centrale, ha scritto che “collegare la meteora a poche minuscole sfere di metallo prelevate da una vasta area del fondo oceanico non è una capacità dello Space Command”.

I frammenti: altri pareri

Matthew Genge, scienziato planetario dell’Imperial College di Londra specializzato in meteoriti, ha affermato che “collegare le sfere con la palla di fuoco del 2014, ma anche qualsiasi frammento di meteorite con qualsiasi altra meteora, è impossibile. Sono stati trovati detriti di ablazione di meteoriti, ma non da una palla di fuoco osservata strumentalmente. Non c’è mai stato un micrometeorite derivato da uno specifico evento di palla di fuoco, e mai lo sarà, poiché è impossibile”.

Anche Peter Brow, astronomo dell’Università dell’Ontario occidentale, che studia meteore e piccoli corpi del sistema solare come gli asteroidi, era d’accordo con Matthew Genge. Se la meteora fosse effettivamente entrata nell’atmosfera terrestre alle velocità riportate, sarebbe stata vaporizzata in frammenti molto più piccoli delle sferule scoperte dalla spedizione di Avi Loeb.

Peter Brown continua dichiarando che: “Non è mai stato recuperato un meteorite da nessun oggetto che colpisce l’atmosfera muovendosi a più di 28 chilometri al secondo. Tutti i solidi che rimarrebbero sarebbero essenzialmente delle dimensioni di un aerosol”.

I frammenti: i dati incerti

Nonostante le difficoltà nel collegare l’evento della palla di fuoco alle sferule trovate sul fondo dell’oceano, ci sono dubbi significativi sull’accuratezza dei dati, su cui si basano le affermazioni di Avi Loeb. I sensori, sia a terra che nello spazio, hanno margini di errore o incertezza. Per molti strumenti scientifici, questi livelli di incertezza sono noti. Ciò consente agli scienziati di tenerne conto durante l’analisi dei dati che producono.

I sensori vengono utilizzati dal Dipartimento della Difesa per misurare la velocità e la traiettoria del presunto meteorite interstellare. Esistono dati che incorporano misurazioni di questi sensori, che possono essere confrontate con quelle effettuate da altre stazioni di rilevamento. Questo consente ai ricercatori di avere una stima approssimativa dei livelli di incertezza dei sensori.

I frammenti: pareri contrastanti

Queste informazioni sono state utilizzate da Peter Brown, che mette in discussione i dati a sostegno di un’origine interstellare per la palla di fuoco del 2014, che secondo Avi Loeb è responsabile delle sferule che ha recuperato dal fondo dell’oceano.

Peter Brown ha sottolineato che la palla di fuoco, osservata a gennaio del 2014, ha prodotto quattro distinti bagliori quando è entrata nell’atmosfera inferiore. Purtroppo però non c’erano prove precedenti nella registrazione di alcun tipo di luminosità. Secondo Peter Brown “questo è un punto chiave. È molto difficile ottenere un oggetto che presumibilmente si muova di 45 chilometri al secondo fino a 18 chilometri di altitudine, senza produrre molta luce. In realtà è quasi impossibile”.

Tutti questi presupposti sarebbero incredibilmente difficili da conciliare contemporaneamente, ha affermato Peter Brown. Avi Loeb, nonostante tutte le critiche alle sue affermazioni sono probabilmente solo confusione accademica. La sola composizione delle sferule, dice, dimostra che derivano dalla palla di fuoco. Avi Loeb ha dichiarato che: “Ho in mano le sferule della meteora, di cui la maggior parte proveniva dal percorso della meteora, con una composizione principalmente di ferro”.

Conclusioni

Le affermazioni di Avi Loeb sono state controverse anche per altri motivi. La sua spedizione ha suscitato critiche per aver essenzialmente rubato i frammenti non ottenendo i permessi adeguati dal governo della Papua Nuova Guinea.

Alcuni astronomi vedono le audaci affermazioni di Avi Loeb come motivo di imbarazzo per il loro campo. Avi Loeb trova strana la critica, che ha affermato che: “La scienza dovrebbe basarsi solo su prove, non su opinioni prive di fondamento. Quindi, se qualcuno dice ‘Vado a cercare delle prove’, dovrebbe essere tutto ben accetto. Perché dovresti avere delle riserve se ti definisci uno scienziato? Voglio dire, puoi definirti uno scienziato e avere il tuo proprio sistema di credenze”.

Avi Loeb, nonostante tutte le critiche, rimane imperterrito sulle sue convinzioni mentre procede con l’analisi delle sferule recuperate dalla sua spedizione. Secondo l’astronomo “la scienza non dovrebbe essere sminuita sulla base delle sfumature superficiali dei social media e della gelosia accademica”.

FONTE:

https://www.space.com/interstellar-meteor-avi-loeb-expedition

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