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Gemelli diversi: le coppie di asteroidi

È il 28 giugno 1993 quando la sonda Galileo “incrocia” un asteroide della fascia principale 243 Ida conosciuto fin dal 1884 grazie alle osservazioni di Johann Palisa. Questo oggetto celeste ha un diametro medio di circa 32 km. Qualche tempo dopo, studiando le immagini inviate dalla sonda, l’astronoma Ann Harch si accorse di un piccolo oggetto che sembrava “legato” in orbita con l’asteroide principale.

Questa “luna” ha un diametro di soli 1,4 chilometri  con un cratere presso il terminatore, la linea fittizia che delimita la parte illuminata (diurna) dalla parte in ombra (notturna) di un corpo celeste,   di circa 300 metri e più di una dozzina di altre formazioni d’impatto con dimensioni attorno agli 80 metri e ciascuno degli elementi visibile nell’immagine misura circa 30 metri.

Ida con la sua “luna” Dattilo

Queste caratteristiche confermano che Dattilo, come è stato ribattezzato questo satellite di Ida, ha sofferto di numerose collisioni da parte dei più piccoli detriti del Sistema solare durante tutta la sua storia. Con ogni probabilità Dattilo ha la stessa composizione di Ida e si è formato contemporaneamente ad essa; appare infatti impossibile che il modesto campo gravitazione di Ida abbia catturato Dattilo nella sua orbita.

Da quel momento abbiamo avuto la certezza che anche oggetti piccoli come gli asteroidi possono avere le proprie “lune”. Dal 1993 sono stati catalogati oltre 400 asteroidi multipli a conferma che Ida e Dattilo non sono stati un’eccezione. Gli astronomi però non sono convinti che le osservazioni dalla Terra possono individuare tutti i sistemi multipli del Sistema Solare, soprattutto quando queste coppie di asteroidi sono molto piccole e distanti.

Per cercare di scoprire qualcosa di più uno studio recentemente pubblicato sulla rivista “Icarus” a cura dell’Osservatorio astronomico della Costa Azzurra ha studiato i crateri da impatto su Marte per ricavare informazioni sulla quantità e le caratteristiche degli asteroidi doppi del sistema solare.

Una coppia di asteroidi legata gravitazionalmente cadendo contemporaneamente su un pianeta scaverà due crateri dai quali si possono ricavare le dimensioni e la grandezza orbitale dei due corpi celesti. Le caratteristiche del suolo marziano sono ideali per poter confermare che i due impatti sono frutto di un sistema binario.

Analizzando quasi 32.000 crateri marziani lo studio ha stabilito che Marte è stato oggetto di almeno 150 impatti simultanei di “asteroidi doppi” ma, il risultato più interessante è che diversi di questi impatti sono originari di sistemi binari molto distanti l’uno dall’altro e soprattutto con il piano orbitale dei due corpi inclinato rispetto all’orbita che percorrevano intorno al Sole. Questo contrariamente alla stragrande maggioranza dei sistemi multipli conosciuti che prevedono che i due asteroidi siano molto vicini l’uno all’altro e con il piano dell’orbita poco inclinato.

Le conclusioni dello studio fanno quindi supporre che esiste una popolazione di asteroidi con le rispettive lune, potenzialmente molto numerosa, che fino ad oggi è sfuggita alle nostre osservazioni.

Fonti:

alcune voci di Wikipedia

Le Scienze, luglio 2022, ed. cartacea

Valmont57

Diversamente giovane, fondatore di Wiki Magazine Italia, (già Scienza & DIntorni), grande divoratore di libri, fumetti e cinema, da sempre appassionato cultore della divulgazione storica e scientifica.

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